Il 27 maggio il governo presieduto dal democristiano Arnaldo Forlani (ministro della Difesa il socialista Lelio Lagorio, ministro dell'Interno il democristiano Virginio Rognoni) decide la sospensione di tutti i militari iscritti. Ma non basta. A causa del ritardo nella pubblicazione della lista il Governo e costretto a dimettersi. il 28 maggio la polizia uruguayana sequestra nell'abitazione di Gelli a Montevideo, un archivio di 1.343 fascicoli, tra cui almeno 100 dossier redatti dal disciolto servizio segreto militare del generale Giovanni De Lorenzo.
Nell'archivio di Gelli ci sono documenti sulle operazioni di export illecito di capitali della Centrale, la finanziaria del Banco Ambrosiano diretto da Roberto Calvi, che viene arrestato.L'Avanti, quotidiano socialista, pubblica un editoriale in cui si afferma che dietro il "Belfagor" Gelli dev'esserci un "Belzebu" rimasto nell'ombra. A fine mese sul Corriere della Sera esce un invito ai giornalisti coinvolti nello scandalo a farsi da parte. Lo firma un padre della professione, Enzo Biagi, che poco dopo lascera il giornale.
Si dimettono dal loro incarico il direttore dello stesso Corriere, Franco Di Bella, e il direttore del GR2, Gustavo Selva.