Bilancio positivo per le cantine del Consorzio Chianti Colli Fiorentini al 50° Vinitaly. Buono il riscontro di buyer e operatori per i vini proposti sia all'interno del grande stand del Chianti che ha riunito le tre anime della Denominazione, sia nei singoli stand. Merito della qualità espressa dalle cantine, una trentina quelle presenti a Verona, capaci di produrre vini apprezzati dal mercato internazionale per le peculiarità organolettiche, per l'ottimo rapporto qualità-prezzo, oltre che per la forte radicazione al territorio. Proprio sul territorio si gioca parte del futuro del Chianti Colli Fiorentini, perché oltre all'origine i consumatori sono sempre più attenti anche a come un vino viene prodotto e alla tutela dell'ambiente. Il territorio come bene da preservare è un valore condiviso da tutti i produttori del Chianti Colli Fiorentini, che adottano tecniche di produzione sempre più eco-friendly, con il 25% del vino prodotto certificato biologico e molti vignaioli aderenti al movimento dei vini naturali, rappresentati a Verona nei saloni VinitalyBio e Vivit. Più sensibili a questo aspetto sono soprattutto i consumatori tedeschi, degli Usa, del nord Europa e del Giappone: proprio i mercati d'elezione del Chianti Colli Fiorentini, che ha nell'export il suo motore economico, con il 70% della produzione imbottigliata venduta all'estero.
Anche per questo la partecipazione a Vinitaly rappresenta sempre un momento di promozione irrinunciabile, che permette di incontrare e di avere il riscontro di buyer e operatori in arrivo da tutto il mondo. Anche la scelta del Consorzio Chianti Colli Fiorenti di aderire alla collettiva del Consorzio Vino Chianti, uno spazio istituzionale di oltre 300 mq con 55 produttori e più di 250 etichette, un Chianti Wine Bar e un Vin Santo Wine Bar per le degustazioni libere, è stata sicuramente vincente per promuovere in toto una denominazione tra le più conosciute al mondo e per dare, allo stesso tempo, più forza e valore ai singoli terroir.
Per Marina Malenchini, Presidente del Consorzio Chianti Colli Fiorentini: "Il Chianti deve il suo successo anche alle tante chiavi di lettura presenti in questo variegato e affascinante territorio. Tra queste recita un ruolo sempre più importante anche quella portata avanti con caparbietà dai viticoltori dei Colli Fiorentini. Siamo orgogliosi di dare un articolato contributo a immagine, identità e percezione complessiva del Chianti, un territorio che si sta dimostrando sempre più capace di incontrare un pubblico in continua evoluzione". La sinergia realizzata tra i Consorzi del Chianti rientra in una filosofia più ampia che è quella di una collaborazione tra tutte le denominazioni toscane, ufficializzata con la nascita il 6 aprile, proprio nei giorni antecedenti Vinitaly, dell'Associazione Vini Toscana – Avito - Dop e Igp.
L'organismo, il primo unitario di rappresentanza della viticoltura toscana di qualità, conta l'adesione già di 16 Consorzi in rappresentanza di 5.000 imprese. Se il consuntivo di Vinitaly è positivo, lo si deve anche al Ministero delle Politiche Agricole, che ormai da anni finanzia la presenza istituzionale del Consorzio Chianti Colli Fiorentini. "Il Consorzio Chianti Colli Fiorentini è stato fondato nel 1994 e sin dalla sua nascita ha partecipato alla fiera con un’area espositiva dedicata.
Dal 2004 si è stretto un solido rapporto di collaborazione tra il Consorzio e il Mipaaf per sostenere la visibilità delle denominazioni di origine. È per merito del contributo del Mipaaf se anche le aziende più piccole, che altrimenti non riuscirebbero a presenziare con uno stand autonomo, possono far conoscere le proprie realtà, ospitate nell’area espositiva dedicata alla denominazione. Quest’anno c’è stata la partecipazione diretta di tre dei sette consorzi che rappresentano i terroir produttivi del Chianti.
Questa pluralità permette di dare impulso alla nostra realtà vinicola, evidenziandone le mille sfumature, e dare un apporto in più ai partecipanti alla fiera per la conoscenza del nostro variegato territorio", conclude Marina Malenchini.
