Francesco Bianchi, Sovrintendente della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, ha comunicato ieri al Ministro Franceschini, nonché al Sindaco di Firenze e Presidente della Fondazione, la propria irrevocabile decisione di lasciare l’incarico, esprimendo al Sindaco e agli organi della Fondazione, ai collaboratori e in modo del tutto speciale all’Orchestra e al Coro la gratitudine per il lavoro comune svolto in condizioni spesso difficili. Dopo quattro anni, il Sovrintendente ha manifestato l’intenzione di tornare a tempo pieno alla propria attività professionale, ritenendo definitivamente avviato il risanamento per il quale era stato chiamato, nonché la ricostituzione di un’operatività della Fondazione degna del rilievo e del ruolo che essa ha nel panorama dell’offerta musicale italiana. Per consentire la ricerca e l’affidamento dell’incarico a un sostituto idoneo, nonché per affiancarlo nell’iniziale assunzione della propria attività, il sovrintendente ha aderito alla richiesta del Sindaco di posporre al 30 aprile p.v.
la cessazione dalle proprie funzioni.
Il Sindaco e tutti i componenti del Consiglio di Indirizzo e del Collegio Sindacale della Fondazione hanno espresso al dottor Bianchi il loro apprezzamento per la quantità e la qualità del’impegno costantemente profuso e per gli importanti risultati da lui raggiunti. Il Sindaco Nardella ha in particolare sottolineato che sotto la gestione commissariale e ordinaria del dottor Bianchi la Fondazione ha tra l’altro raggiunto il riequilibrio della gestione, attraverso il conseguimento stabile del pareggio di bilancio, dopo anni di costanti e rilevanti perdite; ha assicurato il rinnovamento della direzione musicale con la prestigiosa nomina del maestro Fabio Luisi, che unitamente alla permanenza del Maestro Mehta assicura al Maggio un futuro di rilancio artistico e di reputation internazionale; ha conseguito l’abbattimento strutturale del livello di rischio legale, sia giuslavoristico sia amministrativo, con la chiusura di pendenze pregresse, anche rilevanti per numerosità e consistenza economica, e la minimizzazione dei rischi su casistiche future; ha razionalizzato la consistenza organica della Fondazione e degli istituti contrattuali interni, garantendo sia la sostenibilità economica sia una maggiore produttività; ha infine conseguito un risultato senza precedenti in termini di sostanziale azzeramento del debito bancario accumulato negli esercizi precedenti.
“Dopo la Colombo il secondo sovrintendente dell’era renziana fa le valigie. Saranno in pochissimi a rimpiangerlo. Noi – spiegano i capigruppo Cellai (Forza Italia), Grassi (Firenze Riparte a Sinistra-Sinistra Italiana), Scaletti (La Firenze Viva), Torselli (Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale) e Amato (Alternativa Libera) – senz’altro non ne sentiremo la mancanza. Lo abbiamo detto con ogni tono e in ogni sede. L’uomo solo contro tutti, con l’arroganza di chi pensava di non dover render conto a nessuno aveva discusso con il mondo intero: dai supercommissari (Poletti e Sole), alle sigle sindacali, dalle opposizioni politiche ai lavoratori, dal Maestro Mehta alle masse artistiche. Colui che dopo decenni di storia aveva cambiato il nome del Maggio musicale in Opera di Firenze rendendo irriconoscibile La Fondazione Lirico Sinfonica di Firenze, colui che aveva provato a liquidare Zubin Mehta dicendo che serviva un nuovo direttore per il teatro esce di scena. Già era nell’aria dopo che le commissioni cultura e controllo avevano pochi giorni fa approvato all’unanimità una mozione che invitava il consiglio di indirizzo del Maggio musicale e il governo a scegliere non più solo un uomo di conti, ma un uomo di cultura come nuovo sovrintendente. Ma non sono stati solo i disastri di Bianchi sia relazionali che fattivi a determinarne la fuoriuscita. Dal 2014 le occasioni sarebbero state innumerevoli.
Sarebbe bastata l’offesa al maestro Mehta, o la gaffe del teatro Goldoni o ancora la mancanza di rispetto di Bianchi verso il compositore Fabio Vacchi, per rimanere su temi culturali, o l’impossibilità ad accedere a qualsiasi atto della fondazione. Il tempismo non è casuale: sarebbe ingenuo pensare che finalmente, dopo 3 anni, il Sindaco Nardella, presidente della Fondazione abbia deciso di allontanare il renzianissimo Bianchi, voluto fortemente prima come commissario e poi come sovrintendente dall’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi per motivazioni solo tecniche. Le motivazioni sono chiaramente anche politiche. Noi – concludono Cellai, Grassi, Scaletti, Torselli e Amato – siamo contenti che l’era Bianchi sia finita e auspichiamo un nuovo sovrintendente all’altezza della grande missione culturale di quello che a noi piace ancora chiamare il Maggio Musicale.
Ringraziamo il Sindaco per questa decisione, anche se un po’ tardiva. Ma evidentemente il vento sta cambiando e mai come in questo caso ci sembra di poter vedere il Teatro come il palcoscenico della vita (politica)”.