di Massimo Braccini, Segretario generale Fiom Cgil Toscana
Firenze 29 giugno 2014- Rischio nuova ondata di licenziamenti se non verranno trovate misure alternative alla cassa integrazione in deroga. La minima proroga che consente una copertura massima fino al 31 agosto o 8 mesi nell'arco di quest'anno non risolve assolutamente il problema. Sono migliaia i lavoratori in Toscana che stanno usufruendo questo ammortizzatore sociale e per lo più' sono dipendenti di piccole imprese, cooperative, ditte artigiane che in parte sono legate a grandi industrie in crisi in attesa della ripresa, ma che questa ripresa una parte sostanziale dei lavoratori non vedranno mai perché' a breve rischiano tutti il licenziamento.
I lavoratori che ne hanno diritto potranno usufruire della indennità' di disoccupazione, ma un conto è' rimanere dipendenti di un'impresa e un conto è' essere licenziati.
Approfondimenti
A rischio vi è' la perdita del patrimonio professionale, il valore aggiunto di ogni azienda.
In questi anni attraverso l'utilizzo di questi ammortizzatori sociali molti lavoratori hanno potuto riprendere il lavoro, questa volta se non ci saranno interventi ulteriori a sostegno non sarà' così e questo attiverà' un processo profondo di una gravità' unica. Ormai quasi tutti i processi produttivi si reggono su una filiera di imprese, molte lavorazioni sono svolte storicamente da ditte in appalto, se intorno ad una grande impresa sparisce una fetta sostanziale dell'indotto le modalità' di produzione saranno riviste con tutto quello che ne consegue come tenuta del sistema.
Bisogna uscire dalla logica della copertura finanziaria e di volta in volta andare a contrattare, bisogna tornare a parlare di diritti, e i diritti sono tali se riguardano tutti i lavoratori. Bisogna avere la consapevolezza di cosa e' necessario per continuare a governare un processo di crisi così' profondo.
Vanno estesi gli ammortizzatori sociali a tutte le tipologie di impiego e di impresa e vanno resi universali, estendendo la contribuzione a tutte le imprese e a tutti i lavoratori. La riforma Fornero non solo ha creato danni al sistema pensionistico rendendolo il peggiore in Europa, ma anche agli ammortizzatori sociali, attuando una riforma che non risponde alla realtà' dei problemi reali e che come organizzazioni sindacali abbiamo il dovere di batterci per cambiarla.