Fu una sentenza della Corte Costituzionale che fece molta notizia, la 154/99: anche nei casi di separazione dei coniugi (come gia' nei divorzi) non vanno pagati i vari tributi allo Stato (bolli e imposte). Ma dopo la sentenza secondo l'ADUC c'è stato… il vuoto. "Si sa che non basta una sentenza -commmenta Vincenzo Donvito- perche' gli uffici preposti si adeguino. Occorre almeno una circolare. E per tre mesi abbiamo provato a chiederlo all'Ufficio del Registro di Firenze. Solo dopo molte insistenze e "spedizioni", su una scrivania di un funzionario di questo Ufficio abbiamo scoperto un foglio intestato con scritto "Avviso al pubblico", ma che non era affisso da alcuna parte.
Si trattava di un "avviso" datato 12 luglio e opera non del ministero delle Finanze -come sarebbe stato logico- ma dell'Ufficio di Firenze di questo ministero. Non solo, ma che, al tentativo di lettura risultava totalmente incomprensibile nei concetti e nel modo di presentarli -il contrario di come dovrebbe essere per un avviso di dominio pubblico". L'avvocato Anna Maria Fasulo dello studio legale dell'Aduc che si e' prodigata in questi mesi in questa avventura negli antri degli uffici del ministero delle Finanze, alla fine, coadiuvata anche da un funzionario solerte, e' riuscita ad interpretarla: preso atto che non si pagano piu' queste imposte e bolli (e quando ci sono trasferimenti immobiliari tra coniugi si pagano solo quelle ipotecarie, catastali e invim), il rimborso -solo per le pratiche degli ultimi tre anni dalla data della sentenza- si potra' avere solo dietro richiesta in carta semplice. "Ed e' questa la fregatura! -commenta l'avv.Elisabetta Bavasso, coordinatrice dell'ufficio legale dell'Aduc- La Corte Costituzionale riconosce un errore delle Finanze applicato fino ad oggi, ma non esiste un meccanismo automatico che preveda la restituzione dell'ingiusto tributo.
Non solo, ma per ottenerlo si chiede di portare copia dei versamenti effettuati, e non basta, invece, il fatto di dimostrare la propria identita' e, fatti i dovuti controlli della pratica di separazione, ottenere il rimborso. Il fatto, poi, che questo avviso sia stato tenuto nascosto, la dice molto lunga sulla volonta' delle Finanze di avviare pratiche di rimborso. La lontananza del sistema fiscale e tributario dalla logica e dal buongoverno e' per l'ennesima volta dimostrato: lo Stato e' sempre ingiusto e arrogante quando deve restituire il maltolto, e si ingegna per cercare tutti i metodi che rendano difficile questa restituzione, in modo che il contribuente sia preso per stanchezza e rinunci al dovuto. All'Aduc abbiamo approntato dei fac-simile per questi rimborsi.
Invitiamo i numerosi cittadini che hanno gia' fatto pratiche di separazione coniugale a non esitare e a presentare queste domande: lo Stato non si deve abituare all'idea che la sua arroganza puo' essere premiata dalla pigrizia del contribuente, anche perche' -quando questa pigrizia e' a danno dello Stato- al contribuente si richiedono pagamenti salatissimi".