Gli espropri di Autostrade per l'Italia in Consiglio provinciale
Un’altra tegola sui progetti di Alta Velocità a Firenze: saltano le cave di approvvigionamento

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 novembre 2004 13:53
Gli espropri di Autostrade per l'Italia in Consiglio provinciale<BR>Un’altra tegola sui progetti di Alta Velocità a Firenze: saltano le cave di approvvigionamento

(30 novembre 2004) – Una domanda di attualità sulla terza corsia dell’Autostrada del Sole A1 Milano-Napoli è stata presentata in Consiglio provinciale dai consiglieri di rifondazione Comunista Sandro Targetti, Andrea Calò e Lorenzo Verdi.
I consiglieri appreso che l’Amministrazione Comunale di Barberino di Mugello ha espresso forti perplessità in quanto Società Autostrade ha già avviato le procedure di esproprio, quando sono tuttora aperti (fino al prossimo 17 dicembre) i termini per la presentazione di osservazioni al progetto, mentre gli organi competenti non hanno ancora espresso i pareri di loro competenza, chiedono al Presidente della Giunta ed all’Assessore competente di riferire su quanto segue:
se l’Amministrazione Provinciale sia stato o meno informata della questione;
in caso affermativo quali iniziative intende assumere.

Una domanda d’attualità del capogruppo dei Verdi Luca Ragazzo sulla Variante di valico e l’importanza di un controllo attento da parte della Provincia.
Preso atto che nei giorni scorsi è avvenuto il fermo dei cantieri della Variante di Valico per la realizzazione del nuovo tracciato e della galleria in località Poggiolino, nel Comune di Barberino del Mugello, in conseguenza dell’intorbidamento delle acque rilevato nei torrenti Casagli a Stura, le cui condizioni sono migliorate successivamente alla interruzione dei lavori; considerato che l’esperienza maturata in occasione di altre grandi opere tuttora in corso, come quella dell’Alta Velocità, dovrebbe aver insegnato l’importanza di sopralluoghi costanti e pianificati su tutte le fasi della loro realizzazione, proprio per prevenire emergenze ambientali, anziche dover tamponare quelle che si profilano di volta in volta; rilevato che dalla lettera ARPAT – Servizio Sub-Provinciale Mugello-Piana di Sesto, indirizzata anche alla Provincia di Firenze (Ns.

prot.81994 del 18/10/2004) ed inerente le verifiche effettuate sui cantieri della Variante di Valico, emerge un quadro di crescente necessità di controlli dei vari siti, nonche della necessità di trasferimento dall’Osservatorio sulla Variante di Valico ad ARPAT di tutte le informazioni necessarie per lo svolgimento dell’attività di vigilanza.
Preso atto, altresì, che già nei mesi scorsi tutti i Sindaci dei Comuni dell’Emilia-Romagna interessati alla realizzazione dell’opera, con il sostegno dell’Amministrazione Provinciale di Bologna, hanno lamentato le “gravi inadempienze dell’Osservatorio ambientale e socio-economico che dovrebbe soprintendere alla realizzazione delle opere della Variante di Valico e alla corretta gestione dei cantieri”, sottolienando “l’inadeguatezza dell’attività dell’Osservatorio rispetto alle esigenze del territorio, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti ambientali”; ravvisata pertanto la necessità che vengano al più presto predisposti i necessari interventi atti a garantire una maggiore e più costante attività di vigilanza da parte degli organismi - quali ARPAT - che per legge nazionale e regionale sono preposti ad esercitare il controllo in materia di vigilanza ambientale.
Ritenuto che a tal fine occorre sia predisposto uno specifico piano che individui obiettivi, dei fabbisogni e “standard di controllo” per l’opera in questione , definendone le disponibilità ed i fabbisogni finanziari, di mezzi e di personale, necessari allo svolgimento ad una efficace azione di prevenzione; che tale piano debba garantire l’uso finalizzato delle e risorse individuate per la specifica attività di controllo sui cantieri e siti connessi alla varinate di Valico, anche attraverso una puntuale rendicontazione, affinché personale e mezzi che siano a ciò destinati, siano effettivamente in ciò impegnati.
Richiamata la legge regionale n.66/1995 (“Istituzione dell’Agenzia Regionale per la protezione ambientale della Toscana”) che prevede, tra l’altro, che gli enti locali contribuiscano alla definizione degli obiettivi generali delle attività di protezione e di controllo ambientali s’interoga l’Amministrazione Provinciale per conoscere se ritenga adeguata all’importanza dell’opera ed al suo potenziale impatto ambientale, la attività di controllo in essere attualmente sui cantieri ed i siti della “Variante di Valico”;
se ritenga sufficiente la dotazione di organico e mezzi del Servizio sub-provinciale del Mugello in relazione all’attività di controllo ancora da svolgere sui cantieri TAV in attività e sui cantieri della costruenda Variante di Valico;
se ritenga opportuno che sia predisposto uno specifico piano finalizzato ad una più sistematica attività di controllo sulle fasi di realizzazione dell’opera, finalizzata alla prevenzione delle problematiche ambientali già emerse per la tratta che interessa il territorio provinciale, ed e quali iniziative intenda intraprendere per perseguire tale obiettivo;
se ritenga necessario valutare, alla luce dell’attuale livello dei monitoraggi, la possibilità di far aumentare il livello degli stessi soprattutto sul Bilancino e sugli affluenti in merito alla qualità ed alla granulometria dei limi trascinati a valle dei cantieri.

