(DIRE) Firenze, 30 gen. - L'apertura di un dialogo con il Movimento 5 Stelle "è un problema che non esiste. Come partito" hanno scelto "di andare soli: hanno fatto le primarie e hanno già un candidato", Irene Galletti, consigliera regionale pentastellata. "Non è, quindi, un argomento in discussione: fanno la loro la strada, noi la nostra". E' netto Eugenio Giani quando a 'Controradio' affronta uno dei temi politici ritornati con forza, anche in scia all'incontro (programmato) tra il sindaco di Firenze Dario Nardella e il gruppo dei grillini a Palazzo Vecchio.
"Ho 18 sigle" per un "centrosinistra molto largo e non ci sono i 5 stelle. Mancano 100 giorni al voto e devo fare una campagna elettorale organica e coerente: chi c'è stato ora deve lavorare per parlare con le persone, non tra i partiti", sottolinea il candidato governatore del centrosinistra. Altra cosa, conclude tuttavia, "sono gli elettori" del M5S, "che ormai sono in libera uscita, come visto in Emilia-Romagna".
Inoltre, la 'lista Giani' ci sarà solo se di "servizio". Lo spiega lo stesso Giani intervenendo sempre a 'Controradio'. Da una parte il Pd, soprattutto l'ala zingarettiana, che spingerebbe per fare anche in Toscana quel che Stefano Bonaccini ha fatto in Emilia-Romagna; dall'altra, stando a quanto trapelato, l'irritazione di Italia Viva e di Matteo Renzi all'ipotesi. In mezzo Giani, che non la esclude a priori ma che allontana e di molto la prospettiva, collocandola solo al termine di una processo tra le liste che auspica sia "naturale".
Cioe', se servira' (appunto) a trovare la quadra. Il Pd per le regionali, spiega, si e' mosso, ricercando "il piu' largo consenso fra sigle, che fossero partiti o movimenti politici". E in questo "sono davvero soddisfatto e orgoglioso che sulla mia candidatura e su un programma" ci siano "ormai 18 soggetti politici". Una soglia che rende "evidente" un ragionamento: "Non si presenteranno tutti con una propria lista. Bonaccini, ad esempio, ne aveva 6 a supporto. Quindi ora ci sarà una sorta di processo, non guidato da me ma naturale", per "la ricomposizione intorno a delle liste di questi 18 soggetti politici".
E Giani ne immagina "sei, sette" al massimo.
Da qui la riflessione sul 'progetto' elettorale che dovrebbe portare il suo nome: "La lista Giani è un servizio che arriva all'ultimo momento, se vi sono le condizioni per poter dare ad alcune liste o soggetti politici, che non hanno trovato negli accorpamenti il giusto respiro, un profilo. Se invece l'accordo tra le 18 realtà avverrà "in maniera naturale, come io spero e sono convinto, non ci sara' bisogno della lista Giani". Detto questo, visto che il tema sta creando dibattito, Giani chiarisce di non occuparsi delle "alchimie tra liste. Tutt'altro, me ne tengo molto fuori. Sto girando realtà per realtà, per esporre i programmi e creare condizioni di tensione emotiva positiva per il centrosinistra. In questo momento le sigle si stanno mettendo d'accordo, ma io devo pensare ad altro: io devo volare più alto".
Infine, l'appello delle Sardine toscane all'unione dei progressisti "l'ho letto bene", così come "il fatto che non abbiamo espresso endorsement. Perché la bellezza di questo movimento, che ha portato in piazza tante persone che non vogliono sentirsi" politicamente "inquadrate, sta proprio nell'essere un movimento. Conseguentemente nessuno ci metta la sigla sopra. Se abbiamo senso di responsabilità, nessuno le strumentalizzi".