La voragine apertasi sul Lungarno Torrigiani sembra aver trascinato nel sottosuolo fiorentino la municipalizzata compreso il corpo dirigente o "Tutti gli uomini del Presidente" visto che il ruolo coperto da Vannoni, al momento, non risulta essere a rischio.La Procura della Repubblica indaga per crollo colposo, mentre Palazzo Vecchio dopo aver attribuito l'ingente danno ad un errore umano ha preteso a gran voce spiegazioni, ha messo in conto i 5 milioni di Euro (ma basteranno?) e dettato i tempi per il ripristino e le condizioni "Nessun aggravio in bolletta".Non sono mancate critiche rivolte anche al Comune di Firenze che non potrebbe ergersi a socio di maggioranza solo per attribuire colpe, ma anche assumersene di proprie, ed il punto dolente sarebbe quello della vigilanza.
Ancora una volta il tema del controllato e del controllore, lo stesso che fa drizzare le orecchie ogni volta che si parla di Grandi Opere.Cosa ne è stato dunque di quel "Favoloso mondo" di dipendenti ogni giorno esposti al pubblico e costantemente operativi sui numerosi cantieri in corso o impegnati ad intervenire su guasti e segnalazioni? I sindacati riuniti si sono già espressi difendendo l'operato di coloro che sono intervenuti dopo le prime segnalazioni.
Se non hanno sbagliato i tecnici che secondo i sindacati di categoria avrebbero agito "seguendo le direttive aziendali", di chi è stato l'errore di valutazione o il mancato controllo, se di questo si può parlare ipotizzando ad esempio che realmente il giardino verticale cresciuto sulla spalletta incriminata avrebbe dovuto far scattare un campanello di allarme?A proposito, quanti giardini verticali ci sono sulle spallette dei lungarni fiorentini, sono tutte irrigazioni spontanee?Il Forum Toscano del Movimenti per l’Acqua non ha mancato di pronunciarsi citando la "mala gestione del territorio" nel modello toscano misto pubblico-privato, che farebbe "dell’acqua una merce e delle manutenzioni un costo in bolletta che produce milioni di euro che poi scompaiono magicamente".
"In Toscana, dove per primi abbiamo aperto le porte ai privati, paghiamo l’acqua più cara d’Italia per un servizio che non è in grado di assicurare qualità e sicurezza dei nostri acquedotti. Quando il gestore è una Società per Azioni, che alla fine risponde a diritto privato, chi controlla l’operato del gestore e chi tutela l’interesse degli utenti?"Sulla voragine c'era un tappo, non può essere altrimenti visto che oggi le domande sgorgano come acqua sorgiva e non riguardano solo aspetti da ingegneri del Genio Civile ma anche da ragionieri. Come vengono utilizzati i soldi che l’azienda incassa dalle bollette? "La parte privata presente in Toscana è sempre composta principalmente dalla stessa formazione: SUEZ, MPS ed ACEA.
Nelle società miste toscane l’Amministratore Delegato, colui che ha pieni poteri di ordinaria e di straordinaria amministrazione, è espressione dei soci privati. Secondo la relazione del direttore dell’Autorità Idrica Toscana (AIT), i comuni serviti da Publiacqua perdono il 51% dell’acqua; nonostante la legge regionale di D.P.C.M. 4 marzo 1996 indica valori del 20% come limite massimo tecnicamente accettabile per le perdite lungo la rete" spiegano dal Movimento toscano.
I conti in tasca all'azienda? "Nell’area fiorentina, da quando il servizio idrico è stato affidato all’azienda partecipata, i ricavi da tariffa sono aumentati del 64% (2004-2016). Il margine operativo lordo (differenza tra costi e ricavi prima di mutui e ammortamenti) è cresciuto del +991%, gli investimenti sono diminuiti del 16% e gli utili cresciuti del +721%. Al 2014 Publiacqua non ha realizzato 69 milioni di euro di investimenti previsti dal Piano d’ambito e da quello tariffario e contenuti nella convenzione di affidamento.
La società per azioni ha realizzato solo il 56% degli investimenti previsti dai Piani d’ambito (2006-2009, dati Co.Vi.Ri). Gli investimenti realmente effettuati sono sempre diminuiti, anche negli ultimi anni, facendo registrare -5% nel 2013, -10% nel 2014, -21% nel 2015 e -15% nel 2016, nonostante in questi anni le tariffe siano cresciute con punte del +19% e gli utili abbiano un incremento medio del +106% nel periodo fino al 2021, anno in cui la tariffa subirà un incremento del +61%" rispondono ancora dal Forum Toscano dal quale non si chiedono le dimissioni di qualcuno in particolare, ma un cambio di modello di gestione perché "Attualmente il 40% dell’ammontare delle nostre bollette serve ad arricchire l’azienda e a generare utili per i soci mentre le infrastrutture non ricevono le manutenzioni necessarie e gli impianti non sono adeguati agli standard europei. Un sistema che prevede che l’utente paghi tutto, anche le sanzioni che sono imputate all’azienda per il mancato rispetto delle normative nazionali, europee o contrattuali.
Ormai è sotto gli occhi dell’intero mondo che quello che ci viene proposto è un sistema indifendibile e inefficiente, in grado solo di garantire profitti attraverso una progressiva finanziarizzazione dell’acqua e che, in Toscana, sarà rafforzata grazie alle prossime fusioni. Fusioni che accresceranno ulteriormente il peso della quota decisionale del privato, frammentando ulteriormente quello della quota pubblica". Amplieranno la scala del servizio a benefico dei capitali e a danno degli utenti.