Italia Nostra: lettera aperta a Giani sull'alluvione nella Piana

La Sezione di Firenze stigmatizza l'importanza di un presidio del territorio sostenibile e mirato a evitare i disastri

Nicola
Nicola Novelli
05 novembre 2023 11:23
Italia Nostra: lettera aperta a Giani sull'alluvione nella Piana

Nei siti internet dei Comuni coinvolti negli eventi naturali di questi giorni non si trovano pubblicati in evidenza i  Piano Comunale di Emergenza, tanto meno  in home page gli interventi operativi predisposti in caso di esondazione dei corsi d'acqua.

Ma se si lascia che i cittadini si arrangino, c'è da domandarsi quanti di loro e  quante imprese coinvolte abbiano stipulato in modo preventivo e cautelativo una polizza assicurativa.

Siamo in stato di emergenza…, declama il Presidente Eugenio Giani il 3 novembre, a commento del disastro causato, il giorno prima, dalla tempesta Ciaran nella Piana di Firenze e anche nella Toscana nord-occidentale. Ma le rovine e i lutti ora prodotti (che si ripetono con sempre maggior frequenza dopo gli altri del recente passato) sono solo colpa della natura stravolta e violentata dall’inquinamento e dal cambiamento climatico globale, oppure sono frutto perverso anche delle scelte politiche incompatibili, recenti e attuali, di chi gestisce la politica alla scala nazionale e regionale?" si legge nella lettera di Italia Nostra al Presidente Eugenio Giani.

"Di fronte al disastro appena compiuto, il Presidente Giani non avverte responsabilità di sorta da confessare a sé stesso e ai suoi amministrati? Negli anni del suo mandato, cosa ha fatto e cosa non ha fatto la Regione (insieme ai Consorzi di Bonifica ed altri organismi delegati e alle autonomie locali singole o aggregate in Unioni di Comuni e in Province) per la manutenzione e la sistemazione razionale degli equilibri ecologico-ambientali (a partire dall’assetto idrogeologico in montagna, in collina e in pianura, con i corsi d’acqua e il sistema micro-idraulico, con i versanti dei rilievi, con i boschi) e per attuare concretamente, sul territorio, il principio fondamentale, sulla carta garantito da tante belle leggi (a partire dalla Legge urbanistica e dal Piano paesaggistico regionale), del consumo di suolo zero?

Non vede il Presidente Giani, come me e come tanti altri cittadini, che – nel contesto della tanto declamata, sottoscritta e assicurata Transizione Ecologica – stiamo vivendo, invece, in totale contraddizione rispetto alle belle regole codificate, in una sorta di frenetico ballo da ultima notte del Titanic, con le Amministrazioni Comunali (a partire da quelle di Firenze e di Bagno a Ripoli), così irresponsabilmente ubriacate da fare a gara a prevedere (non nei vecchi ma nei loro nuovi strumenti urbanistici appena adottati!), coll’ancora più irresponsabile e colpevole consenso regionale, una sempre più elevata e stridente colata di cemento: per altro in una Toscana e in un’Italia gravemente colpita dalla decrescita demografica (resa più drammatica dall’invecchiamento della loro popolazione), dalla crisi economica e dalla disponibilità di case vuote o comunque da recuperare e adattare ai nuovi standard di sostenibilità?

E non ha niente da rimproverarsi, il Presidente Giani, riguardo alle sue scelte politiche, a dichiarazioni conclamate, ed azioni a pieno sostegno – generalmente basato sul finanziamento pubblico o su incentivi tratti dalle tasche dei contribuenti – della costruzione del nuovo aeroporto fiorentino (che taglia per oltre 2 km la Piana, sconvolgendo il reticolo idraulico, obbligando a cervellotiche opere sostitutive); del sottopasso TAV di Firenze (che intercetta il Mugnone con effetti imprevedibili); di circonvallazioni autostradali e ponti sull’Arno; di tranvie (anche di dubbia utilità, certamente ipercostose e rovinose quali le fiorentine); di terze torri direzionali; di un complesso militare di 400.00 mc all’interno del Parco Regionale di San Rossore; di rigassificatori, impianti industriali eolici e fotovoltaici impattanti disastrosamente su beni paesaggistico ambientali e su biodiversità (ma anche su assetti consolidati di economie agricole e turistiche legate alla fruizione dolce e lenta del patrimonio territoriale); di tagli di ceduazione sempre più ravvicinati e rovinosi sui boschi anche tutelati (praticamente sottratti ad autorizzazioni e sorveglianza degli enti tradizionalmente deputati), in funzione dell’industria delle biomasse e del cippato: Il tutto a garanzia dei super-profitti delle grandi imprese nazionali e multinazionali dell’energia? Italia Nostra – che nonostante la Lettera inviata nel settembre scorso, insieme ad altre associazioni di tutela del patrimonio, è ancora in attesa di una risposta istituzionale – gradirebbe assai poter discutere, anche pubblicamente, col Presidente Giani sul che fare" conclude la sezione di  Firenze

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