La bioarchitettura entra nelle scuole e negli edifici pubblici

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 gennaio 2001 01:03
La bioarchitettura entra nelle scuole e negli edifici pubblici

La Provincia ha deciso di introdurre la bioarchitettura negli edifici pubblici di sua competenza e oggi parte un corso di formazione per i tecnici chiamati alla progettazione di scuole e uffici.
L'iniziativa è stata presentata ieri mattina alla stampa in Palazzo Medici Riccardi dall'assessore provinciale all'edilizia, Alberto Di Cintio, dal presidente della sezione fiorentina dell'Istituto Nazionale Bioarchitettura, Piero Funis, dal professor Massimo Ricci e dal curatore dell'iniziativa Giovanni Galanti.
La Provincia di Firenze è il primo ente pubblico in Toscana ad avere intrapreso una serie di azioni concrete per lo sviluppo della bioarchitettura, in stretta collaborazione con le strutture locali dell’Istituto Nazionale Bioarchitettura.

Avviati appena il mese scorso con la proiezione di un documentario sull’architettura ecologica in Europa, gli impegni dell’Assessorato condotto dall’architetto Di Cintio sono ora rivolti alla formazione di una "cultura" dell’edilizia sostenibile all’interno delle strutture tecniche e amministrative dell’Ente pubblico stesso, una scelta che denota la volontà di creare le basi per un impegno permanente dell’Amministrazione provinciale per la qualità ecologica degli interventi sul territorio e per la salute degli utenti, in particolare dei giovani che utilizzano l’ampio patrimonio di edilizia scolastica (gli edifici di tutte le scuole superiori) sul quale l'ente ha competenza.
Piuttosto che optare per facili soluzioni e "ricette" prestabilite l'iniziativa si è orientata verso l’organizzazione di un corso di formazione introduttivo alla bioarchitettura rivolto al proprio personale, allo scopo di dotare l’Amministrazione degli elementi di analisi critica dei problemi ecologici e della qualità dell’ambiente interno posti dalla gestione del proprio patrimonio di edifici.

Per il Corso Introduttivo alla Bioarchitettura, che si svolgerà da gennaio fino al prossimo giugno, l’Assessorato si è rivolto alla sezione fiorentina dell’Istituto Nazionale Bioarchitettura. Responsabile del Corso, infatti, è l’arch. Piero Funis, presidente della sezione di Firenze, e coordinatore scientifico l’arch. Giovanni Galanti, da alcuni anni costantemente impegnato sui temi dell’architettura ecologica in iniziative pubbliche e nell’Università di Firenze.
Il Corso Introduttivo alla Bioarchitettura per la Provincia di Firenze è organizzato in due parti fondamentali per una durata complessiva di 48 ore.

La prima parte comprende una serie di comunicazioni dirette all’acquisizione delle informazioni utili al controllo e alla gestione della progettazione dell’architettura bioecologica, con l’obiettivo di fornire un quadro quanto più esaustivo possibile dei nuovi temi e dei nuovi orizzonti disciplinari che implica l’avvicinamento ai criteri di qualità ecologica in architettura. La seconda parte è dedicata invece all’approfondimento degli strumenti analitici adeguati al controllo e alla risoluzione delle problematiche dell’inquinamento interno degli edifici, tema di grande interesse per gestire consapevolmente strutture frequentate dagli utenti per molte ore della giornata.
Pur trattandosi di un corso introduttivo le comunicazioni saranno tenute da alcuni tra i maggiori esperti a livello nazionale delle diverse discipline coinvolte nella bioarchitettura.

Il taglio formativo è inoltre molto particolare, essendo stati chiamati a fornire dati e indicazioni alcuni noti studiosi, "pionieri" dell’approccio ecologico all’architettura, come il Professor Massimo Ricci (docente alla Facoltà di Architettura di Firenze, Responsabile dell'Opera del Duomo di Pienza per i problemi statici del Monumento, Consulente di Tecnologia dell'Architettura antica della Graduate School of Design Harvard University - Cambridge, Massachusetts, USA e co-fondatore dell'Unità di ricerca Architettura/BioClima della Facoltà di Architettura di Firenze), o come la Professoressa Silvia Piardi, (docente associato di Tecnologia dell'Architettura al Politecnico di Milano e co-autrice del celebre saggio "Costruzioni e salute").

