Conferenza - dibattito sabato 15 aprile, ore 16.00 - 19.00, presso il Museo della Specola, Via Romana 19, nell'ambito della mostra sulla BIOArte di Pietro Antonio Bernabei, al Museo della Specola nel periodo 31 marzo - 15 aprile (inaugurazione: 31 marzo, ore 18).
L'arte può essere considerata una forma di esplorazione e di conoscenza della realtà. In questo l'attività artistica può in qualche modo essere avvicinata alla pratica scientifica, anche se, naturalmente, i metodi, le procedure e le conclusioni sono profondamente diverse nei due ambiti.
Una forte analogia tra arti e scienze è, viceversa, rappresentata dal procedere attraverso l'elaborazione di modelli.
Le teorie scientifiche sono generatori di modelli. Dall'analisi e dalla verifica di questi originano e crescono le nuove idee in una dinamica di paradigmi, tecnologie, teorie e programmi di ricerca. La capacità dello scienziato di muoversi all'interno di questa dinamica costituisce, in ultima analisi, il versante più squisitamente creativo della pratica scientifica. L'arte è un'altra attività intellettuale che elabora modelli e che si serve di questi per conoscere, rappresentare, interpretare e modificare la realtà sensibile.
Nel campo artistico, tuttavia, il modello non viene assunto necessariamente per attinenza logica, come abitualmente accade in ambito scientifico, ma anche per altre vie, quali l'analogia, la semplice assonanza, la metafora, l'antitesi, il sovvertimento del significato, il non-senso, l'assenza di regole e così via.
In passato sono stati numerosi i casi di contaminazione tra il sapere scientifico ed il sapere artistico, basti pensare a Leonardo da Vinci o al contributo della matematica e della geometria nell'elaborazione artistica rinascimentale.
Altri casi, spesso ingiustamente trascurati, sono rappresentati dagli illustratori scientifici, che hanno contribuito in modo decisivo alla documentazione e alla diffusione delle conoscenze mediante rappresentazioni, spesso di gran valore estetico.
Nel corso degli ultimi anni si è venuta sviluppando una discreta attenzione al territorio di confine tra le scienze e le arti. La rivista inglese Nature, una delle più importanti a livello mondiale per le scienze naturali, ha tenuto rubriche chiamate Art and Science e Science and Image, curate da Martin Kemp, professore di Storia dell'arte all'Università di Oxford.
Alcuni anni or sono, H.R.Obrist, attuale direttore del Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris, ha curatoun'esposizione su Arte e Scienza presso un'istituzione olandese.
A Firenze nel 1997 ha avuto luogo a palazzo Medici Riccardi una mostra che intendeva, tra l' altro, valorizzare gli aspetti estetici della rappresentazione anatomica.
E' attuale argomento di riflessione antropologica e filosofica, oltre che artistica, il cambiamento che la moderna tecnologia, soprattutto informatica, e lo sviluppo della così detta realtà virtuale, porterà nei processi percettivi e cognitivi e nell'esperienza corporea dell'Homo sapiens.
A Firenze sono presenti alcune esperienze artistiche che esplorano l'ambito di contaminazione tra scienza ed arte.
Proprio nella nostra Città, infatti, è esistita un'interazione profonda tra le conoscenze scientifiche e le manifestazioni artistiche; oltre agli esempi illustri del Rinascimento e di Leonardo da Vinci, non si dovrebbero dimenticare altri personaggi estremamente importanti da questo punto di vista, anche se meno conosciuti, quali, per esempio, Iacopo Ligozzi (che del disegno botanico ha fatto, per primo, ragione di documentazione scientifica), e Clemente Susini (la cui maestria nella rappresentazione scultorea dell'anatomia umana è ancor oggi motivo di ammirazione nelle cere della Specola).
Venendo ai personaggi dei nostri giorni, vanno ricordate le seguenti personalità:
* il maestro Pietro Grossi, il primo italiano, e tra i primi a livello mondiale, a impiegare il computer nella musica. Attualmente realizza con il computer opere figurative, definendo questa attività Home Art, l'arte che ciascuno può facilmente fare a casa propria.
* l'ingegnere Luciano Romoli, da molti anni impegnato in un'attività artistica che definisce Arte Scientifica, e che esplora le valenze estetiche nell'ambito dell'elettronica, della meccanica, ecc., così come le possibilità offerte in campo artistico dal progresso tecnologico.
* Michelangelo Tomarchio Levi, un artista che ha lavorato a lungo sull'immagine antropologica e medica del secolo scorso, attualmente impegnato sul fronte della ricerca artistica multimediale con la MTL Cantieri Riuniti.
La Bioarte di Pietro Antonio Bernabei
L'attività artistica di P.A.
Bernabei, per definire la quale egli ha coniato il termine Bioarte, ha come modelli di riferimento quelli propri delle scienze della vita. La ricerca che sta conducendo si svolge nel territorio di confine tra biologia e arte, realizzando un processo di contaminazione tra i modelli caratteristici di queste due forme di conoscenza.
Il lavoro di P.A.Bernabei è figurativo: rappresenta immagini microscopiche, cellule soprattutto, impiegando varie tecniche, olio e acrilico su tela, acquerello o tecniche miste su carta.
In analogia con le tecniche d'immunofluorescenza largamente impiegate nella ricerca biomedica, realizza piccole opere con colori fluorescenti all'ultravioletto. Svolge, inoltre, un lavoro di trascrizione d'immagini presenti nella letteratura scientifica del secolo scorso, mettendo in evidenza significati metaforici suggeriti dal progresso delle conoscenze e dalle variazioni dei paradigmi.
P.A.Bernabei ha studiato pittura a Seattle con il maestro Andrew Chen, pittura cinese con il maestri Xiau Li a Seattle e Wang Wei a Pechino.
Ha seguito i corsi di grafica della Scuola Internazionale di Grafica di Venezia.
Pietro Antonio Bernabei: medico ematologo, svolge attività sia clinica che di ricerca di laboratorio. Ha lavorato presso il St Thomas's Hospital in Londra e il Fred Hutchinson Cancer Research Center in Seattle. Pratica le arti figurative.