"Non una dismissione che faccia finire la Centrale del latte di Firenze, Pistoia e Livorno in mano di grandi aziende concorrenti che non hanno alcun interesse a proteggere la produzione locale di qualita', ne' a garantire la sopravvivenza di aziende in luoghi montani e svantaggiati come il Mugello". E' con questa premessa che si e' svolta la visita allo stabilimento fiorentino della Centrale del latte Fi-Pt-Li dei membri della II/a commissione consiliare permanente (agricoltura) presieduta da Fabio Roggiolani (Verdi).
La visita, che dopo aver toccato lo stabilimento fiorentino e' proseguita in alcune aziende produttrici del Mugello, è stata effettuata alla vigilia di un consiglio regionale in cui verranno discusse ben tre mozioni sull' argomento (una di maggioranza, una dell'opposizione, una presentata dal popolare Monaci) che sostenzialmente convergono su un punto: la decisione di alcuni comuni azionisti di cedere le quote dando il via ad una privatizzazione e un processo che, se gestito male, rischia di danneggiare seriamente l' economia toscana.
"Negli anni passati la Regione - ha detto Fabio Roggiolani durante la visita - ha investito nella produzione di qualita' e nella filiera del latte fondi molto consistenti, provenienti in buona parte dai finanziamenti europei.
Adesso una dismissione disordinata, che disperda il patrimonio di conoscenza, di capacità imprenditoriale e di sviluppo dell'agricoltura e dell' allevamento di qualità rappresentato dalla Mukkilatte sarebbe davvero un delitto. La Regione non puo' non svolgere un ruolo programmatorio unitario, nel momento in cui si appresta a varare un piano di sviluppo rurale da 1500 miliardi".
Dello stesso avviso Lorenzo Zirri (Forza Italia). "Dobbiamo salvaguardare il prodotto toscano di qualita' - ha detto Zirri - La forma societaria migliore per giungere a questo obiettivo puo' essere oggetto di discussione: ma non bisogna annullare quel ruolo di servizio al territorio che la Centrale svolge nella filiera del latte".
Il compito della Regione, secondo i commissari, dovra' essere quello di favorire l'ingresso nella societa' di soggetti pubblici e privati che permettano alla Centrale di rimanere un punto di riferimento per la Toscana: l'azienda, come ha messo in rilievo il presidente della Centrale Franco Cervelin, conta 250 dipendenti (ma considerato l'indotto si arriva a 1200) e ha un fatturato previsto nel 2000 di circa 200 miliardi".