La Bioarchitettura
Come nella vicenda mitologica, la Bioarchitettura rappresenta forse oggi quel filo di Arianna che ci permetterà di trovare una soluzione agli errori della città moderna, nella quale si manifestano tutte le ambivalenze dei modi di organizzare lo spazio fondati su obiettivi di massima espansione e dei modi di costruire che hanno di fatto favorito l’impiego di sempre maggiori succedanei delle tecniche antiche.
Le grandi città sono labirinti caotici in cui lo stato di benessere economico si lega inscindibilmente al disagio sociale e al degrado ambientale; spesso, poi, le moderne quattro mura in cui ci rifugiamo non sono poi tanto belle, a volte sono dense di pericoli non ben identificabili, quasi sempre richiedono un notevole dispendio di risorse economiche per risultare confortevoli, né corrispondono granché alle profonde esigenze di vivere in ambienti stimolanti, caratterizzati, significativi per il nostro desiderio di identificarsi con esse.
Cosa significa, quali prospettive ci offre la Bioarchitettura? A questo termine indubbiamente attraente, soprattutto per molti giovani che oggi studiano l’architettura, si associa un insieme di conoscenze che ruotano attorno alle esigenze dell’abitare dell’uomo, nella sua essenza di vivente completo e complesso, che non possono essere considerate separatamente - magari l’una a discapito dell’altra - come il pensiero riduttivo che si è affermato nell’ultimo secolo vorrebbe.

Agli strumenti logici fondati su razionalità separate, che ci hanno impedito di produrre senza danneggiare i fondamenti naturali della nostra esistenza (l’ambiente e le risorse naturali) e di vivere in habitat adeguati alle nostre esigenze di salute e benessere psicofisico, la Bioarchitettura contrappone le sue tante scuole di pensiero, che vanno dall’architettura organica, all’architettura bioclimatica, alla progettazione ecologica olistica.
Nella costruzione e nella trasformazione dell’ambiente abitativo la Bioarchitettura si pone tre obiettivi fondamentali: la salute degli abitanti nella loro dimora, la protezione dell’ambiente circostante e dell’ambiente globale, l’uso razionale delle risorse e la loro conservazione per il futuro.

A questo scopo, si serve di nuovi metodi di progettazione dell’ambiente urbano (per la sua vivibilità, per accrescerne gli spazi verdi e gli spazi dei cittadini, per ridurne la congestione e l’inquinamento); e, per lo stesso motivo, raccoglie in sé tutti gli strumenti tecnici ai quali l’intelligenza creativa ci permette di accedere, a cominciare da quelli recuperati dalle tecniche antiche (tecniche che in passato, con meno risorse, hanno permesso di creare un ambiente costruito migliore dell’attuale), a quelli finalizzati ad un maggiore risparmio energetico e ad una protezione acustica migliorata, a quelli che esaltano la natura dei materiali e il loro effetto sulla nostra sensibilità, fino alle innovazioni che consentono di controllare e ridurre fattori di rischio invisibile (campi elettromagnetici, emissione di sostanze dannose alla salute, ecc.), ridurre i consumi idrici, utilizzare le fonti di energia gratuita e rinnovabile (il sole, il vento), contenere o eliminare i danni ambientali dei residui delle nostre costruzioni una volta demolite.

Le forme della bioarchitettura non sono prefissate, non seguono un atteggiamento stilistico: le nuove architetture nasceranno da una pluralità di esperienze, dall’architettura organica vivente così come dalle costruzioni che esibiscono i loro apparati tecnici, ma in loro sarà leggibile l'impegno nella protezione della salute e dell’ambiente.
L’Istituto Nazionale Bioarchitettura
Bioarchitettura®, così come la denominazione dell’Istituto omonimo, esordisce in Italia nel 1987, sulla spinta delle influenze mitteleuropee che sono state accolte con originalità e consapevolezza al di qua del Brennero.

Tra i suoi fondatori vi è l’architetto Ugo Sasso, attualmente Presidente dell’Elenco Esperti in Bioarchitettura e condirettore dell’unico corso di specializzazione post-laurea in bioarchitettura riconosciuto a livello universitario in Italia. Grazie al costante impegno dell’architetto Sasso, l’Istituto è divenuto oggi una delle principali associazioni di professionisti che opera nel nostro Paese, con numerose sezioni provinciali, dalla Sicilia al Trentino-Alto Adige. I temi della bioarchitettura si affacciano in Toscana grazie ad una serie di importanti iniziative pubbliche a cui hanno partecipato alcuni dei maggiori esperti europei ed italiani, dagli "Incontri internazionali di bioedilizia", organizzati nel '93 e nel ‘94 in Palazzo Vecchio da un imprenditore illuminato, Claudio Scudeller, al convegno nazionale del 1999 "Verso la città sostenibile" a Campi Bisenzio, organizzato in cinque giornate consecutive dagli architetti Giovanni Galanti e Alessandro Raimondi.

Nello stesso anno, per iniziativa dell’arch. Stefano Tonelli, nasce la prima sezione toscana a Lucca, alla quale sono seguite quelle di Firenze e Arezzo. L’Istituto Nazionale Bioarchitettura è quindi oggi una realtà affermata anche nella nostra Regione, caratterizzata, oltre che dagli obiettivi della più ampia diffusione dell’approccio ecologico tra i progettisti, da una vivace attività propositiva e da grande apertura a tutti coloro che vogliono intervenire sui temi posti dall’organizzazione del territorio e dall’architettura.

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