Guai TAV: fango dal cantiere

E le associazioni ambientaliste si preoccupano, come le opposizioni politiche

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 dicembre 2023 16:10
Guai TAV: fango dal cantiere

I lavori del Passante TAV sono iniziati di nuovo dopo molti anni di sospensione; quelli delle gallerie, che sarebbero il cuore del progetto, pare vadano avanti lentamente visti i rischi che comportano.

A Firenze schizzano fuori per strada da sottoterra a metà pomeriggio di martedì 12 dicembre, su un passaggio viario strategico, i l Ponte al Pino, piccoli geyser di fango che rendono impraticabili le carreggiate. La nuova ‘talpa’ della TAV blocca per ore e ore il traffico e la città - già stressata dai cantieri della tramvia - si ingorga.

Quel che è accaduto pochi giorni fa al Ponte del Pino, con la fuoriuscita del materiale scavato che è tenuto in pressione dalla TBM (la fresa), ha solo bloccato il traffico e regalato un pomeriggio da incubo alla città; per fortuna non ci sono stati dissesti alle infrastrutture, ma è comunque il segno che i lavori non sono e non saranno così semplici.

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In questi giorni è anche apparsa una grossa trivella in via Cittadella, vicino a viale Belfiore, che dovrebbe preparare il cantiere dal quale si dovrebbero fare le iniezioni di boiacca cementizia sotto le fondamenta dell’edificio che deve essere consolidato.

Il sindaco di Firenze Dario Nardella dichiara: Noi non possiamo tollerare ulteriori problemi di questo carattere”. Ma anche: “C'è un programma con il quale verranno informate dettagliatamente tutte le persone interessate, senza motivo di allarme o di eccessiva preoccupazione".

"Ma i cantieri sono già partiti da un pezzo -interviene l'Associazione di volontariato Idra- E finora si è visto un solo incontro, il 23 novembre. I residenti di via delle Ghiacciaie e via Cittadella, unici invitati, non hanno fatto mancare vibrate proteste per i disagi subiti! Fortuna (dell’Amministrazione) che la custode dell’Infopoint abbia chiuso le porte e mandato tutti a casa dopo i pochi minuti lasciati al dibattito.

E il resto della città, poi, non sono “persone interessate”? Studenti, lavoratori, abitanti, visitatori, non hanno forse diritto a sapere cosa succederà alla loro vita quotidiana nei prossimi cinque anni minimi programmati per i lavori fra Campo di Marte e Castello? Non hanno diritto a sapere se e quanto sarà sicura la città che abitano o frequentano? Cosa hanno fatto per metterne al corrente la popolazione la giunta Nardella e l’Osservatorio ambientale, presieduto dal direttore generale del Comune?

Lo sa, il sindaco, che questo progetto è privo persino di un piano di emergenza? Sì, il sindaco lo sa, perché i cittadini gli hanno trasmesso da mesi la segnalazione, su carta intestata e protocollata, del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, tenuti all’oscuro di tutto.

Lo sa, il sindaco, che la prima galleria costruita per l’Alta Velocità a Castello (il cosiddetto ‘Scavalco’) è già un colabrodo, perché perde acqua da tutte le parti? E che è priva del collaudo tecnico-amministrativo? Sì, il sindaco lo sa, perché i cittadini gli hanno trasmesso da mesi le foto e la documentazione di quell’edificante degrado.

Lo sa, il sindaco, che l’ultimo incontro pubblico organizzato dalla giunta comunale di Firenze per informare la popolazione sul progetto Alta Velocità risale al 15 dicembre 1998, nella Palazzina presidenziale di Santa Maria Novella, col sindaco Mario Primicerio e gli assessori all’Urbanistica Enrico Bougleux, ai Lavori pubblici Giovanni Bellini e all’Ambiente Sergio Paderi? Lo sa che l’unico altro incontro pubblico informativo organizzato dal Comune era stato il 14 dicembre 1998, all’SMS di Rifredi, con gli assessori al Traffico Amos Cecchi, all’Urbanistica Enrico Bougleux e all’Ambiente Sergio Paderi?".

"Nonostante la mole di annunci prodotti da Ferrovie, Regione (Eugenio Giani) e Comune di Firenze (Dario Nardella) pare che ancora ci siano problemi con lo smaltimento delle terre, come accennato dall’assessore Giorgetti rispondendo ad una interrogazione. I primi metri sarebbero contaminati da additivi che non consentirebbero il trasporto a Cavriglia e pare non sia ancora disponibile una discarica pronta ad accogliere le terre che il Presidente Giani sogna scorrere veloci su nastri trasportatori dagli inferi di Firenze ai paradisi del Valdarno.

