L'inchiesta di Gianfrancesco Turano sul sottoattraversamento TAV – “Sotto Firenze c’è un buco nero” non è passata inosservata per i 'non addetti ai lavori' ma preparati e attenti comitati locali.Firenze ogni tanto, giusto quando il tema finisce in prima pagina, se ne ricorda e svogliatamente si interroga su cosa stiano facendo, là sotto. "A che punto sono?" forse, si domanda anche qualcuno. Occhio non vede e cuore non duole.Il servizio de L'Espresso ricostruisce bene la vicenda del cantiere per l’alta velocità, in grave ritardo e bloccato dalla magistratura e da altri guai, ma non scioglie l’interrogativo riguardante le penali da pagare in caso di annullamento dell’appalto da parte del committente.
Infatti nell'articolo, così come avviene nelle discussioni intraprese in ambito formale, esistono scuole di pensiero molto differenti, dure a cedere al compromesso interlocutorio."C'è la penale da pagare!" e così, in questi chiari di luna, anche l'uomo più accorto si vede strozzare in gola l'impeto del rigetto. Pagare per non aver fatto nulla? No, non si può, oggi meno che mai.Non è previsto un Referendum, i lavori sono stati decisi "per il bene dell'Italia" affinché sia al passo con l'Europa.
Giovamenti immediati, si dice, deriverebbero alla circolazione ferroviaria che oggi incrocia al semaforo trasporti regionali ed internazionali, producendo tempi di percorrenza ridotti e continuando a saltare tutte le fermate intermedie, cruccio inconsolabile di intere comunità che hanno visto sparire la Stazione locale. Indirettamente il beneficio locale si vedrebbe nella "liberazione dei binari di superficie" che però in pochi hanno capito a cosa potrebbero servire visto che le linee tramviarie ad esempio non prevedono, al momento, tratti sulle rotaie esistenti.
"Là dove c'era la verga ora c'è.." non si sa.
I Comitati Cittadini dell'Area Fiorentina sottolineano come: "Da un lato Condotte, azienda subentrata alle Cooperative emiliane per proseguire l’opera, afferma che “Quando una parte sola rescinde il contratto, l’altra parte può sempre sostenere di avere avuto un danno”. Dall’altro fonti ufficiali FS dicono che si dovranno riconoscere i compensi per i lavori già eseguiti, per i materiali approvvigionati e per una quota di lavori da eseguire".
"Versioni non troppo distanti tra loro, ma sufficientemente vaghe - proseguono i portavoce dei cittadini - da permettere sovraccosti, sforamenti del budget e accordi sottobanco, come usualmente avviene per i lavori pubblici in Italia. La questione delle penali da pagare come deterrente verso chi si oppone al tunnel e alla stazione Foster è da tempo l’arma “finale” per il blocco di interessi che sostiene un progetto tanto ambizioso quanto malmesso. Soprattutto dopo che gran parte delle ragioni a favore di quell’ opera sono state puntualmente confutate da comitati, associazioni e cittadini"
In conclusione l'appello alla trasparenza: "Alla Regione Toscana e al Comune di Firenze, per ciò che li riguarda, possiamo chiedere di accertare se esistano o meno queste penali, pretendere che siano quantificate e, in nome della trasparenza, che siano resi pubblici i documenti relativi in modo che l’opinione pubblica ne sia informata".
Idra punta invece il dito sul dissesto idrogeologico usato come male oscuro che incombe sulla collettività in caso di disastri climatici e cita i colleghi del nord: “Crediamo di non essere gli unici ad aver notato come i territori colpiti dall’alluvione, da Genova a Gavi, passando per Arquata, Serravalle, Novi e Pozzolo – scrivono i comitati di cittadini della Liguria e del Piemonte – siano gli stessi territori in cui il Governo, con l’assenso degli amministratori locali, vorrebbe costruire il Terzo Valico”.
Secondo Idra Firenze si tratta della "Ennesima controprova dell’assurdità del modello di crescita che ha fatto scempio dell’Italia da decenni. L’ambiente ci sta dicendo ancora una volta in questi giorni che non può sopportare altre aggressioni. Le mutazioni nel clima esigono dal canto loro una prudenza anche maggiore di quella che avremmo dovuto usare finora. La domanda dunque è: che senso ha spendere denaro pubblico per promuovere con le ‘grandi opere’ dissesto idrogeologico, e tornare a spendere altro denaro pubblico per metterci di volta in volta un cerotto?"
"Matteo Renzi mediti, anche sul caso Firenze - sottolinea l'Associazione fiorentina - qui l’Arno è esondato l’ultima volta nel 1966. I torrenti urbani Mugnone e Terzolle sono esondati l’ultima volta nel 1992. Si previene forse la prossima alluvione nella città patrimonio dell’Umanità continuando a cementificare la piana con la nuova pista aeroportuale, e ostruendo per chilometri la falda nel sottosuolo, col doppio tunnel TAV e la stazione ‘subacquea’ Foster?"Il futuro realmente percepito. Stiamo impiegando un po' più del dovuto per dotare la città di un servizio di trasporto degno di una località turistica, ma i cantieri della Tramvia li incontriamo sulla strada, e per evitare i disagi basta "lasciare l'auto a casa".
Diverso è cogliere l'essenza della Tav che ha fatto parlare di se' per le "terre da scavo" e per la "fresa sdentata". A 35 minuti da Firenze c'è Bologna: lì dove interi palazzi sono stati puntellati per rischio crollo in via Carracci, l'enorme Stazione interrata, già attiva, è comunque un cantiere aperto di negozi in divenire. Un po' come la Galleria Commerciale di Santa Maria Novella, inaugurata da svariati mesi ed ancora completamente deserta.Più che il grande progetto, più che la penale, la normativa, i controlli, più di tutto conta la fiducia.
Avete voi fiducia? Se c'è la fiducia c'è tutto.. o era la salute?