Nel video l'iniziativa odierna del Sindaco di Firenze, accompagnato simbolicamente da una ragazza ucraina e da un ragazzo russo, di rivestire il David di Piazza della Signoria con un drappo nero in segno di lutto per le vittime del conflitto e contro la guerra.
"Domani il sindaco Nardella riferirà con una comunicazione, all'interno del consiglio comunale, la situazione riguardante l'accoglienza profughi ucraini, come suggerito dal sottoscritto durante la capigruppo. Chiederò che il gesto odierno di coprire il David rimanga simbolico solo per la giornata di oggi, non condivido la copertura della statua fino a fine guerra" è intervenuto il consigliere FdI Alessandro Draghi.
Con la guerra nel cuore dell’Europa, la Conferenza delle donne democratiche della Toscana ha deciso di dedicare l’otto marzo alle ucraine e agli ucraini, vittime di una sanguinosa guerra a cui è fondamentale mettere fine attraverso l’unica strada possibile: quella diplomatica. Tutte le iniziative organizzate per questa giornata avranno come filo conduttore la richiesta di pace per il popolo ucraino e per il mondo intero. Un grido che si leverà da ogni angolo della Toscana e che arriverà anche da Strasburgo, città da dove la portavoce regionale, Tania Cintelli, con Simona Bonafè, europarlamentare e segretaria del Partito Democratico della Toscana, si collegheranno con Radio Femminile Plurale, la radio delle dem toscane, per lanciare un progetto all’insegna della conoscenza delle istituzioni europee.
Protagoniste le più giovani che avranno la possibilità di partecipare ad un percorso di approfondimento che, presumibilmente verso la fine dell’anno, le vedrà raggiungere Bruxelles.
“Quello di quest’anno – ha dichiarato Cintelli – è un otto marzo doloroso. Dopo due anni di pandemia, mai avremmo immaginato di piombare nell’incubo della guerra. Le bombe che cadono a Kiev e nelle altre città dell’Ucraina sono bombe che cadono nel cuore dell’Europa. In queste settimane, abbiamo provato in ogni modo a stare vicine alle donne, agli uomini e ai bambini ucraini. Lo abbiamo fatto silenziosamente, prendendo parte alla macchina degli aiuti; scendendo nelle piazze per la pace; con la nostra Radio Femminile Plurale, cercando di raccontare costantemente ciò che sta accadendo; promuovendo la catena della solidarietà messa in campo dalla Regione Toscana.
In questo momento, c’è davvero bisogno di tutto. Di aiuti, di accoglienza, di diplomazia. Quello che possiamo fare, lo faremo, senza sosta. Una goccia nel mare non fa la differenza, tante gocce nel mare invece sì. Per questo, non ci fermeremo. E per questo martedì sarò a Strasburgo con Simona Bonafè, perché la guerra si combatte con la pace, con l’unità e con la consapevolezza che solo insieme ci si può salvare.
L’Europa è nata sulle ceneri di un continente che ha conosciuto due guerre mondiali. Da allora, nelle nostre nazioni è regnata la pace. Con questo presupposto, abbiamo deciso di lanciare #nelcuoredeuropa, un progetto che partirà in primavera e che vedrà le democratiche più giovani partecipare a un percorso formativo sull’Europa, sul suo funzionamento e sulle politiche relative alle pari opportunità che sta mettendo in campo. Non solo: in autunno, le ragazze avranno l’opportunità, grazie al sostegno della nostra Simona Bonafè, di raggiungere Bruxelles e di toccare con mano l’importanza strategica delle attività dell’Unione europea.
Per noi – ha proseguito Cintelli – è un vero e proprio sogno che si avvera e comunicare a tutte e tutti questa attività proprio l’otto marzo è ancora più emozionante. Lo è ancor di più sapendo che con noi in questa nuova avventura ci sarà la Fondazione Nilde Iotti. Il sostegno di Livia Turco non è mai mancato in questi mesi e sapere di poter contare nuovamente su di lei ci rende orgogliose e sicure. Alle giovani donne servono opportunità e noi, come Conferenza, non possiamo esimerci dal dovere di costruirgliele.
Martedì 8 marzo, con l’Ucraina nel cuore, in giro per la Toscana si svolgeranno anche moltissime altre iniziative organizzate dalle Conferenze locali. Di questo, non posso che ringraziare le portavoce che, incessantemente ormai da più di due anni, donano energie e tempo al lavoro della Conferenza.