Nata nel 2000, la giovane e ambiziosa Doc Orcia è in veloce innalzamento qualitativo e va annoverata fra le piccole denominazioni italiane emergenti. In occasione dell’Orcia Wine Festival 2016, evento che ogni anno porta a San Quirico d’Orcia migliaia di winelovers, il Consorzio ha rinnovato il suo Consiglio di Amministrazione riconfermando la Presidente Donatella Cinelli Colombini con Giulitta Zamperini e Roberto Terzuoli vicepresidenti e i consiglieri Andrea Giorgi (Sampieri del Fà), Capitoni Marco (dell’omonima azienda Capitoni), Paolo Salviucci (Campotondo), Emanuele Bizzi (Trequanda), Antonio Rovito (Val d’Orcia Terre Senesi), Olivi Giuseppe (Olivi-Le Buche), Roberto Rappuoli (Podere Forte) e Berni Valentino (Loghi).
Infine Gabriella Giannetti (San Savino) ricopre il ruolo di Segretario e Marco Turillazzi quello di Sindaco Revisore. Donatella Cinelli Colombini inizia il suo secondo mandato, forte del consenso dei soci ottenuto grazie al grosso lavoro dei tre anni passati. Eventi, contatti e comunicazione che si riassumono nel progetto “Orcia, il vino più bello del mondo”. Il territorio di produzione si estende in 13 comuni ed è fra i comprensori agricoli più belli e incontaminati, per questo è diventato una destination turistica di prima grandezza con quasi un milione e mezzo di presenze turistiche e un milione di visitatori giornalieri. Il Consorzio ha ricevuto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali con DM 57934 del 25/07/2014 il riconoscimento Erga Omnes e sviluppa ogni anno un gran numero d’iniziative.
Nel 2016 sono in programma l’attivazione dell’Orcia Wine Class, a cura della delegazione Onav Siena, che offrirà minicorsi sul vino ai turisti e il potenziamento - in numero e in dimensione - degli eventi sul territorio che riguarderanno 6 dei 13 comuni della denominazione. L’Orcia Wine Festival, appena concluso a San Quirico d’Orcia, ha visto l’afflusso di circa 2.000 appassionati e operatori. Nel futuro il vino Orcia vuole essere più visibile all’esterno anche per aprirsi a nuove opportunità commerciali. Donatella Cinelli Colombini ricopre anche la carica di Presidente nazionale delle Donne del vino ed ha nel suo curriculum la creazione - nel 1993- della giornata Cantine Aperte che ha diffuso in Italia il turismo del vino.
Discendente da una famiglia di storici produttori di Brunello è lei stessa titolare di una cantina a Montalcino. Negli ultimi 15 anni ha dedicato una particolare attenzione al vino Orcia, denominazione in cui possiede un’azienda agrituristica e una cantina a Trequanda.
Marco Giannoni è stato confermato alla presidenza del Consorzio Vini Cortona. Per i prossimi tre anni sarà ancora l’imprenditore vitivinicolo cortonese a guidare la denominazione Cortona Doc. Marco Giannoni, classe 1965, vive a Cortona ed è sposato con quattro figli. E’ titolare dell’azienda di famiglia Giannoni Fabbri e di Cortona da sempre ama il territorio, il paesaggio e il vino che produce. «Accolgo con molto piacere questa conferma alla presidenza e sono onorato per la fiducia datami dai miei colleghi – spiega il rieletto presidente Giannoni – con l’obiettivo di dare continuità al lavoro svolto nel passato dai miei predecessori e puntando allo sviluppo del Consorzio, del territorio, per la soddisfazione dei produttori tutti e della città di Cortona e a questo proposito continueremo a collaborare fattivamente e significativamente con l’Amministrazione Comunale». Eletto anche il Consiglio di Amministrazione del Consorzio composto, oltre che dal presidente, dal Vicepresidente, Chiara Vinciarelli (anche in questo caso si tratta di una conferma) e dagli altri consiglieri: Adriano Giuliarini (La Braccesca), Hans Ensing (Villa Loggio), Fabrizio Sallusti (Vecchia Cantina di Montepulciano), Edda Billi (Azienda Agricola Edda Billi) e Fernando Cattani (La Calonica). Una conferma nel segno, dunque, della continuità visto che nel programma indicato da Giannoni ai primi posti la promozione in Italia, ma anche e soprattutto all’estero.
