Il turismo in Toscana, nonostante alcuni fattori di freno, continua a correre e il 2024 sarà l’anno del definitivo sorpasso rispetto ai livelli pre-Covid. A fotografare la situazione è il rapporto Irpet sulla congiuntura 2023/2024 del settore presentato questa mattina a Palazzo Strozzi Sacrati in un confronto pubblico, alla presenza dei rappresentanti delle categorie economiche, a cui hanno partecipato il presidente Eugenio Giani, l’assessore all’economia e al turismo Leonardo Marras e il direttore dell’Istituto regionale di programmazione economica della Toscana Nicola Sciclone.
Il 2023 ha segnato, in linea con il Paese, il completo recupero dei livelli di presenze turistiche precedenti la pandemia (e un +8,8% sul 2022), registrando anche buone notizie per il mercato del lavoro con un’espansione degli occupati e meno precarietà.
Ma sono i primi 5 mesi del 2024 a lasciar prefigurare il definitivo superamento dei dati prepandemici grazie a un solido +3,1% di variazione tendenziale sul 2019.
A fare da traino sono i flussi internazionali sia nel 2023 (+17,6% sul 2022, +3,5% sul 2019) sia nei primi mesi del 2024, che già registrano un +12,6% rispetto all’anno scorso.
Da inizio anno protagonista principale della ripresa è la componente extra-europea non nord-americana (+25,4%), ma buoni segnali arrivano sia dalla stessa componente nord-americana (+7,4%) sia da quella del “vecchio continente” (+10,4%). Mentre rispetto al 2019, sono proprio queste ultime a caratterizzare la crescita, rispettivamente con un +20,2% e +31,5%.
Le difficoltà nell’anno in corso riguardano i flussi interni e quelli esteri più lontani dal punto di vista geo-politico e culturale. Nel primo caso l’aumento del costo della vita e dell’inflazione provocano una debolezza strutturale della domanda domestica (sul 2019, -14,5% gli italiani non toscani e -11,3% i toscani). Anche rispetto al 2023, il calo è importante: -8,9% di italiani dalle altre regioni e -12,8% dei toscani. Nel secondo caso i flussi dall’Asia fanno fatica a recuperare i livelli prepandemici, registrando un -20,3%.
Riguardo alle mete, nei primi 5 mesi del 2024, le città d’arte riscontrano la variazione tendenziale sul 2023 più vivace (+5,2%), pur restando le destinazioni più lontane (Firenze su tutte) dal recupero dei livelli del 2019 (-7,8%). Rispetto allo scorso anno, crescono le aree balneari (+3,1%) e le aree montane (+1,9%), mentre preoccupa la tendenza negativa di quelle collinari (-2,2%), molto influenzata dalla debolezza della domanda interna.
Come è andata nel 2023
Il 2023 delinea un “ritorno” alla normalità pre Covid, ma con tratti in chiaroscuro. La ripresa c’è, spinta dall’ulteriore internazionalizzazione del sistema turistico toscano, frenata però dalla debolezza della domanda interna e caratterizzata da una maggiore esposizione alla concorrenza di nuove destinazioni e alle dinamiche macroeconomiche e geopolitiche mondiali.
I pernottamenti aumentano nel complesso dell’8,8% sul 2022, sfondando il tetto dei 52 milioni di presenze. Un risultato dovuto esclusivamente alla dinamica della componente straniera (+17,6%), mentre ristagna il mercato nazionale (-0,3%).
A dominare l’aumento dei flussi il contributo della componente extraeuropea (+52,3% sul 2022). Frena in modo vistoso l’aumento degli europei (+5,9%), fondamentale nella tenuta durante il Covid-19 insieme al mercato domestico. Nonostante la forte ripresa, alla fine del 2023 mancano ancora alla Toscana, rispetto al 2019, quasi la metà delle presenze dal continente asiatico – e in particolare il -63% dei cinesi contro solo il-15% degli indiani – e i tre quarti delle presenze dalla Russia. A crescere di più, grazie all’apporto degli stranieri da fuori Europa, sono le città d’arte (+17,9%), seguite dalle destinazioni collinari (+11,6%). Le prime riducono il gap sul 2019 al -10% più che dimezzandolo, le seconde entrano in territorio positivo (+6,3% sul 2019), grazie ancora una volta al contributo estero sia degli europei che degli extra-europei.