In programma iniziative organizzate anche dalla Conferenza nazionale e dalla portavoce Cecilia D’Elia che potrete seguire attraverso i nostri canali. Potevamo decidere di fermarci – ha concluso Cintelli –, abbiamo voluto esserci, con ancora più forza e determinazione. Per far sentire ovunque, forte e chiaro, il nostro appello alla costruzione della pace.”
Dall'Ucraina all'Italia, l'odissea di Milana, la bambina di 4 anni affetta dalla sindrome Cri di chat, si è conclusa positivamente grazie al cuore dei sancascianesi. Olena, la mamma coraggio di Vinnytsia, con le sue due figlie, Milana (4) e Adele (6), stanno bene, avvolte dal calore di una casa e dall'affetto degli amici italiani. Da ieri sono ospiti di una famiglia residente a Casalgrande in provincia di Reggio Emilia, persone sensibili e generose che la giovane donna aveva avuto modo di conoscere alcuni anni fa durante un soggiorno in Italia. Ha registrato un lieto fine il lungo e travagliato viaggio di oltre 4 mila km compiuto in 48 ore, partito da San Casciano e intrapreso da tre volontari, in rappresentanza dell'associazione A.B.C. Bambini Cri du Chat, alla guida di un furgone messo a disposizione dell'Auser di San Casciano.
Una missione pericolosa, ai limiti dell'impossibile, accompagnata H24 dalla regia di Maura Masini, presidente dell'associazione con sede a San Casciano in Val di Pesa, nel Chianti, che ha centrato l'obiettivo umanitario: recuperare e mettere in salvo la famiglia ucraina con la bambina affetta dalla rara sindrome Cri du chat. Sandra Giani, Elisabetta Resti e Carmelo Sciarrabone, giunto quest'ultimo da Casteltermini, in Sicilia, per unirsi alla delegazione sancascianese, hanno superato i controlli, attraversato luoghi impervi, atteso in coda per lunghi periodi ai punti di frontiera.
Con la loro determinazione, nonostante le tante incognite dell'offensiva russa in corso da giorni, i volontari sono riusciti a individuare la famiglia, nel cuore della notte, tra un tendone e l'altro, sul confine tra l'Ucraina e la Polonia, e a mettere fine all'incubo, al terrore di essere colpiti dai bombardamenti portando via dai luoghi del conflitto la mamma e le sue bambine, stanche, provate dalla drammaticità della fuga, dei km percorsi a piedi con pochi viveri, senza passeggino, sotto il freddo delle temperature polari.
E da sole, senza il papà, rimasto in Ucraina, mobilitato per combattere. Con loro, dopo aver fatto una brevissima sosta in Polonia, ospiti della mediatrice linguistica che ha supportato il viaggio dell'A.B.C. Paulina Gajkowska, il furgone della speranza, targato San Casciano, si è rimesso in moto per portare al sicuro le tre ucraine. Destinazione: Casalmaggiore, in Emilia Romagna.
“Siamo felici di aver portato in salvo la mamma e le sue figlie - dichiara Sandra Giani - non ci sembra ancora vero, una felicità che vediamo riflessa nei loro occhi e questo ci ripaga dell'immane fatica di un viaggio che ci ha lasciato segni importanti, siamo increduli di fronte ad una guerra che sta dilaniando un intero paese, spezzando la vita a migliaia di donne, uomini, bambini, anziani, e allo stesso tempo confortati dal fatto che tantissime sono le persone che abbiamo trovato lungo il viaggio che si rifiutano di accettare la guerra e la combattono con ogni mezzo, sguardi e soprattutto sorrisi degli ucraini e dei polacchi ci hanno sostenuto e ci hanno fatto sentire uniti come cittadini europei in un grande clima di solidarietà”.
A Hrerbenne Rawa-Raska, corridoio umanitario in Polonia, dove la famiglia attendeva trepidante di essere recuperata, il veicolo dell'Auser è arrivato attraversando un folto bosco, al buio, privo di indicazioni, cartelli stradali e copertura telefonica. “È stato uno dei momenti più difficili del viaggio - racconta Carmelo Sciarrabone che di professione fa l'insegnante, padre di un bambino di 4 anni Cri du chat - gli ultimi 80 km, prima di raggiungere il passaggio al confine con la Polonia, sono stati quelli in cui ci siamo sentiti più esposti al rischio dell'evento bellico, una volta arrivati a destinazione abbiamo letto davvero il terrore negli occhi dei profughi che alloggiavano in 4-5 tende suddivisi per età e sesso, era persino difficile reggere lo sguardo di quelle tante persone, tristi, infreddolite, che desideravano lasciare il loro paese senza voltarsi indietro, li avremmo presi tutti con noi se avessimo avuto la possibilità”.
