Un convegno che propone una fotografia del Terzo settore in Toscana – ed è la prima volta che avviene in maniera organica a cura di Regione Toscana - ovvero cooperative sociali, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale, e permette di approfondire la riflessione su nuovi modelli di welfare, a partire dal contributo determinante messo in campo dai soggetti delle economie solidali.
Nell'occasione è stato presentato infatti il primo rapporto sul Terzo settore in Toscana, un lavoro effettuato dall'Osservatorio Sociale in collaborazione con Anci, Cesvot, Copas e le tre Università toscane. La ricerca vuole essere una prima ricostruzione di consistenza, caratteristiche, orientamenti e potenzialità dei soggetti delle economie solidali presenti in Toscana.
In particolare si è cercato di approfondire e conoscere le specificità storiche e culturali, i percorsi, le trasformazioni e le criticità, ovvero come è cambiata negli anni la "solidarietà organizzata" in Toscana. Poi ci si è soffermati sui valori e l'impatto dell'azione del Terzo settore, sottolineando la sua capacità di costruire comunità più coese, per poi evidenziare alcune buone pratiche messe in atto in Toscana attraverso una cooperazione e integrazione tra pubblico e Terzo settore.
"Questo primo rapporto – ha commentato l'assessore a diritto alla salute, sociale e sport Stefania Saccardi coordinando oggi alla Compagnia il convegno "Verso un nuovo modello di welfare: il ruolo del Terzo settore in Toscana" - ci racconta un Terzo settore toscano dinamico, fondamento delle economie solidali, che tendenzialmente sfugge a modelli statici in quanto soggetto a trasformazioni legate ai cambiamenti sociali, economici e culturali e composto da soggetti dalle antenne sensibili verso i nuovi bisogni sociali e alla ricerca di innovative forme di protezione e promozione sociale".
Buone pratiche evidenziate nel rapporto
- Il progetto Pronto Badante della Regione Toscana per sostenere le famiglie nel momento in cui si presenta la prima fase di fragilità dell'anziano – marzo 2016/febbraio 2017 (circa 25.000 telefonate ricevute, 5.285 buoni lavoro pari a 1,6 milioni di euro, 6.610 visite domiciliari) che ha coinvolto 177 associazioni di volontariato, 88 cooperative sociali, 47 patronati, altre 33 Onlus.- Il progetto Magna Charta sviluppato dalla Regione Toscana con Cesvot e Mibact (Ministero Beni, Attività Culturali e Turismo) e Promo PA, volto a valorizzare il volontariato nell'ambito del patrimonio culturale statale e locale, con 369 associazioni di volontariato coinvolte, 1.200 biblioteche e luoghi di cultura, 120 tra associazioni e musei.
- Alcune buone prassi dei Coordinamenti regionali, in particolare: il Dipoi, coordinamento regionale delle organizzazioni attive nel durante e dopo di noi con 45 organizzazioni presenti; il Tavolo della donazione sangue e organi, che ha visto un ruolo attivo di Cesvot e ha permesso di integrare e promuovere il volontariato toscano impegnato in questi ambiti; Essere presenti, coordinamento toscano delle associazioni per la salute mentale, volto a favorire una maggiore partecipazione e coinvolgimento dei familiari di persone con disturbi mentali nelle attività previste, e orientato a promuovere maggiore collaborazione con gli enti pubblici.
- Il progetto Co-Genera, connessioni generative sviluppato da Regione Toscana e Cesvot, volto a promuovere percorsi di partecipazione e incontro tra generazioni, per incentivare il coinvolgimento dei giovani nel mondo del volontariato, attraverso percorsi formativi, sostegno all'associazionismo giovanile, promozione della comunicazione sociale e sviluppo di attività per favorire l'impegno civico e sociale dei giovani.- Il Servizio civile regionale (18/29 anni) con 529 enti accreditati, quasi 40.000 giovani toscani che hanno fatto domanda dal 2013 al 2016, di loro quasi 9.000 inseriti nelle graduatorie per lo svolgimento del servizio; dei 40.000 circa il 60% sono ragazze con una età media, negli anni presi in esame, di circa 24 anni.
