Oltre 2.500 uomini, tra personale dipendente e volontari, che potranno diventare circa 3.700 nelle situazioni di massima emergenza; circa 200 "pattuglie" disseminate sul territorio per le operazioni di avvistamento e pronto intervento; e poi, ancora, un migliaio di automezzi, cinque elicotteri che potranno diventare otto qualora necessario, cinque aerei leggeri da impiegare in attivita' di ricognizione ai quali da quest'anno, in agosto, si aggiungeranno due elicotteri; un'attivita' di controllo, infine, che oltre che sulle consuete "vedette", potra' contare anche su sofisticati sistemi di monitoraggio a distanza, con telecamere e sensori ad infrarossi.
Sono queste le forze che il servizio antincendi organizzato dalla Regione Toscana potra' mettere in campo in questi mesi estivi, contro un "nemico" che tutti gli anni si ripresenta puntualmente, riducendo in cenere migliaia di ettari. Dal prossimo primo luglio, giorno a partire dal quale, in base alla legge forestale regionale, e' stato proclamato lo "stato di grave pericolosita' per lo sviluppo degli incendi boschivi su tutto il territorio", questa struttura sara' operativa 24 ore su 24, ininterrottamente, per difendere un patrimonio verde che non ha eguali in Italia.
"La Toscana vanta oltre un milione di ettari di bosco, la superficie
piu' ampia tra tutte le regioni italiane - spiega l'assessore all'agricoltura e
alle foreste, Tito Barbini - Questo rappresenta una straordinaria ricchezza,
ma ci impone anche un impegno particolare, perche' siamo indubbiamente
una regione a rischio. Bisogna comunque essere consapevoli che lottare
contro gli incendi significa tutelare i valori ambientali, culturali e storici
del nostro territorio. Credo che i risultati degli ultimi anni stiano
premiando i nostri sforzi".
I dati sugli incendi
Su una superficie complessiva toscana di circa 23
mila chilometri quadrati, ben 10.860 sono a bosco, con un indice di
boscosita' del 47 per cento.
E' questa la realta' investita da un numero di incendi che, in media, si aggira sugli 800 annui: un valore che tiene conto sia di anni con picchi particolarmente alti (come il 1993, con 1.473 incendi), sia di anni con un ridotto numero di eventi (come il 1999, con 695 incendi). Ma il dato piu' rilevante e' quello relativo alle superfici investite dagli incendi. Nel 1999 le fiamme hanno interessato 1.516 ettari, di cui 774 boscati (i numeri erano rispettivamente di 4.685 e 3.641 nel 1998): in media, ogni incendio ha "percorso" 2.18 ettari (1.12 boscati), contro i 5.3 (3.2 boscati) della media regionale.
Le cifre, insomma, segnalano che gli incendi sono piu' contenuti in estensione e danni prodotti. "La nostra struttura - spiega Barbini - e' insomma in grado di garantire interventi sempre piu' tempestivi ed efficaci, nell'ambito di una scelta di fondo a favore dell'attivita' preventiva di controllo del territorio e di rapida segnalazione dei principi di incendio". Anche nei primi cinque mesi di quest'anno - contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il problema non riguarda infatti solo il periodo estivo - gli incendi boschivi hanno registrato una notevole diminuzione rispetto allo stesso periodo del 1999 sia per quanto riguarda il loro numero (135 contro 388) che la superficie percorsa (500 ettari contro 758).
E questo
benche' in maggio - mese in cui, in annate di normale piovosita', il rischio
e' bassissimo - le anomali condizioni atmosferiche abbiano prodotto alcuni
eventi di una certa gravita'.
Il servizio regionale
Organizzato dall'ufficio di prevenzione e
repressione degli incendi boschivi, il servizio e' articolato in un Centro
operativo regionale, chiamato ad intervenire per il coordinamento delle
operazioni sugli incendi di maggiore gravita' e in centri operativi
provinciali, gestiti dal Corpo Forestale, per gli interventi a livello
provinciale.
Per quanto riguarda gli uomini impiegati nel servizio, si tratta
essenzialmente di personale dipendente delle Comunita' montane e delle
Province (tecnici ed operai forestali in amministrazione diretta), del Corpo
Forestale, dei Comuni, degli Enti parco regionali.
Un apporto
fondamentale viene dalle associazioni del volontariato, convenzionate con
la Regione o con gli enti locali.
Ricordiamo che le cifre sugli uomini a disposizione non comprendono i
Vigili del fuoco, che, oltre ad effettuare gli interventi di propria
competenza, collaborano attivamente con la struttura regionale.
La Regione Toscana, tra le altre cose, sta lavorando anche a nuovi
sofisticati strumenti informatici, destinati a migliorare capacita' e qualita'
degli interventi. E' il caso di un corso multimediale per addestrare a
prendere le decisioni migliori e piu' rapide chi dovra' dirigere gli
interventi, grazie a simulazioni al computer sulla base di eventi
effettivamente verificatisi; oppure della predisposizione di una cartografia
di tutto il territorio che, con pochissime operazioni, permettera' di
conoscere al dettaglio qualsiasi area per la quale arrivi una segnalazione di
incendio, dalle coordinate geografiche alle associazioni di volontariato in
zona, dalle vie di fuga in caso di evacuazione agli eventuali ostacoli al
volo degli elicotteri, dai tipi di bosco piu' a rischio alle abitazioni che
potrebbero essere esposte alle fiamme.
Lo stato di pericolosità
La proclamazione dello "stato di grave
pericolosita'", dal primo luglio, prevede precisi divieti per tutti i cittadini.
Non sara' infatti consentita nessuna operazione che possa comportare un rischio di incendi ad una distanza inferiore ai 200 metri da boschi e aree assimilati (compresi gli impianti di arboricoltura). Le infrazioni comporteranno una sanzione amministrativa compresa tra un minimo di 150 mila lire e un massimo di un milione e mezzo, a prescindere dalle ulteriori sanzioni amministrative e penali che potranno essere inflitte nel caso che da tali operazioni si sprigioni davvero un incendio.