Il rogo del patibolo e lo scoprimento di una lapide con la scritta: “Per memoria della Toscana felicità quando Pietro Leopoldo con legge del 30 novembre 1786 la pena di morte, l’infamia, la tortura, ogni delitto di lesa maestà colla confiscazione delle sostanze cancellò il primo in Europa dalla vecchia legislazione”. Saranno questi i due eventi principali organizzati dal Comune di Firenze per la giornata del 30 novembre, festa della Toscana. Due momenti per ricordare che fu proprio il Granducato di Toscana il 30 novembre 1786 il primo stato ad abrogare la pena di morte.
Il programma della giornata è stato presentato stamani in Palazzo Vecchio dall’assessore alle tradizioni storiche fiorentine Eugenio Giani e dal presidente del consiglio regionale della Toscana Riccardo Nencini. “Il fuoco che immolerà il patibolo, simbolo della pena di morte – ha detto l’assessore Giani – rappresenta un atto politico contro ogni sanzione alla violazione dei diritti umani. Già in passato il Comune di Firenze ha lanciato messaggi contro la pena di morte. E penso alla veglia pochi giorni prima dell’esecuzione di Rocco Derek Barnabei e con una lettera al sindaco di Nanchino e a quello di Philadelfia.
Ancora oggi le motivazioni del granduca Pietro Leopoldo che lo portarono alla decisione di abrogare la pena di morte, ci rendono orgogliosi”. Il programma della giornata prevede alle 15.30 la partenza del corteo storico della Repubblica Fiorentina dal Palagio di Parte Guelfa fino alla sede della Regione Toscana in via Cavour dove si aggregheranno le autorità per far ritorno in piazza Signoria dove avrà luogo il rogo del patibolo. Successivamente sarà il presidente del Senato Nicola Mancino a scoprire la lapide in marmo, donata dal sindaco di Carrara, che sarà posta sul muro del Bargello.
Alla cerimonia parteciperanno, oltre a Mancino, il vicepresidente della Camera Alfredo Biondi, il primo presidente del Parlamento Europeo David Martin, il vicepresidente della Commissione Europea (in rappresentanza del presidente Romano Prodi) Ignacio De Palacio Versundi, il primo vicepresidente del Senato spagnolo Alfredo Prada, il sindaco Leonardo Domenici, l’assessore Eugenio Giani, il presidente della Regione Claudio Martini e quello del consiglio regionale Riccardo Nencini. “Fra i programmi messi in atto da tutti i Comuni della Toscana – ha detto Nencini – quello di Firenze è senz’altro quello di maggior rilevanza.
Oltre al programma descritto in quell’occasione sarà annunciato il restauro del San Giorgio di Donatello, nel Bargello, che rappresenta il desiderio di libertà del popolo fiorentino nei confronti del tiranno”.