E’ il principale strumento di programmazione e finanziamento per 
gli interventi nel settore agricolo, forestale e dello sviluppo rurale. Opera sull’intero 
territorio regionale. Fara’ affluire in Toscana 1414 miliardi di lire di contributi 
pubblici nel periodo 2000-2006 che attiveranno complessivamente 2057 miliardi di 
lire di investimenti e premi. Si tratta del Piano di sviluppo rurale 2000-2006 della 
Regione Toscana, approvato martedi’ 25 luglio a Bruxelles presso il Comitato 
strutture agricole e sviluppo rurale dell’Unione Europea.
Con quello toscano sono nove i Piani che hanno ottenuto il via libera dal Comitato: 
oltre alla Toscana hanno tagliato questo importante traguardo anche Piemonte, Emilia 
Romagna, Abruzzo, Lazio, Lombardia e le provincie autonome di Trento e Bolzano.
Sono tre le linee fondamentali di intervento che sintetizzano gli obiettivi del Piano 
toscano: il miglioramento della competitivita’ del sistema produttivo agricolo e 
forestale; il sostegno al miglioramento dell’ambiente e il sostegno allo sviluppo 
integrato del territorio rurale.
Il primo obiettivo sara’ raggiunto attraverso incentivi capaci di favorire gli 
investimenti innovativi delle aziende produttrici e trasformatrici, di accrescere il 
livello di formazione professionale degli agricoltori, di promuovere nuova 
imprenditoria giovanile.
                          
                           A questa linea di sviluppo sono riservati 350 miliardi di 
finanziamenti pubblici, che attiveranno interventi per complessivi 700 miliardi.
Il secondo e’ mirato a diminuire l’impatto dell’agricoltura sull’ambiente, favorendo le 
produzioni di maggiore qualita’ e salubrita’. 
Questi interventi sono dotati di 
finanziamenti per quasi 900 miliardi.
Il terzo e’ rivolto al miglioramento della qualita’ della vita delle popolazioni rurali 
attraverso il potenziamento dei servizi sociali e –ad esempio- la realizzazione di 
infrastrutture (strade, acquedotti, elettrodotti), l’incentivazione del turismo e 
dell’artigianato cosi’ da creare occupazione e frenare lo spopolamento delle 
campagne.
                          
                           Questi interventi dispongono di un finanziamento di circa 520 miliardi.    
Secondo le previsioni il Piano produrra’, nel 2006,  un aumento del 2 per cento circa 
del valore aggiunto per abitante all’interno delle zone rurali (che passerebbe cosi’ da 
37 milioni a 42 milioni di lire per abitante) e una inversione di tendenza 
nell’occupazione che passerebbe dagli attuali  1.349.000 a 1.375.000 addetti nei vari 
comparti economici (agricoltura, forestazione, turismo, artigianato, ecc.) interessati 
dal piano.
Il Piano di sviluppo sara’ integrato a breve dal programma Leader Plus sul quale la 
Regione e’ gia’ impegnata per la definizione del progetto, cosi’ da sottoporlo 
all’approvazione della Commissione europea entro fine novembre.
                          
                           
Al Piano di sviluppo rurale seguiranno due ulteriori strumenti di programmazione che 
faranno leva sugli altri fondi strutturali –il FESR (Fondo europeo di sviluppo 
regionale) e lo SFOP (Strumento finanziario operativo per la pesca), oltre al FSE 
(Fondo sociale europeo, gia’ definito)- che prevedono interventi complessivi 
nell’ordine di 6000 miliardi. Per cio’ che riguarda il Piano di sviluppo rurale la 
Regione Toscana sta lavorando alla predisposizione dei bandi, la cui emissione e’ 
prevista nei mesi di settembre/ottobre.
                          
                           
Con il Piano rurale 2000-2006 la Regione si pone l’obiettivo di migliorare 
la qualita’ della vita in Toscana attraverso lo sviluppo dell’agricoltura e di 
un modello basato sul recupero e la valorizzazione delle tradizioni e della 
cultura locali, sul rispetto dell’ambiente e del paesaggio. Grazie ad esso la 
Regione e’ in grado di dare concretezza a progetti e strategie che 
definiscono gli assetti del settore per i prossimi sei anni. In sintonia con i 
nuovi indirizzi comunitari in materia di agricoltura espressi da Agenda 
2000, il piano contiene una serie di novita’, sia nel metodo che nei 
contenuti.
                          