Pare addirittura si voglia cambiare additivo per velocizzare lo scavo, questo dopo anni di discussioni, di fermo dei cantieri, di modifiche della normativa. Segno che problemi irrisolti ce ne sono eccome -interviene l'associazione NoTunnelTav- Nell’aggiornamento del progetto pare che si siano resi conto che le cose non filerebbero lisce come hanno sempre detto e conseguentemente prevedono il consolidamenti di alcuni (molti) edifici; nella zona di via delle Ghiacciaie e via Cittadella i tecnici del Comitato hanno detto fin dall’inizio che saranno molto probabili cedimenti del terreno e rischi di danni anche pesanti; lo stesso progetto lo riconosce smentendo l’ottimismo ostentato fin’ora.

Il Comitato ci tiene a ricordare che i moniti lanciati negli anni furono negati e a volte ridicolizzati; adesso qualche preoccupazione sorge anche dietro il muro di surreale ottimismo che difende l’opera sotterranea. C’è davvero da augurarsi che la ditta (in subappalto) che esegue questo lavoro di consolidamento sia competente, perché anche queste operazioni non sono esenti da rischi, soprattutto quando le iniezioni vengono fatte senza strumentare l’edificio (ci sarebbe da chiedersi: quanto boiacca verrà iniettata? Il terreno ha una sufficiente permeabilità per assorbire la boiacca iniettata?): se lo scavo di gallerie provoca perdita di volume nel sottosuolo con conseguente cedimenti superficiali dove c’è la città, le previste iniezioni sotterranee potrebbero causare aumento dei volumi sotterranei e conseguente innalzamento del terreno sul quale insistono gli edifici.

Gli effetti sugli edifici sarebbero molto simili (ovvero opposti) a quelli dovuti agli scavi.

Questo progetto di sotto-attraversamento si porta dietro rischi enormi e garantisce benefici minimi che sarebbero molto maggiori con il potenziamento del nodo ferroviario di superficie; il Comitato e molti cittadini continuano a chiedere il perché di scelte così poco razionali, ma ancora non ci sono risposte. La litania che “si libererebbero i binari di superficie” con la realizzazione del sotto-attraversamento contrasta con la realtà che ciò si potrebbe ottenere con nuovi binari in superficie, ma con tempi minori, minimi rischi e costi infinitamente più bassi. Già! Forse sono proprio i costi bassi che non convincono Giani, Nardella, Pizzarotti, Saipem, Cosorzio Florentia; anche il consolidamento degli edifici potrebbe essere un espediente per aumentare il costo dell’intervento più che pensare alla salvaguardia del patrimonio edilizio esistente".

“La città è ormai abituata a dover fare i conti con un traffico perennemente congestionato a causa di strade prive di manutenzione, cantieri stradali e quelli per la tramvia. Ci mancavano solo i lavori della Tav a peggiorare la situazione. Secondo quanto dichiarato da Rfi, i materiali di risulta dello scavo della fresa Iris sarebbero finiti in un vecchio tubo di carotaggio. Dal tubo sarebbe risalito il fango mischiato ad additivi che si è riversato vicino al ponte obbligando la chiusura del traffico. Su quanto avvenuto occorre fare una approfondita indagine, in modo da scongiurare che si verifichino nuovamente fatti simili e per capire se le aziende consorziate abbiano fatto tutti i controlli e abbiano intrapreso tutte le azioni finalizzate alla sicurezza del cantiere.

Chiederemo quindi spiegazioni in Consiglio regionale all’assessore Baccelli e al governatore Giani” dichiarano il capogruppo di Fratelli d'Italia nel Consiglio regionale toscano, Francesco Torselli, e quello del Q2 a Firenze, Simone Sollazzo.

Per i Cinquestelle questo è solo l’ultimo dei tanti problemi che nel tempo si sono succeduti con il cantiere dell’alta velocità fiorentina: un progetto fallimentare, che sventra una città densamente popolata e complessa come Firenze, solo per alimentare l’ossessione politica per un’opera che nel pratico ha pochi risvolti positivi, se non quello di assecondare lo spirito affaristico di una politica miope e incapace di contemplare soluzioni di mobilità alternative.

“Solo grandi opere con benefici minimi - ammoniscono i pentastellati - ma caratterizzate da un consumo di suolo smodato in un’area già fortemente urbanizzata e complessa, che andrà a distruggere il sottosuolo interferendo con le acque di falda. Quello che è successo, e che probabilmente si ripeterà, era già stato ampiamente previsto dal Movimento 5 Stelle, e prima ancora dai Comitati cittadini, come noi rimasti inascoltati. È giunta l’ora che il sindaco Nardella e il governatore Giani invece di favorire la costruzione del tunnel TAV, presentandolo come un passo avanti per lo sviluppo economico del territorio, prendano coscienza dei pericoli connessi e si oppongano con determinazione alla realizzazione di quest’opera da parte di FS Italiane perché è inutile e dannosa per la città di Firenze” concludono gli esponenti toscani del Movimento.

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