L'attività di Toscana Aeroporti sia a Firenze che a Pisa registra un notevole incremento del volume di passeggeri e voli.Tutto è ancora fermo però per quanto riguarda lo sviluppo dello scalo fiorentino, il potenziamento dell'Amerigo Vespucci è legato a circostanze sulle quali i sindacati non possono intervenire, così come non intervengono le numerose sollecitazioni che giungono quasi quotidiane dalle imprese locali. Una lettera aperta da parte dell'area sindacale viene inviata al presidente Marco Carrai, mittente la UIL Unione Regionale Toscana e Firenze che sottolinea l'agitazione in corso puntando il dito sulla carenza di organico.
"Non sono passati tanti mesi da quando l'Azienda attivò una ampia campagna pubblicitaria in merito allo sviluppo del sito aeroportuale di Firenze, di cui siete concessionari. Di questa campagna ricordiamo con piacere l'obiettivo prefissato, e dichiarato, di alcune migliaia di nuovi posti di lavoro nel sedime fiorentino. Obiettivo, questo, che accogliemmo con piacere. Come, del resto, siamo sempre stati concordi, al di là di opinioni diverse anche tra di noi sul come fare, su uno sviluppo delle attività aeroportuali fiorentine, compatibilmente con l'ambiente circostante. Abbiamo prodotto accordi sindacali con diverse decine di stabilizzazioni (assunzioni a tempo indeterminato) e con una riqualificazione dei premi economici di risultato per i lavoratori tutti. Nondimeno, siamo serenamente a esprimere il nostro disappunto per alcune questioni.
Comprendiamo come, a fronte di un ritardato avvio dei lavori di costruzione della nuova pista, sia poco plausibile richiedere le migliaia di attivazioni di nuovi posto di lavoro. Ciò nonostante, siamo certi che potremmo fare qualcosa di più, poiché i carichi di lavoro sono notevolmente aumentati, in tutti i reparti operativi, tanto che da anni ormai si ricorre strutturalmente allo straordinario e ad una flessibilità che, talvolta, va al di là di quanto convenuto.
Avremmo bisogno, da subito, di altre decine di assunzioni in pianta stabile.Siamo consapevoli di come siano complesse le gestioni aeroportuali, soprattutto in questi anni di privatizzazioni e liberalizzazioni. Fenomeni, questi, che paradossalmente rischiano di rendere più complicato, e a volte anche meno economico, il governo di un sedime aeroportuale, che ricordiamo essere, comunque, un monopolio naturale, e quindi pubblico, che avete in concessione. L'introduzione, ad esempio, di un sistema di concorrenza a livello generale nella gestione dell'handling, infatti, ha reso ormai evidente la inefficacia e, talvolta, il caos prodotti da tale modalità.
Una prassi 'concorrenziale', tra l'altro, fondata esclusivamente sulla compressione delle condizioni materiali e normative dei lavoratori.A fronte di tali processi anche l'azienda ha prodotto esternalizzazioni nelle due unità produttive fiorentina e pisana. A volte non abbiamo convenuto, a volte abbiamo tentato di normare tali percorsi, dal punto di vista sindacale. Vi abbiamo, comunque, sempre espresso perplessità su tali scelte, anche perché hanno spesso riguardato settori cosiddetti di bassa professionalità e, a vostra detta, di scarso 'valore aggiunto'.Siamo così arrivati alla controversia di questi ultimi giorni. Ci avete informato circa la vostra volontà di ampliare un processo di esternalizzazione, nell'unità produttiva fiorentina, affidando alle ditte esterne pure la attività del nastro e del traino bagagli con i cosiddetti 'trattorini'. Abbiamo subito storto la bocca.
Perché ogni estensione a ditte esterne del ciclo di produzione del servizio aeroportuale ha, alla fine, prodotto una riduzione di salario, occupazione e diritti per i lavoratori interessati.Vi abbiamo così proposto di non procedere verso tale opzione, semmai verificando possibili margini di flessibilità regolata per i lavoratori operanti a rotazione in quei settori interessati. Ed abbiamo accompagnato a tali proposte anche ulteriori 'suggerimenti': la applicazione, da sottolineare nel bando della gara di appalto, del contratto nazionale del Trasporto Aereo ai lavoratori della eventuale società appaltatrice; la reinternalizzazione, a Firenze, della attività di Security, così com'è attualmente nell'aeroporto di Pisa.Avete chiesto una sospensione di alcuni giorni del confronto, per poi ripresentarvi con le medesime posizioni.
