La collezione di autoritratti degli Uffizi, la più importante al mondo

255 opere accompagnano il visitatore nelle dodici sale dedicate dalle Gallerie degli Uffizi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 luglio 2023 20:27
La collezione di autoritratti degli Uffizi, la più importante al mondo

Dopo essere stati a lungo accolti all’interno del Corridorio Vasariano – dal 1973 al 2016 – gli autoritratti vengono dunque per la prima volta esposti all’interno del normale percorso di visita che ospita la collezione degli Uffizi. Molte opere sono state inoltre sottoposte a importanti interventi di conservazione e si possono ora ammirare al meglio, altre sono state prelevate dai depositi del museo, dove prima erano appannaggio di pochi studiosi. Per dare risalto ai tanti volti di questa immensa collezione, gli Uffizi osserveranno il principio della rotazione espositiva, in particolare per quanto riguarda gli artisti viventi, ma non solo.

Il percorso, che offre una selezione di 255 opere, tra dipinti, sculture, installazioni e grafica, è l’occasione per incontrare una folta schiera di protagonisti della storia dell’arte: tra questi Andrea del Sarto, Federico Barocci, Luca Giordano, Rubens, Rembrandt, i grandi napoletani De Mura e Solimena, ma anche Francesco Hayez, Eugène Delacroix, Arnold Böcklin (l’autore della celeberrima Isola dei Morti), Giuseppe Pellizza da Volpedo, Elisabeth Chaplin, Adolfo Wildt, Marino Marini.

Avviata nel Seicento dal cardinale Leopoldo de’ Medici e da allora costantemente accresciuta con acquisti e donazioni, va dal Quattrocento al Ventunesimo secolo

A ogni secolo, a ogni regione corrisponde un’attitudine: gli italiani più intimisti, i nordici fieri del loro mestiere e del loro status sociale, i francesi affogati nei pizzi e nelle grandi parrucche, le pittrici impegnate a rivendicare il loro talento senza rinunciare alle eleganze della moda. Nella collezione degli Uffizi, accanto a Canova, il primo autoritratto di una scultrice, Anne Seymour Damer, che nel 1778 firma la propria effigie addirittura in caratteri greci, per affermare una cultura normalmente preclusa all’universo femminile. È esposto anche, per la prima volta, l’autoritratto di uno street artist, il londinese Endless, che si raffigura insieme al duo Gilbert & George.

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