Firenze, 29-7-2021 - Un numero incredibile di emendamenti, per la precisione 2.249, sta strumentalmente bloccando il via libera da parte del consiglio regionale toscano, all’approvazione di un articolo della legge regionale 2/2019, che prevede l’abolizione del requisito temporale dell’anzianità di residenza in Toscana per poter presentare la domanda di assegnazione di una casa popolare di residenza in ottemperanza alle ripetute sentenze di illegittimità pronunciate su norme analoghe della Lombardia, Friuli ed Abruzzo dalla Corte Costituzionale.
La posizione assunta dalla Lega Toscana produrrà come unico effetto quello di creare ulteriori disagi, incertezza e precarietà a migliaia di famiglie toscane che da anni attendono di partecipare ai bandi comunali di assegnazione case popolari di fatto bloccati in attesa di questa modifica perché a rischio di annullamento e impugnazione.
"Saranno anche 2.249 le ragioni che spingono alcune forze di opposizione a bloccare l’approvazione di una norma indispensabile a dare il via ai bandi di assegnazione per le case popolari, ma si sappia che sono oltre 15.000 le famiglie che sono in attesa di questo bando: famiglie di lavoratrici e lavoratori in affitto o con il mutuo da onorare che in questi anni hanno subito la crisi economica e sociale del covid, che hanno uno sfratto per morosità incolpevole e che confidano in una casa popolare. Questa non è politica, ma una insensata posizione strumentale che porterà ulteriori disagi a tante famiglie toscane" spiegano Maurizio Brotini e Simone Porzio (Cgil Toscana), Laura Grandi (Sunia Toscana).
“Premesso che non vi era nessuna necessità di modificare la normativa relativa all’accesso alle case popolari -afferma Elisa Montemagni, Capogruppo in Consiglio regionale della Lega, anche a nome dei suoi colleghi- la forza dirompente di oltre duemila emendamenti ha, dunque, fermato l’insensato obiettivo della maggioranza di modificare la Legge che determina l’assegnazione delle case popolari in Toscana.” “La decisione di cancellare, con una misura improvvida, il requisito della residenza da almeno cinque anni per avere diritto ad accedere al bando per l’assegnazione di un alloggio, pensiamo sia, dunque, una scelta assolutamente illogica ed improduttiva.” “Da parte nostra-precisa l’esponente leghista-con spirito costruttivo, avevamo, pertanto, presentato tre proposte di buonsenso; la prima prevedeva che, considerato come il cittadino italiano sia tenuto a dimostrare documentalmente di aver diritto all’abitazione, chiedevamo che pure la persona straniera certificasse, ovviamente nei Paesi in cui è presente un normale catasto e non per chi proviene da zone di guerra, di non possedere beni immobiliari nella sua nazione d’origine.”
“Oltre a ciò -insiste Montemagni- proponevamo l’introduzione di un punteggio premiante a favore di chi in modo certificato dimostra la conoscenza della nostra lingua; talvolta, infatti, possono, ad esempio, sorgere all’interno dei condomini delle conflittualità, magari dovute alla scarsa conoscenza delle stesse regole condominiali.” “Infine, auspicavamo la necessità di avere la residenza in Italia da almeno tre anni ed uno in Regione.” “Insomma -conclude Elisa Montemagni- siamo soddisfatti di aver stoppato quanto ipotizzato da chi amministra questa Regione.
Ribadiamo, dunque, il nostro pensiero: chi risiede da un certo periodo di tempo, sia cittadino italiano o straniero, non deve essere scavalcato in graduatoria, da chi, magari, è sul territorio toscano da pochi giorni. Vogliamo, inoltre, tranquillizzare il Capogruppo Pd, Ceccarelli, ricordandogli che nulla è stato bloccato, perché esiste una Legge, pienamente operativa e quindi i Comuni possono regolarmente pubblicare gli appositi bandi.”