Con la rinata voglia di lusso e il risveglio del gusto per l’ornamento prezioso, i gioielli vivono un nuovo momento di grazia - e non sono solo le donne a decretarlo. Anzi. Ben prima che sulle passerelle di moda, il ritorno del gioiello da uomo è un fenomeno di costume, di lifestyle. Nasce e si sviluppa spontaneamente, seguendo strade in apparenza diverse ma parallele. Lo si osserva soprattutto tra i giovani: imperano anelli, catenine, ciondoli-amuleto, bracciali e orecchini. Gli aculei simbolici dei punk, gli anelli e le barrette da piercing, l’oro e i diamanti ad alta caratura dei rappers, gli ornamenti etnici oppure gli stemmi nobiliari in oro o platino dei “bo-bo’s” (Bohemian Bourgeois, l’ultima tribù individuata dalla sociologia di moda), gli accessori in argento dal design impeccabile scelti dal trend-set: aspetti di una stessa tendenza.
Eppure, nonostante il desiderio sia sotto gli occhi di tutti, nell’accezione comune l’oggetto prezioso da uomo è limitato a pochissime tipologie: gemell, fermacravatta e qualche catenina.
Come se l’unico vero gioiello ammesso fosse, in fondo, solo l’orologio.
Ecco perché Pitti Immagine Uomo e Vogue Gioiello, la più importante rivista di settore a livello internazionale, hanno deciso di lanciare un segnale forte al mercato con Power Pieces: una mostra, allestita all’Armeria nell’ambito della sezione L’Altro Uomo (l’area dedicata a una moda sofisticata, anticonformista e di ricerca), che raccoglie le più brillanti interpretazioni del concetto di gioiello al maschile in una selezione di designers provenienti da tutto il mondo.
Power Pieces vuole essere un punto di partenza, un invito e una provocazione.
Per focalizzare l’attenzione di buyers, giornalisti e pubblico su una realtà che nel panorama degli accessori è ancora, inspiegabilmente, sottovalutata. Ma anche per stimolare la creatività dei designers e aprire nuove frontiere di sperimentazione e di ricerca.