Da due giorni la maggior parte dei media nazionali e locali rilanciano il contenuto dell’intervista dell'emittente di Radio24 a Matteo Salvini. Ma le notizie ripetutamente diffuse a proposito di TAV sintetizzano sostanzialmente così il contenuto rilasciato dal ministro venerdì scorso: “Salvini mette bene in chiaro quella che dovrebbe essere la linea: andare avanti e non tornare indietro”, “pressing di Salvini perché il progetto vada avanti”, “scontro Salvini-5 stelle”.
Tuttavia ri-ascoltando la viva voce del ministro, interrogato sul tema del progetto di tunnel TAV Torino-Lione, Matteo Salvini ha esordito chiarendo i limiti delle proprie competenze di governo: “Io da ministro dell’Interno mi occupo della tutela della sicurezza dei lavoratori e delle forze dell’ordine”. Ha quindi sottolineato il valore della metodologia con cui l’esecutivo ha deciso di affrontare i nodi delle ‘grandi opere’: si tratta di attuare una “analisi costi-benefici”, ha detto, così come il competente ministro delle Infrastrutture aveva del resto ripetutamente chiarito in queste settimane in ossequio al contratto di governo.
Infine, il ministro Salvini si è posto due domande: “L’opera serve? E se per caso da un’analisi attualizzata al 2018 l’opera non serve, costa di più bloccarla che non proseguirla? Questo è il ragionamento che varrà su tutto, la TAV, la TAP, Pedemontana, Terzo valico. Questo c’è scritto e questo faremo”. A proposito dei dossier sul tavolo del ministro competente a decidere sulla materia delle Infrastrutture, Salvini ha aggiunto: “Sono migliaia di pagine, non è la mia competenza, non lo sto facendo io: però c’è l’analisi costi-benefici su opere che in alcuni casi risalgono a una progettazione di 10, 20, 30 anni fa…”. Attiene invece alla sfera strettamente personale la risposta circa il suo parere al riguardo: “Le posso dire che dal punto di vista personale secondo me occorre andare avanti e non tornare indietro”.
L’associazione fiorentina Idra ha chiesto ieri mattina spiegazioni al riguardo con una mail al vicedirettore di Radio24 Sebastiano Barisoni, trasmessa anche ad altri indirizzi della testata. La domanda che il ministro Salvini ha inteso formulare (“l’opera serve?”) si è trasformata nei successivi resoconti della stessa emittente, osserva Idra, da frase interrogativa in solenne dichiarazione affermativa, e il parere personale è diventato un giudizio ostentatamente politico.
L’associazione sottolinea invece “le cautele che il ministro ha mostrato di nutrire in relazione ai limiti del ruolo da lui coperto nel governo, nel rispetto delle prerogative in materia TAV istituzionalmente in capo al suo collega alle Infrastrutture”. Commentando la vicenda sotto il profilo della qualità giornalistica, l’associazione sostiene di temere che “ancora una volta si manifesti, come in tante altre occasioni su questo tema nella stragrande maggioranza dei media, un incomprensibile “pregiudizio positivo” nei confronti della nostra TAV, che tante gravissime falle ha invece evidenziato in Italia sotto tutti i profili: contrattuale, economico ed erariale, ambientale, trasportistico, civile e sociale”.
E certo non ne manca ai cittadini toscani esperienza diretta: Idra è stata parte civile nei procedimenti penali, e parte ad adiuvandum nel procedimento per danno erariale, accesi negli ultimi anni per i gravi irreversibili danni provocati sull’appennino fra Bologna e Firenze e nelle casse dello Stato. La nota di Idra si conclude con un auspicio: “Ci auguriamo che vogliate provvedere a correggere, quanto meno nei prossimi appuntamenti informativi, le inesattezze che abbiamo avvertito il dovere di segnalarvi.
E che questo possa indurre magari il resto dell’informazione nazionale a fare altrettanto…”.