Alcuni dati del Terzo settore in Toscana
Volontariato: al 31 dicembre 2016 le organizzazioni iscritte all'albo regionale sono 3.361, il 52% dell'intero Terzo settore. Il 32% si occupa di sanitario, il 33% di sociale, il 10% di culturale, il 7% di sociosanitario (indice maggiore di presenza Siena, Lucca e Grosseto). Nel settore sanitario possiamo ricordare il ruolo del volontariato (Legge 70) nell'emergenza/urgenza (ANPAS, CRI, Misericordie) oppure nelle attività di diagnostica, specialistica e riabilitazione diffusi in Toscana, oppure delle organizzazioni che si occupano di donazioni.
Nel settore sociale possiamo ricordare il Trasporto sociale (di cui sono state elaborate da poco le Linee guida), l'esperienza progettuale di Co-Genera che, come abbiamo visto, pone l'attenzione sul rinnovamento del volontariato in Toscana con percorsi che facilitino il ricambio generazionale, il protocollo con Caritas Toscana per fronteggiare povertà ed esclusione, che prevede la realizzazione del dossier annuale relativo ai dati dei Centri di Ascolto Caritas, attività legate ai temi della cittadinanza con le scuole, e alcuni seminari di approfondimento e scambio di esperienze tra operatori del pubblico e dei centri di Ascolto.
Cooperazione sociale: al 31 dicembre 2016 le cooperative sociali iscritte all'albo regionale sono 581 divise tra 50% di tipo "A", 40% di tipo "B", 10% Consorzi e tipo A+B (indice maggiore di presenza Arezzo, Pistoia e Massa Carrara). In questo specifico ambito Regione Toscana ha istituito un gruppo di lavoro per la riforma della legge regionale ed è stato aggiornato il protocollo che prevede, tra l'altro, le modalità di affidamento di servizi da parte della Regione alle Coop di tipo "B". Inoltre sono allo studio percorsi volti all'inserimento socio-lavorativo delle persone svantaggiate, in collaborazione con settore formazione e lavoro della Regione, con l'obiettivo di agevolare e promuovere il ruolo della Cooperazione sociale in questo ambito, come settore occupazionale da sviluppare e implementare.
Promozione Sociale: al 31 dicembre 2016 le associazioni iscritte all'albo regionale sono 2.497 di cui il 43% si occupa di cultura ed educazione, il 22% di sport e ricreazione, il 21% di sociale, ecc. (indice maggiore di presenza Pistoia, Livorno e Pisa). In questo ambito troviamo le società sportive, i soggetti che si occupano di educazione e promozione culturale e quelli che si occupano di attività ricreative e di socializzazione.
Questi sono i dati presenti nel rapporto e forniti dagli archivi regionali dei tre albi. Si può aggiungere inoltre che l'ultima rilevazione ISTAT sul no profit in Toscana (2011) che censisce una quantità di soggetti più ampia di quelli presenti nei nostri albi regionali, ci segnala una presenza del no profit tra le più alte in Italia (65 ogni 10.000 abitanti a fronte del 50 nazionale), con una spiccata propensione al volontariato e un impegno maggiore nelle aree culturali e a seguire in quelle sportive, ricreative, sociali e sanitarie.
Queste organizzazioni sono realtà che operano nel sistema toscano di welfare e sono diventate ormai indispensabili non soltanto per i servizi che forniscono, ma anche per i valori che riescono a produrre e a riprodurre nelle società locali nelle quali operano; contribuiscono inoltre alla coesione sociale, al benessere delle collettività toscane grazie alla produzione di beni e servizi a valenza pubblica o collettiva.
"Terzo settore e istituzioni pubbliche – ha aggiunto Saccardi - possono collaborare in modo efficace e propositivo e, nel rispetto delle proprie specificità, cooperare per costruire un presente più giusto e solidale per i cittadini, una società che allontana l'immagine di un futuro minaccioso e che si impegna a costruire comunità nelle quali le relazioni, i percorsi di inclusione e la cura dei beni immateriali si sposano con la speranza, il progresso e la crescita economica. Regione Toscana farà la sua parte continuando ad investire nel sociale, dimostrando con i fatti e le azioni concrete di mantenere alta l'attenzione su quelle fasce di popolazione che fanno più fatica, attraverso una collaborazione feconda con il Terzo settore e con l'utilizzo di strumenti e percorsi anche innovativi che restituiscano dignità alle persone e il desiderio di riprogettare la propria vita in contesti locali accoglienti e inclusivi".