E' stato presentato ieri nell'auditorium del Consiglio regionale nell'ambito di una giornata di studi promossa dalla Regione Toscana e dall'Amministrazione Provinciale.
Il rapporto - che è stato illustrato da Renata Caselli dell'IRPET, Roberto Gori e Maura Ceccanti dell'ARPAT e Marco Pellegrini della Provincia - nasce dalla sinergia fra i soggetti istituzionali impegnati quotidianamente nella programmazione, gestione e controllo delle risorse ambientali. La Regione Toscana, la Provincia di Firenze, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana, l’Istituto Regionale per la Programmazione Economica della Toscana, hanno collaborato alla stesura che, nelle intenzioni dei promotori, rappresenta una sorta di punto zero a cui far seguire nel futuro aggiornamenti ed approfondimenti che oltre a fornire maggiore completezza e dettaglio, permettano di monitorare l’evoluzione dello stato dell’ambiente nella Provincia di Firenze.
Punto di partenza del rapporto è la descrizione delle principali caratteristiche socioeconomiche del territorio e l’analisi della loro evoluzione passata e futura; scopo principale di quest’approccio è determinare l’impatto che tali caratteristiche possono imprimere alla qualità ambientale per arrivare ad individuare le azioni che meglio consentano di coniugare la crescita economica e produttiva con uno sfruttamento dell’ambiente che non intacchi la riproducibilità delle risorse, conciliando così le esigenze di breve periodo con quelle delle future generazioni.
Vi è infatti un rapporto di condizionamento reciproco esistente fra sviluppo economico e questioni ambientali: non sono soltanto la presenza umana, le attività produttive, i trasporti o i flussi turistici ad esercitare pressioni sulle condizioni ambientali, ma sono anche queste ultime a ripercuotersi significativamente non solo sulle condizioni di vita e di lavoro, sui fattori di localizzazione delle imprese, sulla consistenza e la qualità della dotazione infrastrutturale ma anche sui fattori di competitività del sistema economico.
Successivamente vengono presi in esame in maniera dettagliata i vari sistemi (Territorio, Acque, Aria, Energia, Rifiuti e Trasporti).
Per ognuno di questi vengono esaminate le singole risorse e viene descritto il rispettivo stato descrivendo inoltre i metodi utilizzati per monitorarle.
Ne esce fuori un quadro variegato e non omogeneo, tipico di una provincia in cui alla presenza della più grossa conurbazione urbana della Toscana e di molte altre aree ad elevata urbanizzazione si affiancano vaste aree di elevata qualità naturalistica. Nei vari sistemi si ripete uno schema che vede la qualità delle risorse ambientali deteriorarsi dove maggiore è l’attività umana.
E come ha detto l'assessore provinciale all'ambiente, Mario Lastrucci, vanno evitati allarmismi ingiustificati ma non vanno sottovalutati i rischi reali.
Questo vale per la qualità delle acque superficiali, dove solo ora comincia a chiudersi il buco nero dovuto alla mancanza del depuratore dell’area fiorentina, per le acque di falda e per le aree da bonificare, dove le aree a rischio pur essendo presenti in tutta la Provincia si concentrano intorno a Firenze.
Critica è nelle aree urbane e specialmente a Firenze la situazione per quanto concerne l’inquinamento acustico, mentre non appare preoccupante il quadro relativo al cosiddetto "elettrosmog".
Anche la qualità dell’aria ha il suo punto di crisi a Firenze e nelle sue immediate vicinanze, anche se si può rilevare con soddisfazione come la qualità dell’aria migliori per gran parte degli inquinanti, compreso il benzene.
Anche per lo smog estivo da ozono, dove la conoscenza non è ancora sufficiente per prevedere se vi sia una tendenza positiva in atto, la situazione sembra quantomeno stazionaria.
Dalla gestione dei rifiuti urbani non derivano problemi ambientali in senso stretto, quali quelli che vengono paventati ogni volta che si propone la costruzione di un nuovo impianto di smaltimento. Dalle discariche e dagli impianti di trattamento e termoutilizzazione non derivano né contaminazione delle falde e delle acque superficiali, né situazioni di rischio per quanto concerne l’inquinamento atmosferico, a parte in alcuni casi consistenti fenomeni di maleodoranze.
Tuttora però la quasi totalità dei rifiuti viene smaltita in discarica ed occorre perciò passare a forme di gestione dei rifiuti che privilegino il recupero di materie prime e di energia. Resta aperto invece il nodo del corretto smaltimento del cemento amianto e della raccolta differenziata dei rifiuti urbani pericolosi. Lastrucci ha messo in evidenza che i rifiuti non vanno più smaltiti al di fuori della Provincia ma solo all'interno dell'ambito di produzione.
