Danni da emotrasfusioni: assurde le disparità giuridiche tra Hiv e Hcv (epatite c)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 ottobre 2008 23:59
Danni da emotrasfusioni: assurde le disparità giuridiche tra Hiv e Hcv (epatite c)

Firenze– “Assurda e incomprensibile, almeno da un punto di vista normativo, la disparità giuridica tra persone contagiate dal virus Hiv e quelle che hanno contratto l’epatite c”. Così il Difensore civico della Regione Toscana Giorgio Morales, nel suo intervento durante la presentazione del volume “I danni da emotrasfusioni nella giurisprudenza della Corte Costituzionale”. Il libro, nel quale si affrontano il complesso delle norme che fanno capo alla legge 210/92 (Danni da vaccinazioni e trasfusioni ndr), rivela attraverso un’analisi critica delle due patologie la “sostanziale iniquità della previsione normativa”.

“Sotto il profilo giuridico – chiarisce Morales – le due infezioni sono trattate con disparità e rigidità assurde: per i danneggiati da epatite c il termine per la presentazione delle domande di indennizzo è di tre anni, per l’aids dieci. Una diversità di trattamento inconciliabile con lo spirito costituzionale e con il diritto alla salute, che se trovasse accoglimento da parte della Corte costituzionale darebbe speranza ad alcune migliaia di persone che hanno presentato domanda oltre i termini di legge, come le 681 che si sono rivolte al mio ufficio”.
Dai dati inseriti nella pubblicazione, si fa notare che il virus dell’epatite c ha un tempo di latenza uguale se non addirittura superiore dell’aids.

“In oltre dieci anni di attività – continua il Difensore civico – abbiamo trattato più di cinquemila pratiche tra danni da vaccinazioni, da contagio del coniuge e da madre in gravidanza, da trasfusioni di sangue e derivati”. “Dal 2005 si è poi registrato un aumento esponenziale nel numero di istanze provenienti dagli operatori sanitari”. “Ho sempre sostenuto – continua Morales – che l’impianto della legge 210 necessiti di una profonda revisione. Il termine triennale per la presentazione delle domande deve essere rivisto, equiparandolo almeno a quello fissato per il contagio da aids se non addirittura abolendo ogni rigidità”.
Accanto al Difensore civico toscano, il vicepresidente emerito della Corte Costituzionale, Enzo Cheli che ha pienamente condiviso l’impostazione del volume: “Si tenta di verificare possibili aperture, qualora la Corte costituzionale abbia modo di intervenire nuovamente in materia, riflettendo sulla razionalità e coerenza della scelta compiuta dal legislatore circa i termini per i danneggiati da epatite c.

Ci obbliga insomma, ad una riflessione più approfondita sulle norme e sulla giurisprudenza”. (f.cio)

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