La Toscana una sede del Comitato regionale europeo dell'Organizzazione mondiale della sanità?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 settembre 1999 14:27
La Toscana una sede del Comitato regionale europeo dell'Organizzazione mondiale della sanità?

E' quanto annuncia il presidente della Regione Vannino Chiti nel suo indirizzo di saluto ai rappresentanti, riuniti per la prima volta in Italia al Palacongressi di Firenze, delle 51 nazioni aderenti al Comitato in occasione della quarantanovesima sessione di lavoro apertasi ieri.
"La promozione e la difesa della salute rappresentano un elemento fondamentale nella crescita delle nazioni - aggiunge Chiti - la condizione per una convivenza civile, ordinata ed equilibrata e per il consolidarsi della coesione sociale.

In ragione di questo, acquista sempre maggiore importanza lo sviluppo di una cultura della prevenzione quale componente prioritaria del sistema salute".
Il presidente ricorda poi ai partecipanti lo sforzo del governo regionale toscano in direzione di un servizio sanitario vicino ai bisogni dei cittadini e che ha al centro della sua attenzione la dignita' della persona. Per questo e' stato previsto nel piano regionale il potenziamento dei servizi destinati allo sviluppo del diritto alla salute; cioe' una serie di interventi complessi sui fattori di comportamento, ambientali, sociali ed infrastrutturali che determinano il grado di benessere psicofisico dei cittadini toscani.


In questa logica si e' mosso ad esempio un programma di screening nei confronti delle maggiori patologie tumorali che pone la Toscana ai primi posti in Europa per numero di persone controllate e percentuale di adesione da parte dei soggetti interessati; a Firenze si supera il novanta per cento. Inoltre obiettivo strategico nel triennio 1999-2001 sara' la crescita dei servizi e delle attivita' di promozione della salute dei lavoratori. Si tratta da una parte di fare dell'adeguamento degli ambienti di vita e di lavoro alle normative comunitarie di protezione dei cittadini lo strumento fondamentale di intervento; dall'altra di aggregare su questo obiettivo le risorse di provenienza sanitaria, ma anche quelle del mondo della produzione.

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