I somali, che dal 12 gennaio scorso si trovavano nell’immobile di proprietà dei Padri Gesuiti in via Spaventa, hanno liberato lo stabile. Il rilascio dell’immobile è avvenuto stamani in maniera spontanea e pacifica da parte dei circa 100 occupanti e le operazioni di fuoriuscita si sono svolte senza disordini.Le operazioni sono iniziate intorno alle 9 e si sono concluse nel primo pomeriggio. Sul posto sono intervenuti le forze dell’ordine, la Protezione civile, la Polizia municipale, i Servizi sociali del Comune, gli operatori della Caritas e del Cenacolo e i rappresentanti dei Padri Gesuiti e della comunità somali.“L’intervento è stato effettuato senza problemi e senza l’uso della forza - hanno detto l’assessore all’Accoglienza Sara Funaro e il presidente del Quartiere 2 Michele Pierguidi - ed è stato portato avanti grazie al grande impegno dei Padri Gesuiti e delle varie associazioni, in particolar modo la Caritas.
Agli occupanti sono state proposte soluzioni differenziate di sistemazione sul territorio e titoli di viaggio”. “Vorrei ringraziare tutti i soggetti che hanno contribuito alla riuscita dell’operazione: i Padri Gesuiti, le forze dell’ordine, le associazioni, la Polizia municipale, la Protezione civile e i Servizi sociali - hanno continuato Funaro e Pierguidi -. L’intervento di stamani è l’ulteriore dimostrazione che il modello Firenze, basato sulla stretta collaborazione tra i vari soggetti chiamanti ad intervenire, funziona ancora.
Questa operazione è, infatti, il frutto di un lavoro e una concertazione lunghi, nell’ambito dei quali è stata molto importante anche l’attività svolta dai mediatori e dai rappresentanti della comunità somala. Un grazie particolare va al rappresentante della comunità somala Osman Gaal e ai suoi collaboratori”. “Noi come amministrazione comunale abbiamo dato il nostro contributo - hanno raccontato l’assessore e il presidente del Quartiere -, in particolar modo mettendo a disposizione i posti Sprar, per le persone che ne avevano titolo, e alcuni posti per le persone più fragili nella struttura di accoglienza dell’Albergo popolare”.
“È stato fatto un grosso lavoro di sinergia con varie realtà associative e con un impegno importante da parte della dei Padri Gesuiti - hanno proseguito Funaro e Pierguidi -, che hanno voluto fortemente che ci fosse una concertazione per arrivare alla liberazione dell’immobile”.Diverse sono le soluzioni di accoglienza presentate ai somali: appartamenti privati per i lavoratori, che pagheranno l’affitto, posti Sprar del Ministero in collaborazione con il Comune, alcuni posti all’Albergo popolare per le persone più fragili, progetto di accoglienza per le donne e titoli di viaggio per coloro che, da diverso tempo, stavano aspettando di partire.
"Stando a quanto riportano notizie stampa, i somali che hanno occupato per anni abusivamente l'immobile in via Spaventa, avrebbero ottenuto una casa. Se è così, l'assessore Funaro lunedì deve venire in consiglio a fornire spiegazioni". Questo il commento dei consiglieri del gruppo Forza Italia.Il capogruppo Cellai aggiunge: "La sensazione è che con la sinistra al governo l'illegalità paghi. Perché gli italiani dovrebbero continuare a lavorare, pagare le tasse e faticare ad arrivare a fine mese? E perché dovrebbero aspettare - talvolta per anni - iscritti in una graduatoria per avere una casa, quando uno straniero fa una bella occupazione abusiva e poi ci pensa il Comune? È inaccettabile".
“Non è vero che il Comune si è attivato celermente per trovare una casa ai somali che avevano occupato illegalmente l'immobile in via Spaventa”. Il capogruppo del Partito Democratico Angelo Bassi replica alle inesatte affermazioni provenienti da consiglieri di Fratelli d'Italia e Forza Italia. “I consiglieri – prosegue il capogruppo PD Bassi – pensano, sempre e soltanto, a strumentalizzare situazioni che vedono al centro occupazioni abusive. L'operazione di rilascio dell’edificio è stata voluta e portata avanti principalmente dai Padri Gesuiti, che sono proprietari dell'immobile di via Spaventa.
L’amministrazione comunale ha collaborato con i Padri Gesuiti, le associazioni e le forze dell’ordine ed ha messo a disposizione i posti Sprar che, ricordiamo ai consiglieri, sono luoghi destinati ai rifugiati aventi diritto, ed alcuni posti all’Albergo popolare per i soggetti fragili. Il Comune di Firenze ha rispettato la linea che ha sempre seguito quando si è trattato di liberare immobili occupati abusivamente. E possiamo assicurare i consiglieri che le case, la nostra amministrazione, le assegna solo a chi ne ha diritto ed a chi è in graduatoria.
Se i consiglieri si riferiscono agli appartamenti che sono stati trovati dalle associazioni su libero mercato e dove i somali pagheranno l’affitto possono stare sereni perché non sono alloggi erp ma, anzi, pensiamo che questo tipo di soluzione sia importante perché responsabilizza chi lavora e invece di occupare ha scelto di dividere un appartamento pagando un affitto. Ci siamo sempre impegnati per garantire il ripristino della legalità – conclude il capogruppo Angelo Bassi – ed abbiamo sempre agito per il rispetto dei diritti di chi sta aspettando una casa”.
"I somali occupano per anni abusivamente in condizioni fatiscenti, fanno gli scontri con la polizia e ottengono in premio una soluzione abitativa. Gli italiani che rispettano le leggi, invece, finiscono in mezzo a una strada. E' tutto sbagliato: se fossimo noi di Fratelli d’Italia a decidere avremmo rimandato in Somalia chi non ha rispettato le nostre leggi e offerto le soluzioni abitative agli italiani che non hanno un tetto ma rispettano le regole". E' quanto affermano i capigruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale della Toscana e in Comune di Firenze Giovanni Donzelli e Francesco Torselli, commentando la fine dell'occupazione dell'immobile di proprietà dei gesuiti in via Spaventa a Firenze, avvenuta in seguito al rogo del capannone a Sesto Fiorentino. "E' curioso che il comune abbia così celermente agito per risolvere questa situazione scaturita da azioni illegali - sottolineano - noi crediamo che uno stato civile debba riconoscere l'asilo a chi ne ha realmente bisogno, ma è inaccettabile pensare che si possano ottenere i risultati violando la legge.
Queste persone hanno per anni hanno occupato abusivamente il pericoloso e insicuro magazzino ex Aiazzone, dov'è divampato il rogo costato la vita ad uno di loro. I somali, per noi, non avrebbero alcun diritto. Invece le istituzioni guidate dalla sinistra spendono risorse, sottraendole agli italiani, per garantirgli una collocazione - concludono Donzelli e Torselli - alla faccia di tutti gli italiani che non hanno una casa e fanno salti mortali pur di non violare la legge".