San Gimignano guarda al rilancio del turismo post covid “strizzando l’occhio” agli innamorati che intendono convolare a nozze all’ombra delle torri. Da oggi infatti le coppie potranno richiedere il “matrimonio in ufficio” in Comune dove pronunciare il fatidico sì per poi celebrare feste e matrimoni simbolici negli agriturismi e nelle ville del territorio. Per chi desidera invece celebrare un matrimonio simbolico nel cuore del centro storico potrà finalmente farlo nella suggestiva Rocca di Montestaffoli. Gli innamorati che intendono celebrare il matrimonio negli agriturismi e nelle ville potranno fare una cerimonia rapida in ufficio godendo di vantaggi economici rilevanti sul prezzo della cerimonia civile con una tariffa rivista per gli italiani (300,00 euro) e dimezzata per gli stranieri (500,00 euro), sempre gratuitamente per i residenti (almeno uno).
«Una decisione presa per dare una risposta agli operatori del settore – spiega Carolina Taddei, assessora al turismo del Comune di San Gimignano -. Crediamo molto nel mondo del wedding per rilanciare un turismo messo a dura prova dalla pandemia e con il “matrimonio in ufficio” intendiamo agevolare le strutture ricettive del territorio che potranno così offrire agli innamorati cerimonie simboliche e feste con gli invitati. Una scelta presa in periodo di chiusure ma che guarda fin da subito oltre quest’ultime per farci trovare pronti, amministrazione comunale e strutture ricettive, al momento della riapertura».
Elisabetta Taliani, delegata dell’associazione Feder Matrimoni ed Eventi Privati (Federmep), la prima associazione di categoria nazionale che rappresenta tutti i professionisti e le aziende del settore. «Come delegato territoriale di Federmep, l'associazione nazionale che comprende i principali protagonisti del settore matrimoni ed eventi privati in Italia, - commenta Taliani - plaudo all'iniziativa del Comune che favorisce lo sviluppo e la ripresa dei matrimoni sul nostro territorio introducendo tariffe più basse e nuovi e più ampi spazi all'aperto per le celebrazioni civili e simboliche.
Auspichiamo che tutti i comuni possano seguire l'esempio della nostra città, e trovare nuove soluzioni per collaborare tutti insieme alla ripresa del comparto Wedding nella nostra regione che, è bene ricordalo, prima dello scoppio della pandemia superava i 200 milioni di euro all’anno di fatturato e contava oltre 7.000 tra aziende e operatori»