Infine vengono esaminate le politiche che la Provincia di Firenze ha messo in atto per la gestione del patrimonio ambientale.
Degni di particolare menzione sono la costituzione con il cofinanziamento della Unione Europea dell’Agenzia Fiorentina per l’Energia, la promozione della sostenibilità ambientale con il progetto Agenda 21 che prevede l'adesione alla carta di Aalborg delle città sostenibili, il Sistema Informativo Ambientale ed il controllo integrato della qualità dell’aria, con l’utilizzo sia di stazioni chimiche, che di tecniche di biomonitoraggio e modellistiche. Come ha rilevato l'assessore regionale all'ambiente Claudio Del Lungo quello dell'energia è un settore strategico e bisogna puntare molto di più sulle fonti rinnovabili.
Per un ulteriore risanamento della qualità dell’aria è in particolare necessario potenziare il trasporto pubblico e le relative infrastrutture, per migliorare la qualità delle acque dell’Arno è necessario in primo luogo attivare tutto l’impianto di depurazione di S.
Colombano.
L’approvazione del piano di gestione dei rifiuti dei due ambiti territoriali ottimali in cui è distribuito il territorio provinciale (è già iniziato l’iter per l’esame del piano di gestione dei rifiuti dell’ATO n. 6) permetterà di porre le basi di una definitiva soluzione dei problemi di smaltimento.
Il segnale più significativo che questa giornata di studi dà è comunque, come ha rilevato nel suo l'assessore Mario Lastrucci, quello dell’approccio interdisciplinare ai problemi ambientali: la qualità dell’ambiente non si fa solo con gli impianti di abbattimento o con depuratori, ma in primo luogo con le politiche agricole e con la corretta gestione del territorio.
Allo stesso tema ha puntato anche il vicepresidente della Provincia, Riccardo Conti, che ha parlato di un patrimonio ambientale che è rurale ma storico, caratterizzato da insediamenti, coltivazioni, turismo.
Un patrimonio da dotare di infrastrutture che possono solo giovare all'ambiente, come ferrovie, depuratori, opere di risanamento idraulico, reti di comunicazione.
Polemica a distanza sulle aree potette nell'ambito del convegno di presentazione del Rapporto sull'ambiente nella provincia di Firenze, che si è svolto oggi nell'auditorium del Consiglio Regionale.
Nel suo intervento di questa mattina l'assessore regionale all'ambiente, Claudio Del Lungo, aveva affermato che quella di Firenze è l'ultima fra le Province toscane sul fronte dell'istituzione di nuove aree protette.
La Provincia di Firenze si sarebbe inoltre "dimenticata" di avere al suo interno una parte dell'importantissimo parco nazionale delle foreste casentinesi. Per Del Lungo si deve rimediare nel corso di questa legislatura. L'assessore regionale ha poi fornito la sua interpretazione del concetto di sviluppo sostenibile, che non è tale quando si consuma il territorio, come si fa con certi patti territoriali, senza garantire la rinnovabilità delle risorse.
Nel pomeriggio la replica della Provincia, per bocca del vicepresidente Riccardo Conti.
"E' la Regione ad aver bloccato per motivi burocratici l'istituzione di quattro nuove aree protette. Aree importanti come quelle sull'Arno ad est e ad ovest di Firenze, modernamente concepite all'interno del territorio urbanizzato".
"Del Lungo ha in mente una regione antica e arcaica - ha poi detto Conti - mentre la nostra visione è che vanno protette le aree a rischio, non quelle che si proteggono da sole". Il riferimento a quest'ultime è alle colline, che rappresentano un patrimonio ambientale e storico ed una risorsa in quanto sede di insediamenti, coltivazioni, turismo.
Attenzione poi a demonizzare le infrastrutture, pensandole in termini di viadotti e cemento, mentre la visione moderna è quella di ferrovie, depuratori, opere di risanamento idraulico, reti di comunicazione che non nuocciono ma giovano all'ambiente.
"Difendo la sensibilità degli amministratori che hanno fatto scelte responsabili nei confronti del territorio e che non si meritano critiche generalizzate", ha concluso Conti, che si è anche chiesto se all'origine della posizione di Del Lungo non ci sia il fatto che la Provincia di Firenze sia stata la prima in Italia ad approvare un buon Piano Territoriale di Coordinamento.