Il che sta producendo, come ovvio, da parte nostra, l'attivazione della Procedura di raffreddamento, con la conseguente proclamazione dello Stato di agitazione sindacale. Riteniamo infatti che la vicenda della esternalizzazione dei 'trattorini' e dei 'nastri', pur se inerente non tantissimi lavoratori, sia un segnale molto preoccupante circa le intenzioni di gestione dei due siti aeroportuali toscani. Una sorta di avvertimento che prefigura, forse, una società aeroportuale 'leggera', con una funzione di governo, chissà quanto efficace, di siti aeroportuali i cui settori operativi potrebbero essere gestiti solo da ditte esterne, con applicazioni contrattuali diverse dal trasporto aereo e con gli effetti, purtroppo infausti per i lavoratori, di precarizzazione, compressione dei salari e dei diritti.
Dicendo, con ciò, addio anche alle dichiarazioni circa le migliaia di nuovi posti di lavoro. Noi non siamo disponibili ad accettare simili eventualità e la nostra prima preoccupazione è che in un luogo di lavoro, tra l'altro gestito, ad oggi, da una società che presenta eccellenti utili netti di bilancio ed è in buona salute, in cui tanti lavoratori svolgono mansioni simili, simili debbano essere salari e diritti, applicando, ad esempio, il contratto collettivo nazionale di lavoro adeguato a tali attività, che è il Ccnl del Trasporto Aereo.
Siamo coscienti di essere ad un tornante difficile della vita aziendale e delle relazioni tra Toscana Aeroporti e i lavoratori e le loro Rappresentanze sindacali. Crediamo, perciò, utile chiedere al massimo esponente 'istituzionale' della Società, una riflessione sulle scelte che state attivando, prima che il naturale conflitto di ordine sindacale, a fronte di un atteggiamento ostativo aziendale, si sviluppi e generalizzi nell'azienda".Interviene anche l'Unione Sindacale di Base con una nota: "Toscana Aeroporti ci ha sorpreso con il solito bando estivo, periodo non scelto a caso dato che per effetto della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali siamo in pieno divieto di sciopero. Dopo anni di tentativi malriusciti di cessione dell'intero comparto dell'Handling, altro carico pendente sulle teste delle lavoratrici e dei lavoratori, Toscana Aeroporti ha deciso di riprendere il percorso di cessione a terzi di parti importanti di attività di Handling Airside e, dopo lo smistamento BHS e lo stivaggio, sub-appalta anche il trasferimento dei bagagli e il posizionamento dei nastri trasportatori fino all’aereo, chiudendo così il cerchio dell'attività relativa ai bagagli che sarà del tutto terziarizzata. La Toscana Aeroporti SpA minimizza sulle perdite occupazionali di questa sciagurata operazione dichiarando un impatto sull’attività lavorativa di circa 14 posti di lavoro da identificarsi nei contratti a tempo determinato, a fronte dell’ottimizzazione dell’organizzazione del lavoro che crea, a suo dire, un discreto risparmio".
Prosegue la USB: "I costi sul lungo periodo della cessione del servizio sono incalcolabili e ricadono tutti sulle spalle dei lavoratori, vale a dire: perdite immediate di posti di lavoro fra i contratti a tempo determinato, che nel nostro aeroporto significa personale qualificato con un’anzianità di servizio di tre/quattro anni, congelamento degli incrementi di orario fra il personale a tempo indeterminato e una pietra tombale sopra le assunzioni di personale operaio da ora in avanti. Con questa manovra inoltre si svende la qualità e la professionalità acquisita dal personale operaio formatosi negli anni in base a seri programmi formativi mentre in cambio si accetta un tacito aumento del rischio nel mettere certe lavorazioni in mani non direttamente controllabili dal personale di Toscana Aeroporti preposto alla sicurezza sui luoghi di lavoro".