La Procura fiorentina non ha iscritto indagati nel fascicolo aperto per fare luce su quanto accaduto, ma gli interrogativi sono molti. Accuse sulla vetustà delle reti idriche di Firenze sono piovute in senso trasversale. Ma di chi era la responsabilità di effettuare la manutenzione e di controllare i lavori svolti? Secondo gli accusatori delle prime ore il rischio è adesso che a saltare non siano i vertici ma gli operai intervenuti prima della notte scorsa e durante la segnalazione che ha comportato l'intervento di "messa in sicurezza della rete", prima del cedimento.
Operai che, i sindacati uniti si impegnano nella loro difesa, sarebbero intervenuti anche su "volontaria disponibilità del personale tecnico e operativo fuori dai turni definiti dall'azienda".Inoltre il dito è puntato sui famosi "utili" destinati e distribuiti tra i soci, quindi anche il Comune di Firenze, e non ad essere accantonati per il lavoro di manutenzione. La voragine avrebbe insomma portato a galla molti problemi sotterrati non solo nel Lungarno Torrigiani ma nell'intera gestione del servizio idrico fiorentino che si è munita di numerosi fontanelli negli ultimi anni, ma si regge su condutture vecchie di 70 anni e strategiche visto che la chiusura provocata dall'evento accaduto ha depotenziato persino il flusso idrico diretto a Prato.
L'immagine che oggi sembra incuriosire maggiormente è quella relativa alla vegetazione, fitta e rigogliosa, cresciuta proprio in prossimità della voragine. Possibile che la perdita fosse ravvisabile in quel giardino verticale?Da Publiacqua si tira in ballo anche il canale sotterraneo, ben visibile da sempre dalla terrazzina del Ponte Vecchio ed ancor più da quella degli Uffizi e presente, forse, in milioni di foto ricordo sparse in tutto il mondo.Cgil-Cisl-Uil Toscana di categoria intervengono nel dibattito: “I lavoratori hanno rispettato tutte le procedure previste dall'azienda.
Il tema degli investimenti richiama le aziende di gestione e gli enti locali proprietari alla responsabilità di definire le misure necessarie a incrementare il livello degli interventi senza gravare sulle tariffe per i cittadini, ma ad esempio distribuendo meno utili ai soci e dedicandone parte ad investimenti”.
I sindacati commentano "Quanto avvenuto richiama l’attenzione su uno, sfortunatamente non il solo, dei problemi del sistema idrico italiano che richiedono ingenti interventi per superare le criticità infrastrutturali del settore, interventi il cui costo era stato stimato in diverse decine di miliardi di euro per l’intero Paese e in circa 6 miliardi per la Toscana. La rete idrica delle grandi città storiche si basa infatti su opere realizzate, in buona parte, nel periodo a cavallo della seconda guerra mondiale o in quello subito successivo; la tubazione di Lungarno Torrigiani, da 600 dn, rientra tra quelle posate da circa 70 anni. Per questo - sostengono Filctem Femca Uiltec - il tema degli investimenti, che costituiva il punto centrale della riforma del settore della metà degli anni ’90 e che ha portato alla gestione del servizio su area vasta, assume grande rilevanza e richiama le aziende di gestione e gli enti locali proprietari alla responsabilità di definire le misure necessarie a incrementare il livello degli interventi senza gravare sulle tariffe per i cittadini, ma ad esempio distribuendo meno utili ai soci e dedicandone parte ad investimenti”.
"Attenzione 365 giorni l’anno, su un servizio fondamentale per la collettività che viene garantito dai lavoratori 24H su 24H, compresi sabati domeniche e festivi, nei momenti di bisogno, come accaduto in Lungarno Torrigiani, anche attraverso la volontaria disponibilità del personale tecnico e operativo fuori dai turni definiti dall’azienda, sulla base di procedure tecniche e operative definite dall’azienda stessa. Per questo si ritiene ingeneroso e sbagliato il 'balletto delle responsabilità' apertosi, senza un’analisi precisa dell’accaduto, immediatamente dopo l’incidente e si richiamano tutti i soggetti coinvolti ad una maggiore attenzione”, dicono i tre sindacati.
Conclusioni? “A questo proposito le rappresentanze sindacali sono impegnate con i gestori del servizio idrico in discussioni e trattative inerenti i modelli organizzativi avendo sempre a riferimento la qualità e la sicurezza del servizio per i cittadini e le condizioni di lavoro, molte volte in opposizione alle volontà aziendali di operare riduzioni dei presidi e, quindi, del livello del servizio offerto. Anche su questo si richiamano le amministrazioni locali proprietarie delle aziende e i rappresentanti che queste esprimono nei consigli di amministrazione ad una maggiore sensibilità e partecipazione.
Infine una cosa ci sentiamo di dirla, i lavoratori hanno rispettato tutte le procedure previste dall’azienda”.Federconsumatori Toscana intanto avvisa: "Chi ha subito danni deve essere risarcito. Non si può tacere che a fronte di tariffe tra le più alte in Italia e agli utili, 29 milioni di euro nel 2015, non si faccia la manutenzione necessaria per escludere questi eventi. Non solo sarebbe importante che i Comuni che in questi anni si sono divisi il 60% degli utili, il resto va al socio privato, rimettessero quelle risorse nel sistema idrico e non le utilizzassero per altri scopi.
Sarebbe un bel segnale di rispetto verso i cittadini. A breve sarà ridiscusso il sistema tariffario, chiediamo una garanzia precisa, da parte dell'Autorità Idrica Toscana in primis e dallo stesso Sindaco Nardella, che i danni, i risarcimenti ai cittadini e tutti i costi del ripristino del Lungarno Torrigiani non siano assolutamente computati sulle tariffe. Non ci accontentiamo dell'invito del sindaco al gestore di non far ricadere nelle tariffe i 5 milioni di danni o quanti saranno.
Se ciò avvenisse sarebbe una beffa per tutti gli utenti di Publiacqua".