Cantieri vuoti e ditte costrette a correre, cittadini che abracciano gli alberi, auto lasciate a casa, commercianti scettici, condomini con il metro in mano e residenti che aspettano i testimoniali di stato. Insospettabili pronti a battersi per il proprio status.Ha suscitato curiosità la notizia dei doppi turni sui cantieri per recuperare i ritardi, non era dunque una svista la segnalazione rilanciata anche da Nove da Firenze riguardo la scarsa presenza di uomini e mezzi nei cantieri.Dopo uno scrupoloso sopralluogo il sindaco Dario Nardella ha voluto radunare tutti i responsabili dei lavori e pretendere il rispetto dei tempi. Le parole di Stefano Giorgetti, sono state accolte con una certa perplessità: "Le imprese hanno riconosciuto un posticipo sui tempi di alcuni cantieri dovuto ad aspetti organizzativi delle ditte stesse e ad una loro iniziale sottovalutazione della complessità di intervenire in una città come Firenze", messo da parte l'orgoglio di chi si è sentito "sottovalutato" qualcuno ha sbottato nei social "Ma perché, dove pensavano di farla la Tramvia, a Campi?"."Le ditte hanno rassicurato l’Amministrazione comunale sul rispetto dei tempi finali di chiusura lavori presentando previsioni di recupero entro la primavera 2015 e quindi senza alcun ritardo sul completamento delle linee 2 e 3 della Tramvia.
Le imprese hanno poi ribadito la piena capacità tecnica ed economica” ha sottolineato Giorgetti allontanando lo spettro della chiusura dei lavori per mancanza di soldi.
Confermata da parte di Nardella, Giorgetti e dell'ingegnere Giacomo Parenti, l'uomo delle Grandi Opere fiorentine, l’apertura del cantiere di Novoli per il mese di ottobre e la posa del nuovo ponte Bailey sul Mugnone per fine novembre, con la successiva chiusura del ponte dello Statuto. Le ditte avrebbero detto tra le righe - così riportano alcuni organi di stampa - che le cose potrebbero andare meglio con cantieri più grandi, ma è proprio quello che Firenze non vuole, una scelta difesa da Nardella "Avremo di diverso rispetto al passato cantieri più piccoli ed organizzati, chiuso uno se ne apre un altro, questo ridurrà i disagi alla cittadinanza".Una cittadinanza che manifesta i primi fermenti e così se in via di Novoli i condomini sono pronti a misurare ogni transenna installata tra la porta di casa ed i marciapiedi stretti, allo Statuto c'è chi abbraccia gli alberi riportando alla mente i bagolari del viale Morgagni 'occupati' dai manifestanti ai tempi della realizzazione dei sottoservizi quando la Linea1 sarebbe stata seguita a breve distanza dalle altre.
Poi ci sono i residenti di via Crispi e via Leone X dove le 4 corsie del Ponte Bailey destano perplessità e dove la Chiesa Russa che dopo l'allarme sulla stabilità, si sarebbe accontentata dei parcheggi e della corsia preferenziale fa discutere i fedeli.La Tramvia nasce nei cantieri, ma anche fuori, e la storia insegna che i ritardi hanno una madre sempre certa ed un pater numquam.