“Il pallone è quello bianco, il pallone è quello bianco...”. Il popolo viola, quello della incandescente FerroFiesole sciamato fuori dal semiFranchi dietro a un eloquente gonfaloncino, c’era scritto “Ma che se’ grullo”, l’aspettava da anni, undici abbondanti ne son passati da quella sera di febbraio 2013 quando la Viola del primo Montella rifilò un sonoro 4-1 all’Inter. O forse no, era successo anche una notte di gennaio del 2019 quando la Roma, già, per l’appunto la Roma, ne beccò sette, in panca c’era Pioli e la Viola volò in semifinale di Coppitalia.
Di quella notte si ricordano la gragnuola di gol (tre firmati da Chiesa), la pioggia dal cielo e dagli occhi dei due telecronisti Rai, Francesca Sinopoli e Fabrizio Failla, avviliti, mortificati, distrutti, “no, dai, la Roma non può essere questa”: qualcosa del genere deve essere successo, mi dicono, anche nella telecronaca odierna di Dazn, e allora la goduria del povero tifoso viola costretto sempre a subire è davvero esplosiva, infinita.
Che poi, subire. Stiamo al presente, please. Tre vittorie squillanti a suon di tromba in otto giorni contando la trasferta di Conference, quindici gol fatti e tre subiti. Tre big castigate: la Roma, ma prima Lazio e Milan. E prestazioni scintillanti. E le classifiche godono: secondo posto in Conference ma a pari punti col Chelsea primo, quarto posto in serie A in testa al gruppone dei 16 punti per via dell’ottima differenza reti, appena due lunghezze dall’Inter e una dalla Gobberìa. Dice: ma il Milan che è dietro deve recuperare una gara. Sì, ok: quando sarà, vedremo. E poi è a Bologna, non brucolini. Da lustrarsi gli occhi, da non crederci.
E da lustrarsi gli occhi c’è stato al semiFranchi, per la manita rifilata alla Roma in evidente stato di confusione interna, sennò come ti spiegheresti che dopo mezz’ora Juric – dato ormai con la valigia in mano – mette fuori due del calibro, anche in immagine, di Cristante e Angelino. Ma più che la confusione della Roma questa volta a lustrare gli occhi è una bellissima Fiorentina, mentre son qui che scrivo ogni tanto vado a rivedermi gli highlights del match, di questo passo quest’articolo lo consegno domattina.
Tanto bella, la Viola, che c’è perfino poco da commentare, e quel poco potrà anche sembrare banale, perché giorno dopo giorno il campo sembra dare ragione a Palladino e alle sue rivoluzioni (vabbè, mezze, dai, perché la difesa a 4 dai dai si mostra più efficace), ma prima ancora a chi ha fatto il mercato, e per diversi dei nuovi se non per tutti sei già a chiedere il riscatto dei prestiti o insomma la formula migliore per tenerli ancora.
Guardate, la Roma non aveva proprio fatto pietà, almeno fino alla mazzata del 4-1, oltretutto messo a segno da un vero e proprio mostro, Edoardo Bove, prova maiuscola a suon di assist e gol, e la bellezza di quel rigore che sé procurato per assestare il primo colpo da ko; e c’è da chiedersi come abbiano fatto a dare via un giocatore del genere con il rischio di perderlo anche se lui per rispetto segna con una caparbietà entusiasmante a dimostrare che il gol lo voleva, però poi non esulta per rispetto; e c’è da chiedersi che aspetti Spalletti a piazzarlo inamovibile nella mediana azzurra.
La Roma ha una bella rosa, per qualcuno da Champions, ma come s’è detto soffre di evidenti squilibri in casa, l’affaire De Rossi è prova più che significativa; e il suo bravo possesso palla l’ha fatto, a volte costringendo la Fiorentina a una difesa a muro, e meno male che il 2-1 è durato poco ed è arrivato quasi subito, giusto dalla combinazione Bove-Kean, il gol del 3-1.