Sul fronte delle strutture ricettive, nel 2023 aumentano in particolare le presenze in quelle extra-alberghiere. Solo gli alberghi a 4 e 5 stelle realizzano nel 2023 aumenti cospicui di presenze (rispettivamente + 14,8% e + 12,5% sul 2022). A crescere di più sono le nuove tipologie ricettive come le locazioni turistiche imprenditoriali (+29,1%) e non imprenditoriali (+23,1%), gli ostelli (+27,7%), i B&B imprenditoriali (+22,3%) e non imprenditoriali (+12,2%), gli alberghi diffusi (+42,1%). Bene fanno anche le strutture legate al turismo slow e all’aria aperta. Gli agriturismo realizzano nel 2023 un +3% sul 2022 che li porta a superare del +17% (+750 mila) le presenze del 2019, mentre i villaggi turistici crescono molto poco sul 2022 (+1,5% nel 2023) ma registrano ormai anch’essi un +17,2% di presenze sul 2019.
Il 2023 segna inoltre la chiusura del gap sul 2019 rispetto al mercato del lavoro turistico, che diventa anche meno precario. Il peso dei contratti strutturati passa dal 56% del triennio precedente il Covid-19 al 73% nel quadriennio 2020- 23, in particolare tra gli under 30 anni. La dinamica degli addetti conferma come il comparto turistico abbia rappresentato, anche negli anni del Covid 2019-2023, un fattore di allargamento dell’occupazione in Toscana con quasi 13 mila addetti in più creati, pari a circa l’11% del totale dei settori produttivi.
“I dati ci dicono che siamo sulla strada giusta. Dobbiamo continuare a investire, a collaborare e a supportare le amministrazioni comunali, in particolare quelle più piccole delle aree interne: il lavoro che abbiamo fatto sta dando i suoi frutti”. E’ positivo il commento del direttore di Anci Toscana Simone Gheri.
Gheri ha subito sottolineato il tema della redistribuzione dei turisti sul territorio, tema cruciale per i Comuni: “L’aumento delle presenze nelle aree collinari e montane è molto positivo per noi: uno degli obiettivi che ci siamo dati era proprio quello di far crescere le zone delle aree interne. Ora bisogna continuare a sostenere e sollecitare i Comuni della Toscana diffusa; e ben venga la riforma del testo Unico, in cui si investe ancora di più sugli ambiti, anche in termini di risorse”. Il direttore di Anci Toscana ha anche auspicato che i dati del rapporto vengano diffusi e condivisi con i territori, così che l’analisi possa aiutare a definire politiche e strategie a livello locale, e ha ribadito l’importanza della promozione e dell’accoglienza, elementi fondamentali su cui è necessario continuare a lavorare insieme.
“L’ultimo rapporto Irpet sul turismo toscano evidenzia un trend positivo per il settore. Il mercato necessita del cosiddetto turismo diffuso, la cui valorizzazione è una delle soluzioni per evitare l’overtourism che sta rendendo invivibili le nostre città d’arte, prima fra tutti Firenze. Infatti le presenze nelle campagne segnano un + 11,6% rispetto allo scorso anno e un + 6,3% rispetto al 2019. La domanda di un turismo di questo tipo sta salendo ma le infrastrutture toscane sono del tutto inadeguate per implementarlo.
La sinistra, e in particolare il governatore Giani, Si fa bello, a parole, con il turismo diffuso ma non ha fatto i conti con i servizi di trasporto pubblici della Regione e con le strade che cadono a pezzi. Come pensa che un turista possa raggiungere - per esempio - il Mugello da Firenze quando - da domani - non sarà più attiva la linea Faentina e ancora non sono stati comunicati gli orari del servizio autobus sostitutivo?
Dal rapporto Irpet emerge inoltre che il nostro mare recupera meno presenze rispetto alle altre destinazioni. Il dato è la conseguenza di diversi fattori tra cui – indubbiamente – le condizioni delle strade che collegano il capoluogo alla costa. Fi-Pi-Li, Tirrenica, Siena-Grosseto… sono dei veri e propri ostacoli allo sviluppo della costa e di un turismo più distribuito sul territorio. Nonostante i proclami elettorali del governatore, in quattro anni Giani non ha fatto assolutamente niente per le strade della Regione! Per non parlare poi del sistema aeroportuale e in particolare dello scalo di Firenze.
È dagli anni Ottanta che il governatore promette al capoluogo un aeroporto adeguato, siamo nel 2024 e lo sviluppo di Peretola è ancora una volta fermo a causa dei veti della sinistra e dei cinque stelle” dichiarano la consigliera regionale di Fratelli d'Italia Sandra Bianchini e il capogruppo FdI in Consiglio regionale Vittorio Fantozzi.