Il 26 febbraio 1997 Idra (allora "Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni contro i progetti di alta velocità di Firenze, Terzolle, Mugnone e Mugello") trasmetteva per raccomandata AR alla Procura della Repubblica presso la Pretura Circondariale di Firenze un esposto in cui si richiedeva, sulla scorta della documentazione prodotta in 12 allegati, la verifica dell'idoneità del progetto di tratta ferroviaria ad Alta Velocità Bologna-Firenze, e delle sue condizioni di attuazione, in materia di tutela ambientale e di impatto territoriale.
Il Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni temeva infatti già allora che potessero risultare assenti o carenti alcune garanzie fondamentali a tutela della salute dei lavoratori, dei cittadini e del territorio, nell'ambito dell'esecuzione di un'opera di così vasto impatto economico, ambientale e sociale, e chiedeva di analizzare approfonditamente la documentazione trasmessa, e di adottare - qualora fossero verificate le condizioni che i documenti sembravano suggerire - "ogni urgente provvedimento atto a prevenire ulteriori rischi sociali, economici e ambientali in uno dei quadri territoriali più preziosi, interessanti e fragili del nostro Paese".
In particolare si evidenziavano:
la mancata convocazione dell'Autorità di bacino del fiume Arno alla Conferenza di Servizi (in relazione all'applicazione delle norme sulla competenza dell'Autorità di bacino del fiume Arno ex 12 L.
18.5.1989, n. 183);
l'apparente incompatibilità della scelta dei siti di estrazione e deposito di inerti in località Cardetole (Comune di San Piero a Sieve) con le indicazioni del Piano di bacino del fiume Arno;
l'apparente assenza del progetto redatto ai sensi della normativa antisismica.
Successivamente, in data 7 aprile 1997, Il Coordinamento trasmetteva alla Procura della Repubblica di Firenze anche il testo della relazione del Servizio geologico della Presidenza del Consiglio dei Ministri concernente la verifica delle condizioni di stabilità dei versanti relativamente alla tratta ad Alta Velocità Bologna-Firenze: una vera e propria requisitoria a carico del progetto di sottoattraversamento appenninico fra Firenze e Bologna per i treni ad Alta Velocità.
Datata 10 novembre 1992, solo da qualche settimana essa era stata messa a disposizione del TAR del Lazio, cui il Coordinamento aveva presentato ricorso contro la chiusura della Conferenza dei servizi per la tratta Alta Velocità Bologna-Firenze.
Citiamo dal testo della relazione:
"Dati frammentari, scarsamente confrontabili", "soggettiva la sintesi dei dati e la conseguente valutazione ai fini della stabilità dei versanti". Uno studio ricco di "discrepanze", "lacune o non corrispondenze dei dati" nella cartografia. Mancanza di "riferimenti toponomastici e tettonici" nel profilo geologico della tratta, "suggerimenti geologico-tecnici generici e vaghi". Trascurate "le qualità geo-meccaniche dei terreni" nonostante esse siano "cause che predispongono alla instabilità degli stessi".
Sottostimate "le modifiche geo-ambientali apportate dall'intervento sul territorio"; "non individuate le evoluzioni geodinamiche esogene e endogene". "Notevole frammentarietà delle informazioni territoriali cartografate" e "diversità delle scale di rappresentazione". Non tenuto "in debita considerazione quanto disposto dal D.P.C.M. 27.12.1988 specie per quanto concerne le informazioni di carattere geognostico e geotecnico". Assente "la considerazione dei geotopi e dei beni culturali a carattere geologico meritevoli di protezione".
"Estrema genericità sia nella previsione degli impatti che nelle proposte di misure di mitigazione, per quanto riguarda sia la fase di cantiere che quella di esercizio dell'opera".
Dopo quel parere, nessun nuovo parere - per quanto risulta a Idra - è stato richiesto al Servizio geologico della Presidenza del Consiglio dei Ministri sul progetto esecutivo poi approvato nella Conferenza dei servizi del 28 luglio 1995. Nonostante o forse proprio a causa del tenore delle accuse prodotte. Nonostante o forse proprio a causa dell'ulteriore aggravamento del rischio idrogeologico derivante dal nuovo tracciato approvato.
Il testo della relazione allegata, le circostanze dell'approvazione del progetto esecutivo della tratta ferroviaria ad Alta Velocità Firenze-Bologna, le infrazioni rilevate nei cantieri dall'Azienda Sanitaria in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, gli episodi di cronaca riportati dai media (ultimo quello del crollo nel cantiere di Osteria, Comune di Monghidoro), spingevano il Coordinamento a rinnovare la richiesta di verificare con urgenza l'idoneità del progetto di tratta ferroviaria ad alta velocità Bologna-Firenze, e delle sue condizioni di attuazione, sotto il profilo della prevenzione, dell'igiene e della sicurezza nei luoghi di lavoro, della tutela ambientale, dell'impatto territoriale.
Infine, in data 4.10.1997, il Coordinamento, preoccupato per gli eventi sismici che avevano colpito ampie zone dell'Italia centrale, tornava a scrivere alla Procura della Repubblica di Firenze reiterando la richiesta di verifica delle condizioni progettuali della tratta AV Bologna-Firenze.
Nella stessa data il Coordinamento inviava richiesta di intervento e documentazione sulle condizioni progettuali di cantierizzazione della tratta AV Bologna-Firenze anche alla Procura della Repubblica di Bologna. "Oggi i gravi danni ambientali registrati dalle cronache, evidenti e ripetuti, provocati alle risorse idriche e all'ecosistema dell'Appennino (subsidenze di campi agricoli, prosciugamento di sorgenti e acquedotti, impoverimento di corsi d'acqua superficiali) dalla cantierizzazione per la linea ferroviaria ad Alta Velocità nei Comuni di Firenzuola e di Borgo S.
Lorenzo, in Provincia di Firenze, sembrano aver dato corpo ai timori espressi già tre anni or sono negli esposti alle Procure della Repubblica di Firenze e di Bologna.
In che misura è stato tenuto conto delle segnalazioni e delle richieste di verifica a suo tempo inoltrate a fronte dei rischi paventati di danni permanenti agli equilibri territoriali?"
E' quanto chiede Idra in una lettera aperta inviata ieri al ministro di Grazia e Giustizia on. Oliviero Diliberto, al quale l'associazione fiorentina rivolge nel contempo un pressante appello per una iniziativa governativa volta a riconvertire in direzione di progetti socialmente utili i giganteschi investimenti pubblici immobilizzati nella TAV, la cui cantierizzazione promette anche per il futuro nuove probabili devastazioni ambientali.