I reati ipotizzati dalla Procura di Firenze sono: associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e truffa oltre al traffico illecito di rifiuti. E adesso chi lo dice ai comitati? Gli occhi della Procura sono andati a sbirciare i componenti della fresa "Monna Lisa", i materiali che sarebbero stati usati per realizzare le gallerie e la consistenza delle terre fangose da smaltire.
Per quanto riguarda la Talpa, battezzata "Monna Lisa" in onore di Firenze e del genio di Leonardo, i magistrati parlano di macchinario "non idoneo" poiché costruito utilizzando pezzi "non originali". Insomma, la Monna Lisa sarebbe una falsa talpa. Quando all'onore si accompagna il disonore. Se le ipotesi investigative fossero confermate l'imbarazzo potrebbe, forse, far abbandonare questa smisurata necessità di legare il superbo passato della città con le opere contemporanee che, per vocazione, dovrebbero avere vita propria ed auto appagante.A chiusura delle indagini sul passante fiorentino ci sarebbero 33 indagati, fra loro anche la ex presidente di Italferr e presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, oltre a dirigenti del consorzio Nodavia, aggiudicatario dell'appalto e dirigenti del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
Secondo i Pm di Firenze, Monferini e Tei, la Lorenzetti avrebbe favorito Nodavia e Coopsette, in maggioranza nel consorzio, in cambio di incarichi per il marito nei lavori post terremoto previsti per la ricostruzione dei paesi danneggiati in Emilia Romagna.La costruzione della Grande Opera strategica per il futuro del trasporto in Italia sarebbe dunque intrecciata all'ennesima ricostruzione post tragedia.
Potrebbe essere questa la conferma di un 'modus operandi' tutto italiano?Alla Magistratura spetta anche il compito di scavare tra quelle terre "inclassificabili", anche alle spalle della Fresa, e fare luce alla fine del tunnel.Si tratta di fango "commestibile"? Oppure i reagenti chimici necessari alla trivellazione comunque incidono sulla consistenza organica del materiale di risulta, contaminandolo? Il fango è un pendolare. Erano appena state alzate le barriere ai cantieri di Campo di Marte e di via Circondaria e si guardava con sospetto al trasporto delle terre che però, c'era la rassicurazione, avrebbero preso la strada ferrata evitando di attraversare la città e preferendo al traffico dei vagoni ben sigillati.
E poi?A proposito di luce. Il tunnel fiorentino, fermo al Ponte al Pino, aspetta di sbucare agli ex Macelli, presso la scuola Ottone Rosai, dove pendono ancora dubbi sulle crepe e l'ipotizzata instabilità. Cosa intende fare Firenze?