Consentira' investimenti per
circa 72 miliardi (progetti imprenditoriali piu' opere infrastrutturali pubbliche) e
attivera' contributi per circa 30 miliardi. In Toscana il Patto interessa i territori del
Casentino e della Val Tiberina; sono stati ammessi alle agevolazioni 43 progetti per 5
miliardi di contributi e un investimento di 11 miliardi e 700 milioni di lire; quattro le
opere infrastrutturali per 900 milioni di contributi e 2 miliardi e 800 milioni di
investimenti.
Il Patto Verde interessa i territori di 11 comunita' montane della Toscana,
dell'Emilia-Romagna, delle Marche e dell'Umbria; di 4 province (Arezzo, Forli'-
Cesena, Perugia e Pesaro-Urbino); di 83 Comuni dell'ex obiettivo 5b.
In Toscana riguarda venti comuni della provincia di Arezzo. Si tratta di Anghiari,
Badia Tedalda, Bibbiena, Capolona, Caprese Michelangelo, Castel Focognano, Castel
San Niccolo', Chitignano, Chiusi della Verna, Montemignaio, Monterchi, Ortignano
Raggiolo, Pieve Santo Stefano, Poppi, Pratovecchio, Sansepolcro, Sestino, Stia,
Subbiano, Talla. Le comunita' montane toscane interessate dal Patto sono quelle della
Valtiberina e del Casentino.
L'area del patto supera complessivamente i 6.380 kmq., con una prevalenza di
territori montani (53 per cento secondo la classificazione Istat) e una densita'
abitativa di 53,2 abitanti per kmq., molto al di sotto della media nazionale di
190,7.
Lo hanno sottoscritto anche le quattro Camere di commercio, organizzazioni
professionali, imprenditoriali e sindacali, il movimento cooperativo e la societa'
consortile Sil, che ne e' anche il soggetto responsabile.
Obiettivo del Patto e' favorire la permanenza delle popolazioni nei territori montani
attraverso investimenti per migliorare le condizioni di produzione, trasformazione e
commercializzazione dei prodotti agricoli e zootecnici, diversificare le attivita'
agricole, migliorare e salvaguardare l'ambiente naturale.
Nel comparto delle carni e in quello lattiero-caseario gli interventi mirano a rafforzare
la filiera in modo da raggiungere adeguati livelli di qualita' e di economicita'
aziendale e di salvaguardia del patrimonio zootecnico; nel comparto delle produzioni
tipiche e di qualita' a salvaguardare le tradizioni; nella salvaguardia dell'ambiente a
sviluppare la filiera ambiente-foresta-legno, attraverso la valorizzazione dei patrimoni
forestali, la riconversione delle colture tradizionali, il miglioramento della stabilita' e
biodiversita' dei boschi, l'integrazione dell'occupazione forestale con altri settori
come l'agricoltura, l'artigianato e il turismo, e il consolidamento della residenza nelle
zone rurali, collinari e montane.
"Il parere positivo della Regione - ha commentato l'assessore regionale alla programmazione Marco Montemagni - e' stato accompagnato da una forte sottolineatura di tutta la giunta, a sostegno del protocollo di intesa e dei contenuti cui hanno dato vita cosi' tanti soggetti pubblici e privati delle quattro regioni interessate. Siamo di fronte a un esempio concreto dei risultati che si possono raggiungere con la programmazione negoziata e con la concertazione, purche' siano sostenute da una forte volonta' di cooperare e di ricercare insieme le migliori soluzioni per lo sviluppo sociale ed economico di un territorio."