S’inaugura il 5 ottobre, in Palazzo Strozzi, la prima retrospettiva completa di Santiago Calatrava, spagnolo, scultore, ingegnere e architetto, personalità tra le più dirompenti e prolifiche dell’architettura contemporanea.
La Città delle Arti e della Scienza a Valencia, gli aeroporti di Lione e di Bilbao, la torre delle telecomunicazioni a Barcellona, la stazione d’oriente di Lisbona, il ponte di Alamillo, la cattedrale di S. John the Divine a New York sono solo alcune delle opere che hanno imposto Calatrava, benché molto giovane (oggi ha solo 49 anni), all’attenzione internazionale.
Promossa dal Comune (Assessorati alla Cultura e all’Urbanistica) e organizzata con il contributo prezioso della Comunità Valenciana, la mostra si collega alla tradizione delle grandi esposizioni che fin dagli anni Sessanta Firenze ha dedicato ai maestri dell’architettura contemporanea (Frank Lloyd Wright, Le Courbusier, Alvar Aalto).
Calatrava ha peraltro scelto Firenze per presentare per la prima volta una panoramica globale della propria opera: sculture e disegni di piccole e grandi dimensioni, modelli e fotografie, oltre a una parte significativa degli oltre 65 mila progetti da lui prodotti ad acquerello. Ha curato mostra e allestimento l’architetto Manuel Blanco, docente all’Universidad Politecnica de Madrid.
“Questo evento”, ricorda il sindaco Leonardo Domenici, “segna la volontà di Firenze di tornare a parlare di architettura.
La mostra di Calatrava è un invito esplicito a ripensare la città non solo come luogo di conservazione di ciò che hanno fatto le generazioni precedenti, ma anche come spazio di creazioni innovative”.
Nato a Valencia e specializzatosi nel 1981 a Zurigo, Calatrava costituisce un caso unico tra gli architetti dell’ultima generazione. I suoi disegni e sculture (corpi umani spesso in movimento, studi anatomici, scheletri, ali d’uccello, tori in azione, edifici, strutture, forme in movimento) sono opere d’arte autonome, ma anche laboratorio d’idee, elementi concettuali pronti a svilupparsi, attraverso procedimenti complessi, in sculture e costruzioni.
Il suo vivo interesse per il Rinascimento (da qui anche la scelta di Palazzo Strozzi) riflette una pulsione estrema verso l’unicità del sapere che in quell’epoca straordinaria consentì a Leonardo, Michelangelo e a molti altri di padroneggiare insieme tecnologia e arte, di essere contemporaneamente grandi ingegneri e grandi artisti.
In questo contesto poetico, Calatrava attinge a molte fonti d’ispirazione: dalla Grecia classica agli impressionisti (Degas, Cezanne), dalle sculture di Naum Gabo, Povsner, Brancusi, Max Bill, a quelle più recenti di Donald Judd, Kenneth Nelson, David e Tony Smith.
Calatrava resta comunque figlio della tradizione iberica e dei movimenti intellettuali clandestini fioriti in Spagna negli ultimi anni del franchismo. La sua prospettiva critica rispecchia la crisi della principale corrente dell’architettura moderna della generazione post ’68, nonché il dinamismo della nuova cultura tecnologica globale.
La sua architettura possiede una forte base tecnologica, ma anche la capacità di generare nuove metafore oniriche. La sua indagine sul movimento assume i modi dei surrealisti, di Bunuel, talvolta anche di Freud.
Calatrava ci fa conoscere strutture sperimentali, ci libera dal loro dimensione statica e ci introduce in altri mondi dove si materializzano desideri e aspirazioni.
“Calatrava”, spiega il curatore della mostra Manuel Blanco, autore tra l’altro di una bella monografia, “è uno straordinario creatore di monumenti contemporanei.
Legando all’ambiente le sue opere, trasforma l’immagine del mondo in cui viviamo, lo fa diventare suo e nostro, crea gli emblemi di una nuova era, le icone della nostra società”.
Catalogo: Santiago Calatrava drowings and sculptures, prefazione di Michael Levy, editore Robertina Calatrava, Zurigo, pag. 136, Lit. 48.000.
Orari: tutti i giorni, ore 10 – 20. Ingresso: Lit. 7.000 (ridotto 4.000).