“È stata un'emozione fortissima aver abbracciato Olena e le sue figlie - confessa Elisabetta Resti, volontaria a tempo pieno - ho ricevuto più di quanto ho dato e se qualcuno mi chiedesse ora di ripartire lo farei senza esitazioni, il viaggio che ci ha portato ad attraversare tre diversi paesi, come l'Austria, la Cecoslovacchia e la Polonia, ci ha cambiati, ci ha fatto capire quanto reale e brutale sia questo massacro e quanto importante sia spendersi per sostenere il popolo ucraino e trasformare i loro rischi in opportunità per una vita migliore, degna di essere vissuta”.
Grande soddisfazione è stata espressa dal presidente dell'A.B.C., Maura Masini, che all'organizzazione del viaggio ha unito un fitto lavoro di coordinamento per l'assistenza sanitaria e il programma terapeutico di Milana a Reggio Emilia. “Abbiamo già stabilito un calendario di visite con gli specialisti dello staff medico dell'associazione che prenderà in carico la bambina, siamo in contatto con alcune realtà locali e nazionali per l'inserimento lavorativo di Olena e quello scolastico di Adele - ha aggiunto Maura Masini - un ringraziamento di cuore a tutti coloro che hanno reso possibile questo viaggio, in primis i volontari, l'Auser, la Misericordia e il comune di San Casciano che è socio fondatore dell'A.B.C". L'associazione ha anche attivato un IBAN per eventuali donazioni a favore di Milana. A.B.C. Bambini Cri du chat: IT75V0867338050020000208937.
La comunità di Vico d’Elsa ha dato vita ad un’importante carovana della solidarietà con l’intento di sostenere concretamente le famiglie ucraine in fuga dal loro paese, vittime dell’attacco sferrato dalle truppe russe che non accenna a cessare. L’emergenza incalza e dal borgo di Vico d’Elsa, 450 abitanti, si attiva una cospicua mobilitazione umanitaria che sorprende per il numero delle adesioni e la tempestività dell’operazione.
Tra ieri e oggi decine di cittadini, residenti nella frazione del Comune di Barberino Tavarnelle, si sono recati alla spicciolata presso i locali della parrocchia gestita da Don Rolando Spinelli, per contribuire alla raccolta alimentare e di materiali utili alla grave situazione, organizzata dalla parrocchia di Vico d’Elsa. Con le donazioni della comunità, costituita dalla consegna continua di indumenti, alimenti in scatola e a lunga conservazione e materiali sanitari, sono stati allestiti numerosi carichi.
Un ruolo importante è stato svolto dal Giardino Sottovico che ha raccolto 500 euro per l’acquisto di generi alimentari. L’invio e il trasporto del materiale diretto a Leopoli, in Ucraina, raccolto dai vichesi, è stato supportato da una coppia italo-ucraina residente a Vico d’Elsa, Maria Nahirnyak e Narciso Fusi. Maria ha tutta la famiglia mobilitata per la guerra, la figlia infermiera in un ospedale militare, il genero e i due nipoti in prima linea nei combattimenti.
“Abbiamo riempito un furgone, ripartito per l’Ucraina poche ore fa – fa sapere il consigliere parrocchiale Alberto Giani - e tre autovetture, la risposta è stata superiore ad ogni aspettativa, mi ha colpito la spontaneità e la grande bontà d’animo mostrata dai concittadini”. Oltre agli indumenti, tanti sono stati gli alimenti per bambini, i sanitari e le scatole alimentari che il consigliere ha raggruppato nei locali della Canonica. “Come parrocchia - ha aggiunto - abbiamo voluto effettuare anche una donazione monetaria che servirà ad implementare l’acquisto di medicinali e tutto ciò che occorre per soccorrere le famiglie ucraine”.
Per il sindaco David Baroncelli “è commovente assistere all’enorme cordata di solidarietà che nel nostro territorio si è fatta avanti per aiutare il popolo ucraino con tutti i mezzi disponibili, la mano tesa di Vico dà prova di questa rete solidale che invoca la pace ed è di grande conforto e vicinanza alle famiglie che hanno perso tutto, casa, affetti, devastate dal terrore, sotto costante minaccia”. “Desideriamo fortemente che la guerra finisca - afferma il primo cittadino - e che l’Ucraina torni ad essere un paese libero e democratico”.