«La prima cosa che eredito dal precedente mandato e di cui possiamo dirci orgogliosi è un Progetto integrato di filiera (Pif) nel quale il Consorzio è entrato per investimenti in promozione pari a circa 100 mila euro in 18 mesi – continua Giannoni – e questo è solo l’inizio di un nuovo triennio in cui auspico ancora una maggiore collaborazione con il Consorzio da parte degli associati, perché unire le forze può senza dubbio aiutare a crescere l’immagine e, alla luce degli ultimi tender di mercato, del valore dei nostri vini». Confermata come detto anche la Vicepresidente, Chiara Vinciarelli, titolare dell’azienda omonima.
«Sono contenta di questa conferma che garantirà una continuità a un lavoro che abbiamo intrapreso con il Consorzio già nel triennio precedente – commenta la Vicepresidente Vinciarelli – e il nostro impegno sarà quello di promuovere il territorio, la nostra città, il tutto grazie a un prodotto, la Cortona Doc, che sta riscotendo sempre più successo». Nel 2015 sono state vendute circa un milione di bottiglie a marchio Doc. Le vendite sono concentrate per il 70 per cento all’estero, mentre la quota restante è diretta verso l’Italia.
Costituito nella primavera del 2000, è il Consorzio che svolge la funzione di controllo e tutela dei vini a D.O.C. Cortona e ne diffonde la conoscenza con un’efficace attività culturale, divulgativa e promozionale. Protegge l’immagine ed il prestigio della denominazione con continui controlli di qualità e intraprende iniziative di carattere culturale tendenti a far conoscere nel mondo Cortona, il suo territorio ed i suoi vini. Attualmente le aziende consociate sono 30 e rappresentano la quasi totalità dei produttori.
Tra di esse si annoverano marchi nati e radicati nella regione, altri di tradizione più recente ed altri ancora di importanza internazionale. E’ lusinghiero il fatto che questi ultimi abbiano dato tanto credito al territorio di Cortona da farne la sede di consistenti investimenti.
Per il mondo imprenditoriale rappresenta una delle tematiche più delicate da affrontare, un momento particolare della storia aziendale nel quale l’obiettivo è dare vita a nuovi equilibri e nuove continuità in termini di leadership, di identità e di managerialità, ma anche di responsabilità etica e sociale. E’ il tema del passaggio generazionale, al quale l’Unione Imprese Storiche Italiane - associazione che abbraccia 46 brand ultracentenari familiari e non, appartenenti a 8 regioni d’Italia - dedicherà domani venerdì 29 aprile (ore 11) una giornata di studio, di dibattito e di approfondimenti a Brolio (Siena), nel cuore del Chianti Classico, presso la sede di Barone Ricasoli 1141, la più longeva realtà del settore vitivinicolo italiano. “Imprese storiche: il passaggio generazionale tra Famiglia e Capitale”, questo il titolo dell’incontro che vedrà la presenza di docenti universitari, consulenti aziendali ed esponenti del notariato che regaleranno un focus particolare – in termini emotivi, economici e giuridici - sul tema del passaggio del testimone in azienda e lo faranno da una prospettiva ultracentenaria quale è quella offerta dai marchi più longevi del Made in Italy. L’impresa storica difatti non si presenta solo come un’organizzazione produttiva ma anche come un soggetto vivente che sfugge alle leggi del ciclo vitale biologico degli esseri umani, potendo perdurare su un arco di tempo sostanzialmente indefinito.
E’ dotata di una longevità che poggia sulla capacità di assicurare una continuità imprenditoriale e manageriale all’organismo aziendale, vuoi attraverso il conseguimento di condizioni di convivenza e ricambio generazionale all’interno del gruppo familiare, vuoi attraverso processi di ricambio esterni alla famiglia. L’incontro di Brolio, moderato da Claudio Baccarani (Università di Verona), vedrà la partecipazione, tra gli altri, di Franco Cesaro (Cesaro & Associati), del notaio Jacopo Sodi, degli esponenti dei brand ultracentenari italiani che si confronteranno sul tema sia da un punto di vista di esperienze professionali che di consulenza aziendale e di normativa fiscale.