Poste: salvare gli uffici dei piccoli comuni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 dicembre 2006 13:22
Poste: salvare gli uffici dei piccoli comuni

Nei giorni scorsi l’assessore regionale Agostino Fragai ha annunciato la preparazione di una legge regionale per sostenere ed aiutare i piccoli comuni. All’interno di tale legge troverà spazio anche un riordino degli uffici postali che potrebbero diventare una sorte di presidio del territorio.
“Se ciò avverrà - dichiara Oreste Giurlani, presidente Uncem Toscana l’associazione c he raccoglie 164 comuni montani oltre a 20 Comunità montane- sarà fatto il primo passo per una sistemazione globale del servizio postale nei piccoli comuni, soggetti ormai da troppe carenze operative create da Poste spa”.
Secondo Giurlani, quindi, “occorre che le Poste sidecidano ad essere più elastiche e tener conto delle esigenze delle popolazioni montane, che sono quelle più colpite dalla riorganizzazione sul territorio nazionale messa in atto da Poste spa”.
La questione poi del passaggio alle Poste del rilascio dei permessi di soggiorno è tutta da verificare, visto che in genere tale operazione riguarda le città medio-grandi e non i piccoli centri e tanto meno quelli di montagna.
“Se tale competenza passa alle Poste - dice Giurlani - a noi va anche bene, ma sempre che non si risolva in un’ulteriore beffa per i piccoli comuni”.
Intanto Poste nei giorni scorsi ha comunicato che dal 2 gennaio gli uffici di Pari e Casale di Pari a Civitella Paganico e lo sportello di Gerfalco a Montieri, tutti e tre in provincia di Grosseto, apriranno una volta alla settimana e non più una volta al mese, come accadeva da qualche tempo.

Un successivo intervento, atteso, potrebbe interessare la provincia di Lucca, dove un paio di sportelli aprono oggi solo una volta al mese. “Ma le Poste devono dirci con chiarezza che cosa intendono fare degli sportelli in tutti i piccoli comuni. Questo stillicidio di decisioni non giova al rapporto tra Poste spa, Regione e Comuni”.
“Le Poste - ha detto Giurlani - ci devono dire se la chiusura degli uffici postali ha un carattere economico oppure se rientra in una strategia diversa in vista della liberalizzazione prevista dall’Unione europea per il 2009.

Se è vera la prima ipotesi allora l’Uncem, i Comuni e le Comunità Montane sono disponibili a trovare soluzioni finanziarie adeguate per evitare orari ridotti, chiusure temporanee, ritardi nella consegna del materiale spedito per posta”.
Ma è probabile che Poste spa abbia un’altra strategia che è quella di chiudere più sportelli possibili entro la fine del 2008.
Non c’è dubbio - conclude Giurlani - che occorra confrontarsi con interlocutori che possano assumersi le proprie responsabilità senza scaricarle su personaggi secondari utlizzati solo come avanguardia di una strategia di distruzione dell’attuale sistema sportellistico nazionale”.
Le logiche aziendali non possono prevalere sulle esigenze e sui bisogni dei tanti utenti, sia privati cittadini che imprese, che quotidianamente usufruiscono dei servizi postali.

Ciò soprattutto nei piccoli Comuni dell’entroterra e della montagna dove i disagi e le difficoltà di spostamento rappresentano già di per sè un problema per i cittadini. E’ inutile parlare di sviluppo, di qualità della vita, di rilancio dell’economia se si sopprimono i servizi essenziali, quelli che consentono di continuare a vivere e lavorare in un territorio.

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