La Grande Paura si dissolve alle 23,47 nell’urlo liberatorio dei 20mila tifosi viola (muti invece di rabbia i 5mila pur agguerriti calati da oltre Appennino) che a onor del vero non hanno mai smesso, per 120 minuti, di incitare una squadra ricca di cuore e grinta ma poverissima di idee, sconclusionata e schierata alla bell’e meglio tanto da ritrovarsi a vedere perfino Biraghi e Barak a far da punta centrale. Lo dicono anche i numeri, del resto: Bologna avanti per possesso palla, 63-37%, per numero (765-452) e precisione dei passaggi, 84% contro 74%.
Queste tre cifre sono lo specchio fedele di un match che la Fiorentina ha condotto con l’animo in avanti, ma nel quale chi ha giocato a calcio è stato il Bologna: da un lato geometrie perfino semplici ma sempre essenziali e idee a smarcare e liberare uomini comunque in un numero soverchiante di circostanze sempre in vantaggio sulle prime e sulle seconde palle, mentre dall’altro la Fiorentina costretta a rincorrere, a chiudersi con affanno, a cercare il lancione e la pallonata alla desperados (ma quanti errori, soprattutto Christensen) finendo per creare pericoli a Skorupski solo su palla inattiva (10-4 i corner) o su situazioni di caos, di mischia, di confusione.
La Grande Paura si è comunque dissolta, e se conta solo il risultato, ebbene la Fiorentina approda alla semifinale di Coppa Italia. Per esorcizzare la Grande Paura ci è voluto per la seconda volta di fila il dischetto, stavolta in bilico fino alla suspense dell’ultimo tiro, dischetto avaro di gioia appena tre sere prima, in campionato, in casa del Sassuolo, dischetto che ci costringe a far notte fonda per tracciare queste note, poche e forse sconclusionate, come del resto la prova alla quale abbiamo assistito al Franchi.
Quei 120 minuti, prima della lotteria finale dei rigori, che dovranno far riflettere, e quanto, l’Uomo del Frigo Pieno, etichetta che il Medesimo si è cucito addosso da solo, e che mai come stasera sembra calzargli a pennello. Perché se le occasioni più ghiotte per gonfiare la rete di Skorupski sono venute da Martinez Quarta e Milenkovic, due difensori centrali, e mettiamoci dentro pure due tentativi sfortunati (ma il secondo grida vendetta, la pennellata di Mandragora al minuto 109 spedita di testa in fallo laterale da posizione ghiottissima) il giovanotto Kayode per una sera trasformato in quinto di centrocampo con il sempre più improbabile e irritante Ikoné ad affiancare almeno in teoria Beltran al centro dell’attacco, insomma se i gol possono venire solo da tre difensori, ecco, allora un minimo di riflessione ci vuole.
Il frigo sarà anche pieno. Di che? Di tanto Ranieri, in assoluto il migliore in campo tra i viola. Benino anche i già nominati Milenkovic e Quarta, malgrado qualche distrazione e qualche lisciaccio pericoloso, perché se cicchi la palla e inneschi quel diavolo di Zirkzee – con Ferguson sempre sulle tracce di Maxime Lopez detto Minot a limitargli al minimo il raggio di azione e possibile invenzione, ma solo teorica perché il ragazzo è parso spaesato e poco proattivo – magari qualche brivido ti sale per il groppone.
Tant’è che Zirkzee e Ferguson hanno beccato per tre volte i legni, in una occasione con l’aiuto di un’attenta deviazione del portiere viola, in un’altra con il malcapitato Milenkovic che si è ritrovato messo a sedere dall’abilità del funambolico olandesino di Thiago Motta. Il frigo sarà anche pieno, ma senza ricambi all’altezza anche la merce buona si guasta, Arthur e Bonaventura – scesi in campo di rimpiazzo tra il 60’ e il 70’ – sembrano logori e c’è da crederlo; Biraghi avanzato non funziona, un po’ meglio Kayode che corre tanto ma evidenzia tanto difetto di tecnica individuale.
Non funziona Barak che svaria un po’ qua e un po’ là ma eccede sempre nei tocchi di palla, e non ne finalizza una, anche per una stranamente scarsa propensione al tiro, e si ritrova assai spesso imbrigliato nella rete degli ospiti, ai quali regala anche un paio di palle velenose. Il povero Beltran dura una settantina di minuti, si danna l’anima insieme a Duncan – usciranno in contemporanea – poi deve alzare bandiera bianca dopo una zuccata in pieno volto che ne compromette anche la stabilità.
Lo, sostituisce Nzola: e siamo alle solite. Pure lui si dà da fare, e tanto. Ma ne azzeccasse una, benché da un paio di rimpalli fortuiti tra un piede e la schiena nascano giusto le occasioni più limpide, già nei supplementari: ma il mancino fiacco di Quarta e la ciabattata di Milenkovic sono facili prede di Skorupski. Però l’angolano ex Spezia regala una collana di palle non raggiunte, di agganci sbagliati, di stop un po’ troppo a seguire, di sponde offerte male.
E per fortuna a 8’ dalla fine dell’extratime ci mette una pezza Christensen che esce con ottimo tempo su Orsolini lanciatissimo tutto solo.
Così si va ai rigori, questa volta sotto la Ferrovia, in bocca ai “formaggini” ospiti. Italiano si guarda bene dall’affidare un penalty a Nzola e a Bonaventura. La scelta paga: vanno a segno con esecuzioni di grande sicurezza, Mandragora, Arthur, Milenkovic (splendida la sua rasoiata a fil di palo), poi anche Mina (ultimi 11’ al posto di Quarta), ma del resto avevano fatto lo stesso Ferguson, Zirkzee, Orsolini e Calafiori. Poi tocca a Posch, con quel nome da Spice Girl: botta alta sopra la traversa. Quindi va al dischetto Lopez: tensione palpabile, gran concerto di fischi dagli spalti ospiti. Ma Minot non fallisce. E’ semifinale. Però dal frigo vengono odori strani, sarà bene pensarci. Magari alla svelta, perfino prima dell’Udinese, e subito dopo ci sarà la Supercoppa. E dal mercato arrivano strane voci. Mah.
Fiorentina (3-4-1-2): Christensen; M. Quarta (110’ Mina), Milenkovic, Ranieri; Kayode, Maxime Lopez, Duncan (72’ Mandragora), Biraghi (72’ Parisi); Barak (60’ Bonaventura), Ikone (60’ Nzola); Beltran (77’ Arthur). All. Italiano
Bologna (4-2-3-1): Skorupski; Posch, Beukema, Lucumi (87’ Calafiori), Kristiansen; Freuler, Aebischer (87’ Moro); Orsolini, Ferguson, Saelemaekers; Zirkzee. All. Motta
Arbitro: Marchetti di Ostia Lido
Marcatori rigori: Fiorentina: Mandragora, Arthur, Milenkovic, Mina, Lopez; Bologna: Ferguson, Zirkzee, Orsolini, Calafiori (errore: Posch)
Note: ammoniti 88’ Ferguson, 109’ Saelemaekers, 116’ Bonaventura; angoli: 10-4 Fiorentina; spettatori 25.079