La mostra si svolge a Settignano nell’Oratorio del Vannella, situato in via Desiderio da Settignano al numero 56b. L’inaugurazione si svolgerà domenica 20 maggio alle ore 17. Rimarrà aperta dal: 20 maggio al 17 giugno, nei giorni di domenica, martedì, giovedì e sabato, dalle ore 16 alle ore 19. La mostra è stata organizzata dalla "Congregazione del Trentesimo" nel mese di maggio durante il quale ogni anno si svolgono, nell’Oratorio del Vannella, varie manifestazioni arti-stiche atte a valorizzare le tradizioni e i lavori dei Settignanesi.
Tappa d’obbligo, Settignano, chi intende trovare L’Oratorio del Vannella non ha che da percorrere, oltre la piazza Niccolò Tommaseo, un breve tratto di via S.
Romano ed imboccare a sinistra via Desiderio da Settignano lungo la quale trovasi il cimitero. In un chilometro più o meno raggiungerà un gruppo di case sulla destra individuabile anche da lontano per un ciuffo di cipressi che lo caratterizza. È questo "il Vannella" dove in mezzo a cipressi che gli fanno corona, si può scorgere la piccola chiesa o oratorio. La costruzione, pur modesta, evoca subito memorie d’altri tempi per la semplicità delle sue linee, gli stipiti in pietra del portale, le piccole finestre rettangolari sui lati.
Parlare oggi a Settignano di tagliapietre, scalpellini, scultori e artisti in genere è come riesumare la passata vocazione di un paese che nell’arte della pietra ha avuto sempre il suo DNA.
Vuoi che la posizione collinare, posto com’è a diretto contatto con le vicine cave di Maiano e Trassinaia, sia stata stimolo agli abitanti di esercitare il proprio ingegno, vuoi per il dover provvedere alla propria esistenza con un lavoro che la natura stessa gli offriva, Settignano ha sempre avuto e sentito nell’anima la passione per l’arte che la storia del resto gli ha doverosamente riconosciuto. Fu qui che nacque e operò Desiderio, allievo di Donatello; fu qui che Michelangelo "succhiò col latte della balia (moglie di uno scalpellino settignanese) il genio delle belle arti"; fu da Settignano, come attesta una lapide posta sul fianco della Chiesa Parrocchiale, "che mossero per l’Italia e per l’Europa ornatisti, scultori, architetti e famiglie intere di artefici".