Ieri Mario Baglini e Nino Frosini del Pdci, ma anche di Marisa Nicchi e Varis Rossi dei Ds, di Tommaso Franci dei verdi, di Olivo Ghilarducci del Ppi e Vincenzo Caciulli dello Sdi hanno presentato un ordine del giorno per invitare il Parlamento alla promulgazione di una nuova legge elettorale anti referendum. I Ds Massimo Bellandi, Alberto Bencistà, Siro Bussolotti e Carlo Melani hanno presentato un documento contrastante e anche il presidente della Giunta, Vannino Chiti, è intervenuto in favore del referendum.
Nel pomeriggio la frattura Ds è stata ricucita, ma il Pdci ha mantenuto l'ordine del giorno sostenuto anche da Rifondazione comunista. Vittorio Cioni, coordinatore di Toscana democratica, ha allora proposto di congelare il dibattito rinviandolo al nuovo anno. Nel frattempo i consiglieri del Polo avevano abbandonato l'aula per protesta: " In Toscana i petardi di fine anno sono esplosi, complici i Comunisti italiani, con ben 3 giorni di anticipo, tra le gambe della giunta regionale, creando scompiglio nelle file di Toscana democratica -si legge in una nota- Chiti può vantare, questa volta suo malgrado, un altro primato: la Toscana prima tra le regioni rosse a spaccarsi su referendum e legge elettorale".