Ma qui sta il bello, o meglio anche qui sta il bello della prestazione dei viola. La capacità di non sfrangiarsi là dietro, intorno a un ottimo Ranieri e a un Comuzzo superlativo, memorabili le continue sportellate con Dovbyk dalle quali è uscito sempre vincente e memorabili anche un paio di veri e propri muri su conclusioni pericolose, ora c’è solo da sperare che il guaio alla caviglia sia di entità simile a quello di Kean, di certo la torsione è stata bruttina. Kean, eccone un altro: il tempo delle strisce non lasciava presagire chissà che, e invece. Lotta come una furia, di fisico di testa di corsa, ma questo s’era già vista. Ora segna anche, e con continuità. E con che modi tecnici: il gol d’apertura, sinistro (lui sarebbe destro, no?) chirurgico a filo del palo, alla fine di una azione veloce e spumeggiante.
Eccola, appunto, la cifra di questa nuova Fiorentina. Chiudersi per ripartire con eleganza, rapidità, veleno. Con gli interpreti giusti, detto di Ranieri e Comuzzo ecco le folate di Dodo – e funziona benissimo la catena di destra con Colpani, che guarda un po’ riesce ormai a giocare anche tutti i 90 e passa minuti a differenza di Monza – e la prestanza di Gosens che oltretutto s’affaccia e benino anche al tiro ma non lo scopro certo io adesso; le geometrie di Adli con Cataldi a fare diga insieme al todocampista Bove; Beltran che mostra tutto il suo talento, la lucidità, la freddezza sul dischetto, i lampi illuminanti a creare spazi.
E dopo, anche la crescente sicurezza di Compitino Richardson, le folate pazzesche di Sottil che ha costretto Svilar a un paratone sul suo siluro all’angolo alto, a imitare De Gea – ecco un altro punto di forza bello solido – pronto a volare sulla maligna punizione di Dybala, una Joya stavolta ben opaca... Così, minuto dopo minuto la Roma è andata in pezzi, lo provano i cartellini, tre di fila, anzi quattro perché Hermoso ne ha beccati due in pochi minuti e anche il solito Mancini avrebbe meritato il secondo ma Sozza l’ha graziato, lo provano i cartellini, si diceva, tutti presi per trattenute.
E il povero Hummels, ultimo entrato, il primo pallone toccato se l’è trovato sulla testa, a spiazzare il povero Svilar. Per il quinto gol, e potevano essere un paio di più.
Basta così. Perché il bello e il brutto del calcio è questo, non fai in tempo a goderti una goleada, terza in otto giorni, che subito c'è il futuro. Giovedì turno infrasettimana, Genoa, trasfertaccia, hanno fame e avranno un certo Mario Balotelli, affamatissimo pure lui, e poi Torino sponda granata, che non brilla assai, e proprio per quello è da prender con le molle. Speriamo nel recupero di SuperPietro (ce n’era stato già un altro, di SuperPietro in mezzo alla difesa una quarantina di anni fa...) Comuzzo, e nella voglia di continuare a far bene. Aspettando Gud, ma non lo fanno rimpiangere, per ora.
Fiorentina (4-2-3-1): De Gea; Dodo, Comuzzo, Ranieri, Gosens; Adli (74’ Quarta), Cataldi (56’ Richardson); Colpani, Beltran (67’ Kouamé), Bove (66’ Sottil); Kean (74’ Ikoné). All. Palladino Roma (3-4-2-1): Svilar; Mancini (46’ Baldanzi), Ndicka, Hermoso; Celik, Pisilli, Cristante (32’ Koné), Angelino (32’ Zalewski); Dybala (67’ Hummels), Pellegrini; Dovbyk. All. Juric
Marcatori: 9’ Kean, 17’ rig. Beltran, 39’ Koné, 41’ Kean, 52’ Bove, 71’ Kouamé
Arbitro: Sozza di Seregno; assistenti Passeri-Costanzo, quarto ufficiale Zufferli; Var Chiffi-Massa Note: ammoniti: 41’ Mancini, 50’ Pisilli, 57’ Koné, 60’ Hermoso, 61’ Ranieri, 73’ Kean; espulsi: 65’ Hermoso. Angoli 5-2 Fiorentina. Spettatori 20.440