La Ronde del MaggioDanza al Teatro Goldoni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 aprile 2000 23:00
La Ronde del MaggioDanza al Teatro Goldoni

Il ciclo invernale della programmazione del Maggio Musicale Fiorentino si conclude con una dedica al primo maestro del corpo di danza arrivato a livelli eccelsi grazie a lui, Evgheni Polyakov, con la sua opera "La Ronde", in seconda programmazione dal 12 al 15 aprile, ispirata al “Girotondo” del drammaturgo viennese Arthur Schnitzler. MaggioDanza, sotto la nuova direzione artistica di Frédéric Olivieri, traspone plasticamente nell’ambiente scenico allestito da Francesco Zito, e grazie alla musica realizzata da Matteo D’Amico, le dieci divagazioni sul tema dell’eros intervallate da undici episodi corali.

La creazione di Polyakov, particolarmente attratto dal sofisticato scetticismo e dall’indagine psicologica di Schnitzler, è la trascrizione coreografica di un’opera teatrale pervasa dal senso di morte e di morbosa decadenza di un mondo in disfacimento. Il motivo del sesso consumato senza amore da personaggi appartenenti alle diverse classi sociali (la prostituta, il soldato, la cameriera, il poeta) in un’azione circolare che ritorna al punto di partenza (suggestioni nietzscheane di un tempo non più lineare ma circolare) viene scandito dagli interludi inquietanti in cui compaiono degli spettri, a simboleggiare l’incombente pericolo che deriva dal rapporto carnale con l’altro, lo sconosciuto.

E’ un’opera coraggiosa che Polyakov aveva inteso quale manifesto etico e spirituale, a cui infondere tensione artistica a tutto tondo: musica creata ad hoc, con brani di elaborazione elettronica, a sottolineare lo schema plastico del balletto, contrappunto fra i diversi episodi, scene evocative e simboliche. Certamente è un’opera che i “puristi” della danza come arte formale autonoma definirebbero come troppo succube al teatro. Si tratta però di distinzioni accademiche che lentamente vanno a sparire, viste le contaminazioni dei linguaggi artistici della nostra epoca: l’importante è la qualità e la serietà di contenuti della contaminazione, evitando, questo sì, banalizzazioni e manifestazioni gratuite.

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