Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
"Firenze, ore 19 circa del 22 luglio 1999, Galleria Guicciardini nei pressi del numero civico 10. Una galleria alla francese dove i turisti trovano possono attraversarla e dove hanno diverse opportunità di ristoro con tavolini ben tenuti a prezzi veramente modici.
Sono in visita a degli amici che hanno un negozio. Nel parlare, mi indicano una persona seduta a terra, in evidente stato di ubriachezza. Sono disperati, il tizio, due giorni prima, aveva vomitato impedendo il passaggio e il giorno prima aveva defecato, lasciando un odore disturbava in modo micidiale chi si provava a sedere al tavolo.
Nel mentre, ecco che il tizio, da seduto, tira fuori il pene e con tutta tranquillità urina una quantità impressionante di liquidi.
E' un vero e proprio lago. Il tutto davanti a noi tre e ai turisti che si erano appena seduti ai tavoli.
Vado a chiamare i vigili che sostano con il bussino informativo a pochi metri dal Ponte Vecchio. Una vigilessa mi segue, prendendo atto della incredibile situazione ma non ha intenzione di agire. Ad una mia richiesta di elevare, quantomeno, verbale e chiamare una ambulanza (il tizio aveva ferite e vari edemi sul viso nonchè ubriaco consuetudinario e, stante le notizie, pericoloso per se e per gli altri).
Una istanza per impedire il ripetersi o il protrarsi di un reato ma la vigilessa mi apostrofa con un: ma che vuole insegnarmi cosa devo fare! Chiamo una pattuglia, non posso lasciare solo il mio collega! La vigilessa si allontana, lasciando il tizio per terra e noi a bocca aperta.
Che strano, il collega non poteva rimanere solo a dare informazioni mentre lei poteva lasciare a se stesso chi risultava in stato di ubriachezza molesta. Passano moltissimi minuti e arriva la pattuglia. Scendono un vigile e tre vigilesse.
Si avvicinano al tizio e si consultano sul da farsi. Il tempo passa e chiedo cosa intendono fare. Mi rispondono che non possono far niente, che la loro azione non porta a niente, ecc…
Esterrefatto, gli chiedo di procedere, quantomeno a chiedere documenti ed elevare un verbale.
La vigilessa e il vigile, irritati, mi accusano di non ascoltare quello che dicono e che non devono impare certo da me cosa fare. Ribadisco che, come agenti accertatori, minimo, devono elevare verbale e chiamare chi deve pulire, ripristinando la circolazione senza che vi sia alcun pericolo.
Ormai, mi vedono come "nemico" mentre l'imbrattatore è da comprendere e consolare.
L'atteggiamento verso il contravventore è estremamente amichevole, comprensivo. Il tizio vede fumare la vigilessa e chiede una sigaretta che, prontamente, gli viene fornita. Gli chiedono i documenti, spariscono all'auto, vedono che sfogliano nervosamente un libro.
Sono già le ore 20 e, piegata in quattro, consegnano al tizio (sembra essere di nazionalità austriaca) il verbale ma, a voce altra e guardandomi con un leggero sorriso, fanno sapere che si tratta di una semplice multa da 20.000 lire.
Arriva un addetto del Quadrifoglio e comunica che la pulizia verrà fatta domani mattina.
Faccio presente che a pochi metri ci sono tavolini per il ristoro dei turisti. Mi viene risposto che c'è solo una squadra che interviene per pulire in caso di incidente stradali. Gli ricordo che anche in questo caso si tratta di ripristinare la circolazione stradale dei pedoni nonché garantire un minimo di igiene. L'addetto del Quadrifoglio alza le braccia e: riprovo a chiamare il caposquadra, vedremo ….
I vigili si allontanano e la vigilessa che fumava butta a terra il mozzicone di sigaretta: un tocco di classe quale personale contributo al programma Firenze Pulita".
Pier Luigi Ciolli