Sabato 13 Maggio (ore 17) alla Sala Consiliare, Via Norma Parenti a Massa Marittima, conferenza pubblica.
L'imponente costruzione che accoglie le cosiddette Fonti dell'Abbondanza è uno dei monumenti più importanti edificati nei momento di massima espansione del Comune tardo medievale di Massa Marittima. Un'epigrafe sulla facciata ricorda che il lavoro fu portato a termine nel 1265 al tempo dei podestà Ildebrandino Malcondime. Da tempo L'Amministrazione comunale ha provveduto al restauro delle Fonti, con il recupero strutturale e con il ripristino del sistema di affluenza dell'acqua nelle tre grandi vasche contenute sotto le imponenti arcate gotiche.
Durante questo intervento si sono notati residui di decorazione murale sulle pareti di fondo. Il restauro completo di una di queste ha permesso un insospettato ed eccezionale ritrovamento. Nascosto da strati di antiche scialbature e soprattutto da un denso strato di concrezioni calcaree, con un paziente e complicato interventi di scopertura è riaffiorata una vasta figurazione di carattere profano, che si può a ragione definire come "L'albero della fecondità. La campitura è sostanzialmente occupata da un grande albero che s'impone per il suo "sintetico naturalismo".
Tutti i suoi rami sono addobbati da numerosi falli. Ai piedi della pianta alcune donne stanno in calmo conversare, due si accapigliano vistosamente per contendersi un rullo, mentre un'altra sembra scacciare alcuni minacciosi corvi, che si di direbbero pronti ad avventarsi sugli inconsueti frutti. Una grande aquila nera presentata in forma araldica, ad ali spiegate, sta a indicare allo stesso tempo lo stemma della città di Pisa, dalla quale proveniva il podestà del momento, o l'emblema dell'impero, dal quale non poteva prescindere il Comune di Massa Marittima, che fu di 'fede' ghibellina fino al 1266.
Oltre a questo elemento, anche i caratteri formali della figurazione si dimostrano coerenti con lo stile della metà del Duecento, tanto che la data del 1265, inscritta nell'epigrafe marmorea delle Fonti, può assumersi come riferimento cronologico assoluto per l'esecuzione del grande affresco. Si è così ritrovata una rara testimonianza di pittura murale duecentesca, il cui interesse sta in gran parte nell'inconsueto soggetto profano probabile rappresentazione di una festa popolare, che sembra affondare le radici nei culti della fertilità e di Priapo dell'antichità romana.
Questo incredibile documento di un passato imprevedibile si offre ai nostri occhi come una tappa di un discorso su un tema fondamentale e comune dell'esistenza umana: il tema della differenza dei sessi e della sua centralità nella riproduzione della vita. Di questi argomenti inerenti "L'albero della fecondità" parleranno Messandro Bagnoli, funzionario della Soprintendenza per i Beni artistici e storici di Siena e Grosseto, e Pietro Clemente docente di Antropologia Culturale dell'Università "La Sapienza' di Roma, sabato 13 maggio alle ore 17, presso la Sala Consiliare del Comune di Massa Marittirna, via Nonna Parenti.