Considerato anche che il Torrente Stura fornisce acqua potabile agli abitanti di Barberino di Mugello;
se ritenga opportuno chiedere alla ASL di zona un aumento della periodicità dei campionamenti di acqua potabile in Barberino di Mugello e controlli analitici degli stessi campioni mirati alla ricerca di quelle sostanze chimiche usate per la realizzazione delle gallerie.

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Senza sapere dove collocare lo smarino e dove procurarsi gli inerti per i due tunnel e la stazione, la città d’arte rischia una cantierizzazione pesante a tempo indeterminato: lo scrive Idra alla Commissione di Valutazione di Impatto del Ministero dell’Ambiente.

E trasmette l’SOS ai Consigli comunale e provinciale di Firenze, e al Consiglio regionale della Toscana.

Non bastava il problema di come e dove sistemare i milioni di metri cubi di terra di scavo da estrarre per la costruzione di due tunnel di 7 km e di una stazione sotterranea in zona Mugnone (sono ufficialmente destinati a Cavriglia, in Valdarno, ma il progetto di Santa Barbara non è mai stato approvato, e i sindaci del Valdarno quello smarino hanno dichiarato di non gradirlo).

Adesso un altro serio fattore limitante mette in discussione la praticabilità del progetto AV sotto Firenze: sono sfumati anche i milioni di metri cubi di inerti da costruzione che dovevano arrivare dalle cave della Val Marina a Calenzano: opportunamente, il progetto è stato respinto al mittente con una deliberazione, la n.

132 del 26.10.’04, nella quale la Giunta comunale di Calenzano ha espresso pronuncia negativa di compatibilità ambientale sul “Progetto di coltivazione e recupero del sito estrattivo di Poggio alle Macine”, un sito strategico da 20 milioni di metri cubi.

“Riteniamo che questa doppia ‘tenaglia’ che grava sulla fattibilità del sottoattraversamento AV di Firenze (mancando un sito certo di recapito dello smarino, ed essendo venuta meno la disponibilità del sito progettato di approvvigionamento degli inerti) meriti un’attenzione serrata e urgente”, ha scritto il 23 novembre scorso Idra alla Commissione per la Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente, che sta lavorando al parere sullo “scavalco” ferroviario ad Alta Velocità fra Rifredi e Castello.

“Chiediamo al Ministro e alla Commissione di considerare con ogni opportuna prudenza le conseguenze che deriverebbero alla città di Firenze dall’approvazione del progetto di “scavalco”, dal momento che essa comporterebbe automaticamente - nonostante i gravi impedimenti oggettivi all’orizzonte – anche l’avvio di una cantierizzazione poliennale assai più impegnativa, ma soggetta a serio rischio di impasse. Riteniamo peraltro – conclude la nota, che è stata trasmessa ieri integralmente dall’associazione ecologista ai consiglieri comunali e provinciali di Firenze, e ai consiglieri regionali della Toscana - che ogni eventuale nuova individuazione di siti di approvvigionamento degli inerti da costruzione e di siti di recapito dello smarino per il Nodo di Firenze meriterebbe comunque – oltre che una chiara definizione preliminare, che preceda l’approvazione dei progetti definitivi di cantierizzazione – un’adeguata e aggiornata valutazione di impatto, tenuto conto dei giganteschi volumi di materiali in gioco e degli effetti che la loro movimentazione è suscettibile di produrre in uno scenario metropolitano già gravemente congestionato come quello dell’area fiorentina”.

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