Polveri sospese, alcuni inquinanti prodotti dai motorini e dai mezzi di trasporto merci, ma anche gli immancabili piccioni. Sono questi alcuni dei principali nemici dei monumenti cittadini. Le opere d’arte più a rischio sono, invece, le pitture e gli affreschi murali, le facciate dipinte dei palazzi storici, i monumenti lapidei e le statue in bronzo. Per affrontare la situazione verrà creato un gruppo di lavoro tra Comune, Arpat, Opificio delle pietre dure. L’obiettivo è quello di disegnare una mappa del rischio in città, confrontando i dati in possesso dei vari enti.
Al ministero dei beni culturali, invece, verrà presentato un progetto per avviare un monitoraggio permanente dei monumenti con l’intento di verificare gli effetti dell’inquinamento sia sulle opere esposte all’aperto, sia su quelle conservate all’interno dei musei. E’ quanto è stato discusso questa mattina nel corso dell’incontro convocato dal sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, e dall’assessore all’ambiente Vincenzo Bugliani cui hanno partecipato Antonio Paolucci soprintendete ai beni artistici, Alessandro Lippi, Roberto Gori, Maria Paola Domeneghetti e Marzia Onorari dell’Arpat, Vincenzo Vaccaro della soprintendenza ai beni architettonici, Cristina Acidini e Mauro Matteini dell’Opificio delle Pietre dure, Paolo Mandrioli del Cnr di Bologna, Giovanna Pasquariello dell’istituto nazionale di Grafica e Anna Rastrelli delle soprintendenza beni archeologici.
“Firenze è un museo a cielo aperto – ha ricordato il sindaco –. Con questo incontro abbiamo voluto avviare un rapporto stabile tra tutti i vari soggetti che si occupano di inquinamento e tutela beni artistici e architettonici. Si tratta, in primo luogo, di mettere insieme i dati di cui già disponiamo. L’Opificio delle pietre dure, ad esempio, da venticinque anni sta curando i monumenti cittadini e ha ben chiaro quali sono gli agenti più dannosi. Analogamente, l’Arpat, dispone di tutti i rilevamenti relativi all’inquinamento atmosferico e sa quali sono gli agenti atmosferici presenti nelle singole aree della città.
In questo modo potremo avere una mappa sulla situazione delle nostre strade e sui danni provocati dall’inquinamento. Una mappatura indispensabile per definire anche le scelte amministrative a tutela dei monumenti. Ciò non toglie che noi abbiamo intenzione di proseguire nelle scelte già avviate di aumento delle aree pedonalizzate, di utilizzo dei mezzi elettrici per il trasporto pubblico in centro, di metanizzazione di bus e taxi”. Un tema cui dedicare particolare attenzione sarà quello delle polveri prodotte dai cantieri per la realizzazione delle grandi opere (stazione alta velocità, terza corsia autostradale ecc).
Su questo tema, spiega Domenici, “anche grazie alla sollecitazione dell’Arpat, dovremo prevedere a un piano di controllo particolare da inserire nei capitolati di appalto dei lavori”.