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Licio Gelli 7

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 gennaio 1997 01:07

Nel marzo del 1974 il Servizio informazioni della Guardia di Finanza redige tre informative sul conto di Gelli, in cui si legge tra l'altro: "Sicura l'esistenza di rapporti con Andreotti e altri esponenti della sua corrente, relazione che sembra risalire al periodo frusinate". Dopo la nomina in agosto del generale Raffaele Giudice al vertice delle Fiamme gialle, l'Ufficio I viene disciolto, mentre il responsabile del settore, il colonnello Salvatore Florio, morira in un incidente stradale nel luglio '78.

L'ufficiale che ha redatto l'informativa, il capitano Luciano Rossi, si suicidera con un colpo di pistola il 5 giugno '81, dopo essere stato interrogato dai giudici sul "rapporto Gelli".Dopo la strage del treno Italicus (che il 4 agosto provoca 12 morti e 105 feriti) le indagini toccano direttamente la Loggia, ma non approdano ad alcuna conclusione. Il giudice fiorentino Pierluigi Vigna interroga Gelli sui suoi rapporti col generale Vito Miceli, capo dei servizi militari, appena arrestato per cospirazione sovversiva.Il 14 dicembre, al convegno massonico di Napoli si levano aspre critiche nei confronti della P2, ma il 12 maggio 1975 Gelli, sfuggendo alla giustizia massonica, viene elevato al rango di Maestro venerabile e, pur attaccando il Gran Maestro Salvini, dal 26 luglio 1976 ottiene di far uscire formalmente la propria loggia dal controllo del Grande Oriente.

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