Fabbrica Europa: va in scena Isadora Duncan

Il 9 e 10 settembre a La Compagnia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 settembre 2023 23:05
Fabbrica Europa: va in scena Isadora Duncan

Apre il Festival un protagonista della scena internazionale, ROMEO CASTELLUCCI. La sua ultima creazione, domani, su musiche del visionario compositore e sound artist Scott Gibbons, è un’azione performativa concettuale, un intervento minimale che si rivela al pubblico come un’azione reiterata, un moto instancabile ed essenziale. domani produce segni che, attraverso un gioco di rimandi, esprimono attivamente dei contenuti, ovvero significano altro da sé.

domani, nella sua oscurità, trama con un potenziale mitico riattivato da fusioni e innesti. Nello sguardo perturbante della performer - la brasiliana Ana Lucia Barbosa, imponente per l’altezza fuori scala, piedi nudi e lunghi capelli neri zuppi d’acqua - è convocato il topos della chiaroveggenza, facoltà divinatoria ricevuta in dote con la cecità e condizione da cui si prende parola in nome del futuro. domani è allora una figura del tempo incapace di elaborare il trauma, di fare i conti con la nuova cosmologia che ha messo in crisi l’andamento progressivo della freccia del tempo.

La cesura del presente è l’unico intervallo saturabile (8>10/09, Palazzina Reale).

Un’arte in qualche modo militante è anche quella di JÉRÔME BEL, autore di coreografie che esplorano il grado zero della danza, diventando esplicite dichiarazioni a favore della democratizzazione di questa forma di espressione, e che sollevano una riflessione sulla pratica performativa e sulla questione dell’interprete come individuo. Con Isadora Duncan, ideato per Elisabeth Schwartz, Bel prosegue il suo progetto di ritratti di danzatori e danzatrici celebri.

Il coreografo francese questa volta ritrae un’artista non vivente basandosi sulla sua autobiografia uscita nel 1928, Ma Vie. Sotto il personaggio romanzesco, emerge la potenza di una coreografa visionaria che, attraverso la sua grande libertà di espressione e privilegiando la spontaneità e la naturalezza, ha gettato le basi della danza moderna e della danza contemporanea. Unendo registri diversi, momenti parlati e assoli danzati, Isadora Duncan fa rivivere la memoria della danza libera, associando il sapere coreografico all’esperienza dello spettacolo.

Messo in relazione con le riflessioni di Bel sulla danza come strumento di emancipazione, l’insegnamento di Duncan qui evocato permette di affermare l’attualità del suo potenziale critico (La Compagnia, 9,10/09).

Adieu et au revoir: il Novecento sottobraccio a Isadora è il talk di Marinella Guatterini che, a partire dal suo lungo saggio, esplora l’effervescenza artistica di Firenze nel XX secolo. Un insospettabile susseguirsi di eventi coreutici, nascita di compagnie, scuole, importanti festival e alcune storiche sorprese. La memoria di un passato che deve risorgere (La Compagnia, 10/09).

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