Nel 1995 un gruppo di psichiatri ha fondato la Società Italiana per la Psicopatologia, aperta a tutti gli operatori psichiatrici, con lo scopo di contribuire a proporre l'area della psicopatologia al centro della ricerca, della formazione e sovrattutto della assistenza in psichiatria.
Nei pochi anni trascorsi dalla fondazione la Società ha realizzato una grande quantità di iniziative: Congressi Nazionali, Simposi, Seminari.
Si ricordano:
Il senso della psicopatologia - Firenze, 1996
Paradigmi di riferimento in psicofarmacologia.
Nosologia o psicopatologia? - Napoli, 1997
I servizi di psichiatria hanno ancora bisogno della psicopatologia? - Reggio Emilia, 1997
La rabbia e il furore: dalla storia all'antropologia - Città di Castello, 1997
La dimensione negativa della schizofrenia - Firenze, 1998
Percorsi di vita o percorsi di malattia? I disturbi di personalità nella pratica dei servizi - Reggio Emilia, 1999
Per il prossimo 26-29 agosto è in programma a Firenze il congresso: Madness, Science and Society.
Florence, Renaissance 2000.
E' noto come la psicopatologia fenomenologica, inaugurata da Karl Jaspers più di ottanta anni fa, sia storicamente connotata dal aver dato priorità metodologica alla attenzione, analisi e sistematico studio delle "esperienze interne", quali esse si danno alla coscienza, quali sono esperimentate, vissute dall'individuo e ai "modi" con i quali il dato di coscienza si manifesta, si articola e si sussegue ad altri.
Da allora, e seguendo sentieri diversificati che vanno dalla fenomenologia alla antropologia, la Psicopatologia si è costituita in un corpo di conoscenze, ignorando le quali si può davvero correre il rischio di ridurci a una psichiatria "mindless", ed anche perdere il presupposto epistemico corretto di approcci metodologicamente diversi alla sofferenza mentale.
Come concludono Gross e Huber (1993), "noi abbiamo bisogno della psicopatologia fenomenologica, in accordo all'assioma : First things first ".
Non c'è Psicopatologia, e forse non c'è Psichiatria, senza questa considerazione, preoccupazione, "cura" dell'esperienza interna dell'uomo. E questo può avvenire su vari piani: o nel suo darsi fenomenico, o nei suoi aspetti strutturali, o nei suoi modi costitutivi. Ma è la peculiare, privilegiata attenzione alle esperienze interne della persona che può fare della psicopatologia fenomenologica una sorta di lingua comune, di koiné, della psichiatria nelle sue diverse declinazioni.
Singolarmente antica suona allora la recente osservazione di John Strauss che ha scritto: "ci sono molte cose che i pazienti stanno tentando di dirci sulla loro esperienza soggettiva e che sistematicamente non riusciamo ad ascoltare". Ecco, è questo "ascoltare... la esperienza soggettiva" il punto zero, ma anche il punto di partenza di ogni approccio tendenzialmente fenomenologico, che del resto ogni Servizio di Psichiatria che funzioni realizza (certo in modo diversificato) nella prassi quotidiana, mettendo da parte ogni pretesa esplicativa, ogni teoresi assolutizzante.