Firenze, 23 febbraio 2022 - Oggi primo giorno dell’iniziativa che nei prossimi giorni porterà a Firenze circa 60 vescovi e altrettanti sindaci da 20 paesi del Mediterraneo.
Santa Croce ancora una volta, in giorni resi difficili dalle minacce di guerra, si ripropone come luogo di pace, di incontro indissolubile tra valori religiosi e civili. È una speciale vocazione quella della basilica che venne consacrata il 7 gennaio 1443 da papa Eugenio IV a conclusione del Concilio che, a Firenze, rappacificò la Chiesa d’Oriente e quella d’Occidente. Lo ricorda il cardinale Giuseppe Betori nel saluto d’introduzione a I Vescovi di Roma e Santa Croce di Firenze, pubblicazione che l’Opera e la Comunità francescana di Santa Croce hanno preparato per i sindaci e i vescovi partecipanti al forum del Mediterraneo e presenti domenica 27 febbraio alla celebrazione eucaristica di papa Francesco.
“È intima e profonda l’unione tra la basilica francescana e la città”, sottolinea il cardinale Betori mettendo in evidenza che “proprio il Concilio di Firenze del 1443 per Giorgio La Pira costituisce l’origine della vocazione particolare della città a costruire ponti di speranza e di amicizia”.
Approfondimenti
La pubblicazione racconta le vicende del complesso monumentale dal punto di vista del rapporto con i Vescovi di Roma. La raccolta di testi, curata dal consigliere dell’Opera Giulio Conticelli e pubblicata per i tipi di Mandragora, contiene gli interventi della presidente Cristina Acidini, del rettore della basilica padre Giancarlo Corsini, della conservatrice Eleonora Mazzocchi, dell’archivista Claudia Timossi e di padre Gabriel Marius Caliman.
“Sono queste giornate straordinarie e uniche: per la prima volta così tanti vescovi si ritrovano a Firenze dopo molti anni e per la prima volta negli stessi giorni si ritroveranno i sindaci delle più importanti città del Mediterraneo. Grazie alla Cei per aver scelto Firenze”. Lo ha detto il sindaco Dario Nardella alla cerimonia di inaugurazione, oggi a Santa Maria Novella, dell’incontro sul Mediterraneo che si tiene da oggi a domenica.
“In una di queste sale - ha ricordato il sindaco - il grande Leonardo da Vinci completò il cartone della battaglia di Anghiari che poi fu realizzata nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio dove ci ritroveremo sabato mattina. Questo appuntamento è una grande opportunità, un dialogo sospeso tra confronto laico e religioso, e Firenze è l’unione di questi due diversi volti. Condivido le parole del sindaco Giorgio La Pira, unire le città per unire le nazioni. Noi sindaci non abbiamo eserciti e non costruiamo muri, ma progettiamo ponti e aiutiamo cittadini a muoversi, i ragazzi a studiare, i giovani a lavorare”. “Che la bellezza di questa città, una bellezza non sterile, non autoreferenziale, possa ispirare i vostri cuori e illuminare tutte le menti” ha concluso il sindaco Nardella.
In occasione degli incontri dei sindaci e dei vescovi delle città del Mediterraneo alcune iniziative saranno organizzate in collaborazione fra la Comunità e la Parrocchia dell'Isolotto e con il patrocinio del collegio di Presidenza del Quartiere 4: "Pensiamo che sarà un'occasione per confrontarci su temi che ci riguardano e ci interrogano e allo stesso tempo speriamo che possano essere di stimolo perché dagli incontri dei sindaci e dei vescovi scaturiscano assunzioni di responsabilità verso azioni concrete" spiegano dalla Comunità dell'Isolotto e dalla Parrocchia delle Grazie all'Isolotto.
“Come Confcooperative Toscana Nord siamo orgogliosi che la città di Firenze ospiti l’Incontro dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo, evento di caratura internazionale che riporta la città sotto i riflettori dell’Europa. A maggior ragione perché lo spirito alla base dell’evento si sposa pienamente con la filosofia che da sempre contraddistingue il mondo cooperativo che professa il dialogo, la cooperazione e il rispetto per gli altri”. Così Giuseppe Gori, presidente Confcooperative Toscana Nord.
“Speriamo che, seguendo l’esempio del sindaco Giorgio La Pira - aggiunge Gori - anche questa iniziativa porti concreti risultati per una risoluzione pacifica delle tensioni nell’area dell’Est Europa. Firenze in questi giorni di tensioni ha una responsabilità in più: ricordare lo storico gemellaggio che lega la nostra città a Kiev dal 1967. Un gemellaggio che porta la firma di La Pira, che gettò così un ponte tra Occidente e Oriente e che oggi può lanciare al mondo un messaggio di pace”.