Sul primo fronte le novita’ sono soprattutto due: da una parte il piano permette agli agricoltori di avere un quadro completo e univoco di tutti gli strumenti esistenti a livello comunitario mentre, dall’altra, l’estensione all’intero territorio toscano della possibilita’ di beneficiare degli incentivi ne consente una distribuzione uniforme. Quanto ai contenuti, le peculiarita’ del piano toscano sono soprattutto nell’attenzione al paesaggio e alla tradizione di qualita’.
                           Vi si ritrovano, ad esempio, 
misure  per il ripristino di elementi paesaggistici tipici (terrazze, muri a 
secco, ecc) e di tutti quegli elementi che rendono il paesaggio toscano 
unico al mondo.      
Obiettivi generali: sono il sostegno alla competitivita’ delle aziende 
agricole e agroindustriali e delle produzioni di qualita’, l’impulso al 
miglioramento dell’ambiente e del territorio, una spinta per l’utilizzo di 
tutte le opportunita’ offerte dal mondo agricolo. A questi tre obiettivi 
corrispondono altrettanti assi: Sostegno al miglioramento del sistema 
agricolo e agroindustriale (cui sono destinati finanziamenti per un totale di 
oltre 350 milioni di euro nei sei anni); Sostegno al miglioramento 
dell’ambiente delle zone rurali (costo totale 447 milioni di euro);  Sostegno 
allo sviluppo integrato delle zone rurali (costo totale oltre 260 milioni di 
euro).
                          
                            
Asse I: vi sono raccolte le misure per il sostegno di strutture produttive,  
aziende agricole, imprese di trasformazione, commercializzazione e 
forestali. Di rilievo la presenza di misure specifiche per i giovani 
imprenditori e per la formazione nel settore agricolo. Asse II: la 
compatibilita’ con l’ambiente e’ il filo conduttore di questi interventi che 
prevedono finanziamenti per progetti destinati a zone svantaggiate e il 
rimboschimento di terreni agricoli. Asse III: comprende misure a favore 
delle infrastrutture delle zone rurali con l’obiettivo del miglioramento della 
qualita’ della vita e del territorio, interventi per valorizzare risorse del 
turismo rurale, dell’artigianato e la commercializzazione dei prodotti di 
qualita’.
                          
                           
Effetti previsti: si prevede che il piano sia in grado di produrre, nel 2006,  
un aumento del 2 per cento circa del valore aggiunto per abitante 
all’interno delle zone rurali (che passerebbe cosi’ da 37 milioni a 42 
milioni di lire per abitante) e una inversione di tendenza nell’occupazione 
che passerebbe dagli attuali  1.349.000 a 1.375.000).
Il rispetto di un impegno programmatico strategico, il 
rafforzamento del modello di sviluppo rurale della Toscana, le numerose richieste da 
parte di nuovi giovani imprenditori agricoli e l’approvazione del marchio di qualita’ 
della Regione Toscana da parte della Commissione dell’Unione Europea sono stati al 
centro della conferenza stampa del presidente Claudio Martini e dell’assessore 
all’agricoltura Tito Barbini, che hanno dato notizia dell’approvazione del Piano di 
sviluppo rurale 2000-2006 della Regione Toscana.
“Avevamo messo nel programma dei primi 200 giorni –ha detto Martini- questo 
adempimento, invece sono passati soltanto due mesi dall’inizio del nostro lavoro.
                          
                           
Intendiamo cosi’ rafforzare il modello di sviluppo rurale della Toscana, visto che 
consideriamo l’agricoltura uno dei settori piu’ innovativi e performanti dell’economia 
regionale. Del resto altri 6000 miliardi di interventi saranno tra breve possibili grazie 
ai programmi Leader Plus, Fesr, Fse e Sfop. Il nostro modello di sviluppo rurale e’ 
basato sulla tipicita’, sull’intreccio tra storia e cultura, sulla valorizzazione e la 
salvaguardia dell’ambiente”.
Il presidente ha ribadito la contrarieta’ della Toscana agli OGM (gli organismi 
geneticamente modificati) perché la Regione punta invece sulla valorizzazione dei 
prodotti tipici, mentre l’omologazione e’ antitetica rispetto a questo modello.
“La Toscana –ha concluso Martini- puo’ diventare una regione leader in Italia nel 
campo del sostegno della qualita’ e della sicurezza agroalimentare”.
L’assessore Tito Barbini ha sottolineato la concezione fortemente innovativa 
dell’agricoltura toscana, strettamente legata all’ambiente e basata sulla competitivita’ 
e sullo sviluppo sostenibile.
“Con questo provvedimento –ha precisato Barbini- si supera una concezione basata 
esclusivamente sul sostegno dei prezzi, per privilegiare l’aiuto allo sviluppo e a tutti i 
suoi motori, come il commercio, il turismo, l’agriturismo, l’artigianato, oltre 
naturalmente all’agricoltura”.
Barbini ha richiamato il grande successo del pre-bando rivolto ai giovani agricoltori 
per il quale sono giunte ben 2600 domande con una richiesta di contributi per 100 
miliardi.
A margine della conferenza stampa l’assessore Barbini ha dato poi notizia 
dell’approvazione del marchio di qualita’ della Regione Toscana da parte della 
Commissione europea.
                          
                           Il marchio, rappresentato da una piccola farfalla bianca (la 
cavolaia) contraddistinguera’ i prodotti ottenuti secondo disciplinari di produzione 
integrata, che limitano o riducono notevolmente l’utilizzo di insetticidi ed erbicidi. Il 
provvedimento, che riguarda 18.000 aziende toscane, e’ stato accolto con grande 
soddisfazione. 
Chi vorra’ ottenere questo marchio dovra’ sottostare a precise regole per la 
produzione, la trasformazione e la commercializzazione di prodotti come vino, olio, 
cereali e ortofrutticoli.