Grandi burattini colorati sullo splendido e illuminato palcoscenico del Teatro Romano di  Fiesole per inaugurare il 27 giugno, con la prima nazionale di Purimshpil, la sezione yiddish dell’Estate Fiesolana e per rappresentare proprio così, come accade da secoli durante la Festa del Purim, le antiche vicende del libro di Ester (la Megillah). 
Lo spettacolo apre sulle  note dei trio Lokshen, i Purimshpiler, in abito di scena (cappello e lungo cappotto) che riporta subito alla mente di chi li conosce i famosi Fratelli Marx.
                          
                           Tra le tante loro piccole gag che procedono parallelamente allo spettacolo,  i musicisti intonano le struggenti e melanconiche  melodie della musica ebraica est-europea sulla quale si appoggiano nel corso dello spettacolo  le  splendide voci dei  due protagonisti. 
Enrico Fink con il “suo profilo prepotentemente semita”, così come lo descrive  Moni Ovadia , e Monica Demuru, piccola grandissima  interprete di questa commedia musicale, si scambiano ruoli  e  personaggi scivolando con infinita bravura attraverso i secoli,  dal Palazzo del re Assuero  al Palazzo del re in una Vienna di inizio secolo,  dalla figura del  biblico Re “sterminatore degli ebrei” alla acutissima parodia di un altro “re”, al quale tutti  paradossalmente si rivolgono  gridando ripetutamente e servilmente  “Viva Il re!”, salutando con braccio alzato, scandendo il passo dell’oca.
                          
                           
 Fink e Demuru interpretano con ugual intensità tipi  maschili e femminili , trasformandosi, con effetto, direttamente  a scena aperta, proponendo con inconsueta  professionalità  le canzoni yiddish che diventano di volta in volta il vero centro dello spettacolo, l’elemento che inevitabilmente riconduce alla tradizione e che sfuma lentamente anche nel dialogo italiano dove  qua e là  si coglie con gradita  sorpresa l’uso di espressioni e modi di dire che servono a ricondurre nuovamente all’idea di yiddshkeit.
                          
                            
 L’intreccio non semplice, si apre  su una struttura a tre livelli, nella quale gli attori si muovono rappresentando a tratti il racconto biblico, a tratti  l’attualizzazione che del libro di Ester  nel 1936 ha proposto l’autore polacco Yitzik Manger e dalla quale è liberamente tratto lo spettacolo, riemergendo soltanto talvolta, brevemente, alla storia attuale. I diversi  livelli  temporali giungono a volte  ironicamente e genialmente anche a coincidere, così  come quando il Consigliere  Haman arriva a temere per l’incolumità della propria vita sentendo nominare le Hamantasche , in yiddish i piccoli dolci triangolari che i bambini ebrei  tradizionalmente mangiano durante la Festa di Purim e che vogliono rappresentare proprio le orecchie del cattivo  Haman, ormai sconfitto.
 Molti gli applausi che hanno richiamato giustamente più volte sulla scena gli attori e i musicisti ed infine, finalmente, anche Olek Mincer, ottimo regista di questo  brano di immensa storia.
                          
                           
  Prossima replica presso l’Anfiteatro  Romano di Fiesole il 29 giugno. Per informazioni e prenotazioni: Le Officine della Cultura - Tel 0575 27961-  Fax 0575 409319 - e-mail info@officinedellacultura.com  Prevendite: Multipromo: Tel 055 5978308 e-mail  efiesole@tin.it